L’accoglienza dei rifugiati vista dai candidati sindaco di Roma

DSCF6070Le elezioni amministrative 2016 si avvicinano ed è importante analizzare le posizioni dei candidati sindaco di Roma riguardo ai diversi temi di attualità. All’incontro Romaccoglie tenutasi il 21 aprile al Centro Congressi Frentani, moderato dalla giornalista Cinzia Gubbini, si è cercato di trovare risposte concrete ad un argomento importante: l’accoglienza dei rifugiati. Il confronto si è svolto tra Stefano Fassina, ex viceministro dell’Economia nel governo Letta, e Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera dei Deputati. Alfio Marchini, candidato anche lui alle amministrative di Roma, non ha potuto essere presente all’incontro a causa dei impegni, mentre Virginia Raggi, candidata del Movimento 5 Stelle non ha risposto all’invito.

Per creare un’immagine di quello che succede a Roma, nei centri d’accoglienza si è voluto dare voce, prima di tutto, alle persone che lavorano con i rifugiati e anche ai rifugiati stessi, che hanno evidenziato le tante problematiche di questo settore. Viola de Andrade Piroli, attivista e volontaria di Baobab Experience ha sottolineato l’importanza della divisione dei profughi. Da una parte ci sono quelli che desiderano rimanere a Roma, e che hanno diritto all’accoglienza ma spesso si trovano in strada, e dall’altra parte ci sono i transitanti, quelli che vogliono proseguire il loro viaggio verso l’Europa, ma non essendo riconosciuti giuridicamente diventano a volte vittime del traffico umano.

In un breve intervento l’operatore di un centro di accoglienza ha elencato le difficoltà che riscontrano le persone che lavorano in queste strutture: mancato rispetto dei contratti di lavoro da parte delle cooperative, contratti spesso illegittimi, insufficiente condizioni igienico-sanitarie adeguate e poco personale.

DSCF6071Dando uno sguardo sulla mappa di Roma, si osserva che attualmente i centri d’accoglienza sono posizionati nella parte sud est della città. Alla domanda dove metterebbero le strutture i candidati sindaco di Roma considerano che non dovrebbero essere concentrati tutti i centri in un’unica zona. “Probabilmente non si è capito il problema, noi affrontiamo un’emergenza che non dovrebbe essere tale se avessimo imparato a gestirla”, afferma Roberto Giachetti, e considera che l’individuazione di un metodo che può dare buoni risultati si fa coinvolgendo l’amministrazione comunale, la cittadinanza, gli operatori, e stanziando più soldi per le istituzioni.

Stefano Fassina ha sottolineato l’importanza di mettere i centri in città per una maggiore integrazione e ha precisato che la scuola è un posto decisivo per le persone che vivono in una metropoli multietnica, perche è il posto giusto dove organizzare iniziative con l’obiettivo di far conoscere altre culture. “La cultura dell’accoglienza presuppone una città che riduce le distanze sociali, economiche, in termini di possibilità. Tuttavia per fare tutto c’è bisogno di risorse perche le politiche per l’integrazione sono un pezzo di welfare municipale”, ha aggiunto Fassina.

Il tema dell’accoglienza dei profughi è ampia, e le domande ancora senza risposta sono tante, vedremo come agirà il nuovo sindaco di Roma dal 6 giugno.

 Alina Barbulescu

(26 aprile 2016)

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