Sabato ore 23: lo sgombero dello sgombero del Baobab

Volontari e migranti durante lo sgombero dello sgombero del Baobab
Volontari e migranti durante lo sgombero dello sgombero del Baobab

Il pomeriggio di Baobab Experience al Carnevale di San Lorenzo si conclude tragicamente a via Teodorico, all’angolo con via Tiburtina, di fronte a piazza delle Crociate. Sono le otto di sabato sera: c’è chi va al pub e c’è chi va in questura.

Tre camionette della polizia circondano una ventina di migranti sotto un tendone verde da campeggio steso alla meglio da Roberto, attivista Baobab Experience, come riparo. I poliziotti stanno controllando i documenti ai migranti  e anche ai volontari. “Devono portarli in questura ad essere identificati” dice Viola preoccupata.Mulugheta, interprete tigrino, assicura che quasi tutti hanno il foglio, sono già stati identificati ieri: sette somali, un etiope, un eritreo e quattro senegalesi. Sul posto c’è anche Francesca Del Bello, presidente del Municipio II, e due consiglieri Giovanna Maria Seddaiu e Gianluca Bogino. I ragazzi non hanno cenato ma non si possono allontanare quindi per il momento c’è un problema in più da risolvere.

La tensione tra gli attivisti e la presidente inizia a farsi sentire. La Del Bello prova a vedere se si può fare qualcosa ma il Municipio sembra non aver potere. Prevale l’ordine pubblico. All’affermazione “Non posso chiamare nessuno” della Del Bello, Roberto, di Baobab Experience, risponde indignato: “È la presidente del secondo municipio della capitale d’Italia e non può chiamare nessuno. Ma che siamo a Canicattì?” Segue uno scambio di battute serrato “La legge italiana prevede che non si possa far niente”, ribatte Roberto. “Allora ammettiamo che siamo in uno stato di polizia?”

Il Municipio a quanto pare non è in grado di fare niente per risolvere quello che sta succedendo. La Del Bello si prodiga per trovare una soluzione per lo meno alla cena. “Mangiare non è un problema è un anno e mezzo che li facciamo mangiare”, dice Andrea e infatti sono i volontari ancora una volta a trovare accordi con l’associazione che si occupa di distribuire cibo ai senza tetto alla stazione Tiburtina e poco dopo arrivano pasta e pizzette per tutti. Andrea va anche a comprare merendine e acqua perché sa che se i migranti verranno portati in questura sará difficile che riescano a mangiare.

Secondo le voci che girano la destinazione dovrebbe essere la Questura di Roma Divisione Stranieri a Via Teofilo Patini. “Ma se sono stati identificati ieri”. I volontari di Baobab Experience sono allibiti: “domani è domenica non saranno mai identificati prima di lunedì, non si può lasciare la gente così”. Quattro migranti hanno anche un biglietto per il giorno dopo alle otto di mattina. “Portarli lì è una cattiveria, perderanno il pullman”.

Intanto arriva la SOS, sala operativa speciale, istituita nel 2002, con lo scopo di affrontare le emergenze di carattere sociale che si verificano sul territorio cittadino. SOS comunica di avere solo quattro posti disponibili: uno per una donna e tre per gli uomini, saranno ospitati a ponte Casilino e alla Caritas di via Marsala ma per il momento tutto è sospeso in attesa del verdetto.

A complicare la situazione si inserisce la pioggia. Lo zoccolo duro di Baobab Experience c’è ed è compatto: chi cerca di intrattenere i migranti, chi è in contatto con lo stand di San Lorenzo, chi chiama stampa e politici nel vano tentativo di avere supporto. “Noi non li facciamo mandare via”, dice Andrea e intanto è arrivato anche Francesco che si occupa delle questioni legali. Il numero delle volanti cresce di minuto in minuto insieme alla pioggia. Verso le ventidue ci sono almeno quaranta poliziotti, tanto che alcuni automobilisti si fermano incuriositi.

Ma inaspettatamente la situazione sembra prendere una piega positiva: Roberto riceve un messaggio dalla commissaria di Porta Pia di cui ha preso il numero venerdì allo sgombero “Arriverà a breve una mia incaricata. Nessuno verrà portato via”. Per un attimo cala la tensione. “La notizia per ora migliore è che sembra che non li identifichino ma che rimangono con la pioggia sotto un telone, incredibile no?” dice sorridendo.

Piove sempre più forte, l’incertezza tiene tutti sospesi, i poliziotti continuano ad aumentare e circondano il telone, ogni tanto l’acqua scola addosso a tutti. Arriva anche l’Ama, mai così efficiente. I volontari proteggono i migranti a scudo e Marzia viene redarguita da un poliziotto sul rischio dell’accusa di resistenza a pubblico ufficiale perché si è opposta alla consegna di tre migranti offrendosi al loro posto con due volontari. Le acque si calmano solo quando Roberto mostra il messaggio della commissaria.“La polizia dovrebbe parlare con la polizia…”

Intanto è arrivato anche Save the Children che chiede delucidazioni e si mette a disposizione. La situazione sembra però prendere un’altra piega: Andrea Costa comunica che tutti verranno portati a via Patini. Ora la trattativa è se possano venire anche i volontari. Passa un’ora senza che si capisca quale sia il verdetto finale, alcuni poliziotti si riparano sotto il telone, fino a che non arriva la notizia “tutti da identificare, nessuno può andare con loro”.

I volontari vorrebbero opporsi ma capiscono che questo potrebbe complicare la situazione dei migranti e allora decidono di collaborare traducendo e tranquillizzando i ragazzi, per quanto possibile. Alle ventitré ha il via l’operazione: “Chiunque si opporrà sarà arrestato per resistenza a pubblico ufficiale”, avverte il capo della squadra.

In un secondo è l’inferno: alcuni migranti si buttano per terra e scalciano strattonati dai poliziotti ma molti, rincuorati dai volontari, che li accarezzano e calmano, si fanno prendere. Una volontaria che riprendeva con un cellulare viene minacciata da un agente. Un ragazzo si butta a terra ma poi Viola in inglese gli dice di stare tranquillo, che verranno rilasciati presto.

Una donna eritrea incinta, che doveva partire il giorno dopo per Milano con il marito, cerca di strangolarsi con la sua sciarpa ma intervengono in tempo a fermarla due volontarie e una poliziotta. Il marito piange mostrando i biglietti “Sono già stati fermati a Taranto e a Napoli”. Cercano di tranquillizzarli in arabo e in tigrino ma la donna non ne vuole sapere. La poliziotta assicura i servizi sociali che dopo essere portati in questura la donna, il marito e i due suoi amici saranno lasciati alla SOS. “Verranno identificati domani mattina alle sei e partiranno alle otto”, dice un altro poliziotto.

Calmati a fatica anche gli ultimi due e sventato il tentativo di suicidio tutti i migranti sono caricati sui camion. C’è un cambio di rotta: la destinazione sarà la questura in via San Vitale anziché via Patini. Anche Mulugheta è stato fermato “Sono in Italia da 14 anni mi hanno tirato per un braccio, lo stesso agente che stava di stanza in via Cupa, mi conosceva anche, ma per fortuna avevo i documenti” e un volontario, Tassani, si è salvato perché non entrava fisicamente nella volante.

Per dieci minuti nessuno riesce a muoversi dal telone tanto è lo choc per ciò che è appena accaduto ma poi Giulia, Francesco e Pablo di Baobab Experience prendono la macchina per raggiungere i ragazzi a San Vitale, seguiti da SOS. Gli altri volontari si dividono, dopo aver salvato le coperte dalla morsa dell’Ama: alcuni vanno ad organizzare la sistemazione futura, altri a cercare gli altri ragazzi dispersi tra San Lorenzo e la stazione Tiburtina

L’Ama stacca il telone e lo sgombero dello sgombero del Baobab si conclude così. La pioggia continua a cadere e il Baobab Experience ha ora 20 persone in questura e una settantina senza un posto dove stare, chi risolverà il problema?

Elena Fratini

(1 ottobre 2016)

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