Asinitas e la ricetta del minestrone perfetto

Sono le 10,30 di mattina quando nella sala del Centro Interculturale Miguelim di Asinitas a via Policastro, iniziano le prove generali della “Banda del minestrone”, accompagnata dai menestrelli Nello e Ursula e dalla maestra Daniela De Angelis. Si ripassano le canzoni, in un clima disteso, che non nasconde però una certa frenesia, quella di scendere tutte insieme per la strada ad animare le vie del quartiere.Scaldate le ugole, via, si scende in strada. Un numeroso gruppo di donne, molte delle quali coi propri bambini, assieme alle educatrici di Asinitas, inizia a intonare i primi canti e subito la strada si riempie di musica e colori: all’improvviso, attorno al coro itinerante, si crea una piccola cerchia di passanti incuriositi che guardano stupiti il movimentato gruppo. “Ma che è successo?” chiede un’anziana abitante del quartiere. “Beh… è una festicciola!” risponde con semplicità il proprietario di un bar. Bastano pochi minuti per coinvolgere i passanti e i proprietari dei negozi che danno sulla strada. C’è chi batte le mani a ritmo di musica, chi rallenta con la macchina abbassando il finestrino per vedere meglio e chi tira fuori il telefonino e inizia a filmare la scena esilarante.La “Banda del minestrone”, che si esibisce ormai per la quinta volta, è un esempio di integrazione reale, semplice e spontanea, che attraverso la musica abbatte qualsiasi diversità. Il suo coro è composto dalle donne che seguono le lezioni di italiano del centro. Oltre a studiare, infatti, si cantano canzoni: non solo quelle della nostra tradizione popolare, dalle tammurriate agli stornelli romani, ma anche canti folklorici arabi e bengalesi. Il coinvolgimento è totale: somale, bengalesi, e anche i loro bambini, conoscono a menadito “tanto pe’ canta'”, e la fanno cantare anche a chi si trova a passare di là. “Ragazze, venite a suonare stasera nel mio locale?” chiede un passante. Non importa che il semaforo per i pedoni stia per diventare rosso… la variopinta “Banda del minestrone” fa fermare le automobili per un attimo, e come per magia…nessuno ha intenzione di suonare il clacson. “È sempre bello vedere come la gente si diverte al nostro passaggio. Ormai sono tre anni che faccio parte della Banda, molti commercianti si ricordano di noi”, mi dice Mitul, giovane mamma bengalese e mediatrice culturale. “Ogni anno mi emoziono a cantare con le mie compagne”.Ma in via della Marranella non si canta soltanto: il progetto di Asinitas riserva una sorpresa. Da queste canzoni, nasce “la ricetta speciale del minestrone”: un minestrone fatto sì con verdure e ortaggi, ovviamente, ma purché regalati o lanciati dai balconi degli abitanti del quartiere. Il costo è zero: gli ingredienti vengono donati in cambio di una canzone. Megafono alla mano, Carolina, operatrice di Asinitas annuncia il passaggio della Banda e chiede le verdure. Carote, cipolle, melanzane e pomodori non tardano ad arrivare. Il grosso telo raccoglie gli ortaggi gettati dalle finestre, ma c’è anche chi dona qualcosa dal proprio negozio, come il proprietario del fast-food Banglar Shaad, che regala un sacchetto di patate, scatenando l’euforia e gli applausi della “Banda del minestrone”. Una signora si ferma vicino al tavolo di un bar, dove sono seduti quattro anziani, indubbiamente degli abitanti “storici” del quartiere, e chiede: “Ma cosa fanno?”. Uno dei quattro la guarda come se la risposta fosse scontata: “Ma raccolgono le verdure!”. E la signora, che ne ha una busta piena, immediatamente va a depositare un piccola parte della sua spesa nel carrello, che lentamente, diventa sempre più pesante. C’è anche chi non ha verdure pronte in casa, come due ragazzi stranieri, che affacciati al balcone a filmare la scena, decidono di lanciare una banconota da 10 euro.I canti contagiosi proseguono fino alle 12,30. Tante verdure e ortaggi sono stati raccolti. “Le persone oggi sono state molto generose”, dice una delle cantanti. Al passaggio del gruppo in via Pavoni, dove non ci sono negozi, ma case le cui porte si affacciano sulla strada, sembra quasi di ritornare a una Roma dei tempi passati, dove il vicinato se ne sta per la strada a chiacchierare. Ma oggi, la quotidianità è stata piacevolmente stravolta dalle note di chitarra, fisarmonica e tamburelli. Un cane sulla porta non smette di abbaiare e il padrone spiega a una donna del coro: “Signorì, non è perché è cattivo, ma tutta ‘sta gente non l’ha vista mai!”.Per due ore via della Marranella ha preso vita e regalato agli abitanti e ai tanti passanti qualche momento di spensieratezza. Il risultato sarà un minestrone senza dubbio buonissimo, la cui ricetta ha un ingrediente in più, e che si potrà gustare domani a piazza della Marranella a partire dalle 18.00, in occasione della festa di “Alice nel paese della Marranella”, un evento di fatto di canti, danze e incontri, un’occasione da non perdere per assaggiare anche il minestrone speciale nel quartiere più multiculturale di Roma.Fotografie di Edoardo Russi

Testo di Elisabetta RossiFoto di Edoardo Russi

(19 maggio 2017)

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