“Siamo fondamentalmente un gruppo di amici che, chi per lavoro, chi per volontariato e chi per sfortunate vicende della vita, si è trovato al Centro Astalli. Siamo un gruppo che ama fare musica insieme e non parla di intercultura ma la fa, semplicemente, confrontandoci e a volte litigando fra scale, arpeggi e canzoni.” Pierpaolo così presenta i Luz y Norte Musical.Sarà il loro concerto martedì 30 maggio alle ore 19 al Goethe Institut in via Savoia 15 a chiudere la mostra fotografica “PIU’ CULTURE – migranti del municipio II di Roma”.Ma chi sono e qual è la loro storia? “Nasciamo 6 anni fa per colpa di Claudio Zonta, ora Padre Gesuita, che stava facendo il suo magistero al Centro Astalli e fra le tante cose dava una mano in cucina: io sono il cuoco”, racconta Pierpaolo, bassista del gruppo. “Lui già musicista, chitarrista, io stavo iniziando a studiare. Scopriamo la passione comune soprattutto per la musica antica popolare e mi dice: perché non suoniamo? Capita l’occasione di farlo nell’intervallo di una manifestazione del Magis, ma non avevamo un nome. Claudio in quel periodo stava studiando un manuale teoretico sulla musica antica del 1677 dal titolo “Luz y norte musical para caminar por las cifras de la guitarra española y el arpa” di Lucas Ruiz de Ribayaz e così ecco il nostro nome. Eravamo in due.”Claudio Zonta si occupava anche del dormitorio de “La Casa di Giorgia”, struttura del Centro Astalli che ospita donne rifugiate sole o con i loro bambini, e per intrattenere le ospiti aveva organizzato un piccolo coro. Così 4 ragazze si sono unite al gruppo nascente. Da allora è stato un arrivare e andar via di persone. Per i Gesuiti è normale spostarsi e per le ragazze che lasciano il gruppo significa l’aver trovato un lavoro e la possibilità di ricrearsi una vita. La musica però resta, perché ognuno nei Luz y Norte Musical, canta e suona la sua terra e la sua vita. “Alejandro del Venezuela ci ha regalato La tierra de Olvido e la musica antica popolare è stata mitigata pian piano dai ritmi africani e latini. Col continuo ricambio era difficile riaccordarsi, finché è arrivato Mauro Gemelli, più musicista di tutti, il nostro maestro e direttore artistico”“Ero alla Casa di Giorgia. Le giornate non passavano mai, volevo esser utile, far qualcosa. Così ho chiesto se potevo dare una mano al Centro Astalli e mi sono trovata in cucina ad aiutare Pierpaolo”, racconta Mariana della Mauritania, cantante del gruppo. “Ogni tanto canticchiavo una canzone e Pierpaolo mi dice: Mariana che fai sabato? Vuoi venire a provare con noi? – Ed eccomi qui da 3 anni. Dopo 9 mesi ho trovato un lavoro grazie all’aiuto di Casa di Giorgia e mi occupo dei bambini di una famiglia. Sono contenta perché nella mia terra studiavo per lavorare proprio con i bambini. Mi sono sposata, vivo in un appartamento e sogno dei bambini miei e organizzare una squadra di basket. Eh sì, la mia passione è il basket. Gioco in una squadra di San Lorenzo e mi piace tantissimo, più del canto”. Mariana canta una canzone sulla mamma che sentiva cantare nel suo paese, ogni giorno, fin dal risveglio. Ogni volta è nuova perché “mia madre cambiava sempre le parole. La mattina la intonava per svegliarci, la sera per addormentarci, cantava quel che aveva nel cuore e nei pensieri, così faccio anche io”“E’ una cosa scaturita dal nulla. Non è che abbiamo un obiettivo fisso, è solo per divertirci e toglierci i brutti pensieri dalla testa. Formiamo una famiglia” dice Paul, percussionista e voce del Togo, fra i veterani del gruppo come Pierpaolo. C’est la vie è la canzone camerunese che lui ha portato: un inno alla vita, splendida misteriosa e fragile, come le donne che la originano. Jacopo con il suo cajon, ma non solo, è l’altro percussionista, italiano, da 3 anni nel gruppo. Insieme a suo fratello e a Baker, curdo irakeno altro elemento eccezionale del gruppo che canta e suona il mediorentale saz, ha creato uno spin-off di musica curda. Bernadette, cantante italiana e collega di Pierpaolo, racconta l’unicità di Baker “Per lui scrivere la musica non esiste: cambia ogni volta. Ci spiazza sempre e non sappiamo mai quanto durerà e dove andrà a finire. La base è la sua musica tradizionale su cui Baker canta i suoi pensieri. A volte ci arrabbiamo” dice sorridendo. Pierpaolo “Io mi regolo così, parte Baker, io guardo Mauro che è il maestro e sa sempre cosa fare, ci dice la tonalità e tutti ci inseriamo” .La bellezza dei Luz Y Norte Musical è il viver la musica con spensieratezza, improvvisando e decidendo tutto insieme senza un vero leader. Il repertorio cambia in base alle persone che sono nel gruppo al momento. “Rimaniamo un gruppo che ama divertirsi suonando insieme e aperto al continuo ricambio e movimento. Questa è la nostra bellezza anche se ci rende un po’ disorganizzati” dice Pierpaolo. Ma i Luz y Norte Musical non finiscono qui: c’è anche Luigi, chitarrista gesuita, in partenza, e Fabio altro polistrumentista.Mauro abbraccia il suo guitalele, un ukulele a sei corde, iniziando a suonare, si introducono Paul e Jacopo alle percussioni e via via ogni componente eccezionale di questo gruppo unico: è il “la” delle prove!Non resta che ascoltarli e lasciarsi avvolgere e coinvolgere dai ritmi della loro musica sempre nuova: martedì 30 maggio alle ore 19 al Goethe Institut.
Silvia Costantini(24 maggio 2017)
Leggi anche: