
Eppure le donne sono fondamentali nel trasmettere lingua, usi e costumi dell’Albania alle seconde generazioni. Così facendo migliorano la propria condizione e contribuiscono a creare una società con più diritti sia nel paese d’origine che in quello in cui sono emigrate. Lo spiega Anila Britri, ambasciatrice di Abania, “sono le donne a preoccuparsi di ricongiungere la famiglia, ad aiutare i bambini nell’apprendimento della lingua e a provvedere alla loro integrazione nella società, ma anche a tenere vive la storia e le tradizioni e a trasmettere la lingua albanese”.Adele Budina è una giovane produttrice cinematografica, che fa parte della seconda generazione di migranti, è cresciuta e si è formata in Italia, oggi lavora soprattutto a Tirana. Adele spiega che “I film devono aiutare a cambiare la mentalità negativa e patriarcale; denunciare i problemi sociali che persistono, come ad esempio quello delle spose-bambine. Ciò non è semplice in quanto per accedere ai fondi pubblici bisogna raccontare il nostro paese come una cartolina, concentrandosi soltanto sui fattori positivi come la crescita economica, offrendo solo una parte della realtà”.Spetta a Rendo Devole, uno dei curatori del volume, focalizzare l’attenzione sul testo “Quest’opera vuole conoscere e far conoscere la realtà delle donne albanesi dando loro voce e cercando di aprire un dibattito più ampio e complesso, a livello europeo, sulle migrazioni e sui diritti delle donne e delle bambine nell’Albania di oggi.”
Marzia Castiglione Humani
(28, novembre 2017)
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