Cittadinanza: il testo in aula al Senato

C’è Bruno, vent’anni, che è nato in Albania ma ostenta un inequivocabile accento toscano. È arrivato in Italia quando ne aveva tre per raggiungere il papà “sbarcato qui negli anni ’90 col gommone”. Come lui, anche Fioralba è albanese, 27 anni e una laurea in psicologia presa alla Sapienza. E poi c’è Tezeta, 32 anni dal Gibuti, arrivata a Roma a cinque “sulle note di Notti Magiche per i mondiali di calcio”. Oggi fa l’attrice per la Rai.

Sono italiani senza cittadinanza e, assieme a un milione di figli e figlie di immigrati nati o cresciuti in italia, vogliono essere riconosciuti. “Non vogliamo più essere invisibili“.

Italiani senza cittadinanza

Al Senato chiedono di approvare la riforma della legge per l’acquisizione della cittadinanza. Il disegno di legge che da quasi due anni giace in commissione Affari Costituzionali, sommerso da oltre ottomila emendamenti, e che domani finalmente sbarca in aula, dopo l’approvazione alla Camera a ottobre 2015.

La relatrice del ddl Doris lo Monaco mostra ottimismo: “Sarà una battaglia dura ma sono fiduciosa, arriveremo al voto finale”, ha detto ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama indetta da Italiani senza cittadinanza.

Manifestazione Italiani senza cittadinanza (foto di Gianluca di Gifico)

“Siamo qui per mostrare ai parlamentari com’è il Paese fuori, per mostrare chi sono gli italiani col permesso di soggiorno”, ha spiegato la giornalista Paula Baudet Vivaco, tra i fondatori del movimento. “Questi ragazzi hanno bisogno di essere riconosciuti come figli d’Italia“.

Intanto la petizione lanciata a aprile ha già raccolto oltre 40 mila firme. “Vi scriviamo perché avete nelle vostre mani le sorti delle nostre vite”, è l’incipit della lettera-petizione scritta ai senatori.

 

Federica Giovannetti

14 giugno 2017

 

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