Alice nel Paese della Marranella: la meraviglia di sconfiggere i pregiudizi con il gioco

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“Se si insegnasse la bellezza alla gente,la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione,la paura e l’omertà”.P.Impastato

Questo è lo slogan che anima la quarta edizione di Alice nel Paese della Marranella. La pioggia non ha fermato le tante associazioni che anche quest’anno si sono incontrate per dar vita all’evento con musica, spettacoli, street food, come nota un bambino in bicicletta che urla al padre: “quest’anno ci sono molte più cose”. Sebbene la festa sia stata posticipata di un’ora, i partecipanti non si sono piegati alle avversità atmosferiche e sono accorsi numerosi.

Organizzata dall’associazione omonima nata ad hoc, dal 2013 Alice nel Paese della Marranella si propone la riscoperta dello spazio urbano e delle varie realtà che lo animano trasformando il territorio, da piazza Perestrello a via Eratostene, Torpignattara, in un grande palcoscenico multietnico pieno di artisti che hanno messo i propri talenti al servizio dell’iniziativa.

I preparativi fervono già da tempo: Asinitas la settimana precedente ha organizzato La Caccia alle meraviglie, aspettando Alice, per mettere in comunicazione le donne con il quartiere, con squadre miste e prove che spingevano i partecipanti a chiedere informazioni negli esercizi commerciali, intervistando e comprando prodotti etnici, in lingue diverse, a scoprire nuovi termini, a notare e disegnare le meraviglie del quartiere.

“Quest’anno è la prima volta che organizziamo qualcosa del genere – dice Elena Canestran– per prepararci a questo sabato volevamo qualcosa che unisse divertimento e cultura e che fosse infragenerazionale, bambini e adulti nella stessa squadra. Il backstage è stato lungo ma la caccia al tesoro ha permesso di esplorare il quartiere con occhi diversi e in pochi secondi ha sconfitto l’ostilità della gente”.

La piazza si colora di vari stand: quello con le meraviglie che i partecipanti alla caccia hanno condiviso e che sono stati cuciti insieme in un grande quadro, quelli del Cemea con tanti giochi per bambini, quello della casa del popolo di Torpignattara; mentre al centro gruppi di ballo di diverse nazionalità si esibiscono, bambine bengalesi in costumi tipici, danzatori bretoni.

Shadam Zadran è afgano e ha portato, insieme ad altre quattro persone, una danza nazionale, l’Attan, in costume tipico – “Sono molto contento perché è la prima volta che partecipo attivamente ad Alice e alla gente è piaciuta tanto la nostra danza”.

Stranieri e italiani, giovani e vecchi, fianco a fianco, assistono divertiti in cerchio alle esibizioni nella piazza.

“Mi sono sentito subito trascinato in questo flusso. C’è un’atmosfera magica, uno spirito di scambio tra sconosciuti e l’assenza di regole predefinite, i bambini che ballano con gli adulti, liberi di esprimersi”- commenta un ragazzo inglese capitato lì per caso.

Da via della Marranella provengono i suoni di diversi gruppi musicali: la Murga patas arriba, la Stradabanda, la Gambasamba, la banda del minestrone che venerdì 13 ha raccolto la verdura lanciata dai balconi di via della Marranella cantando canzoni popolari. Il minestrone è pronto e i piatti passano veloci di mano in mano; tre pentoloni finiscono in un batter d’occhio. Non mancano comici e prestigiatori, la tenda delle storie di Asinitas, varie mostre.

Ci sono molti dei partecipanti alla caccia che si rincontrano: c’è Idrees Jamali, ragazzo afgano, che non si perderebbe l’evento per niente al mondo, anche se deve scappare a lavoro, Fadi Abahattab, palestinese, che abita nel quartiere da ottobre e lo trova fantastico, Icra e sua mamma, bengalesi, Sara Corrente, italiana che abita a Torpignattara da tre anni e da quando vive qui ha sempre partecipato all’evento.“Anche l’anno scorso pioveva ma, il primo anno è stato un’esplosione di musica e colori, per tutta la via. La cosa che mi piace di più è come riescano ad unire tutte queste persone insieme”.“Chi ha detto che i grandi non debbano giocare”, diceva Asinitas per invitare alla caccia al tesoro, ed è proprio in questa ricerca della Meraviglia che si percepisce, nonostante le diversità di provenienza, di età, di storie personali, l’appartenenza a qualcosa, la Marranella, come area, ad un momento specifico, questo, che va al di là di tutto e disegna sorrisi sulle facce dei partecipanti.Combattere i pregiudizi con il gioco si può è questa la grande sfida che Alice nel Paese della Marranella ha dimostrato di poter lanciare.Foto di Federico d’Antoni e Philip Rushworth

Elena Fratini

(18/05/2016)

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