Medicina tradizionale cinese: da gennaio al via il corso col maestro Shi Yan Hui

shi yan hui monaco shaolinNessuna malattia compare all’improvviso: le malattie sono come l’erba cattiva. Prima sono invisibili, poi diventano visibili”. Quando spiega i principi della medicina tradizionale cinese alla platea che riempie la sala Folchi del complesso San Giovanni-Addolorata, il maestro Shaolin Shi Yan Hui usa moltissime metafore: “non c’è ospedale migliore del nostro corpo” è quella che ricorre più spesso.La medicina tradizionale cinese – Yi – è antichissima, al punto che alcune sue pratiche, come l’agopuntura, sono state dichiarate patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO. In Occidente non è considerata al pari della medicina tradizionale perché non convalidata dal metodo scientifico; eppure in molti vi ricorrono per correggere squilibri della colonna vertebrale, insonnia, mal di testa. “Sia la mente che il corpo sono sia statici che dinamici, e lo squilibrio genera la malattia” spiega ai presenti il Maestro, e continua: “il corpo è come un fiume: se riusciamo a far scorrere la corrente, le difese immunitarie restano alte”.A sentir parlare Shi Yan Hui si comprende come la distinzione fra scheletro e muscoli o fra mente e corpo, sia davvero cosa tipicamente  occidentale. Laddove la medicina occidentale vede una disfunzione nella colonna vertebrale, quella cinese parla di jing contratto, qi negativo e meridiani chiusi. La forza – e il fascino – della medicina tradizionale cinese sta infatti nel suo essere olistica: se la medicina occidentale si limita a curare la malattia, quella cinese cerca di indagare la causa che l’ha generata per prevenirla in futuro: “non serve prendere le medicine, si deve cambiare la propria vita quotidiana”.Ciò che conta, nell’attività fisica, è essere capaci di identificare il proprio limite, tutt’altro che anagrafico e unicamente soggettivo: “l’età non importa, ma c’è un limite per tendere il jing in ogni persona. Quel limite è l’equilibrio” allontanando quello che Shi Yan Hui chiama il qi negativo, dato da un sovraccarico di pensieri che non si riesce ad allontanare. “Non serve fare pesi, affaticarsi. Per tornare a un qi positivo si devono fare cose che piacciono: uscire, camminare, meditare, prendere aria fresca. Solo questo permette di lavare il midollo ed estirpare l’erba cattiva”.Gli insegnamenti del Maestro Shi Yan Hui saranno parte di un corso di medicina tradizionale cinese che a partire da gennaio 2018 tornerà con una nuova edizione. Promosso dall’associazione Shaolin Quan Fa e dalla Fondazione Santa Lucia, si compone di 9 moduli e 11 lezioni teorico-pratiche che si terranno la domenica mattina da gennaio a luglio e da settembre a dicembre.Per informazioni:Associazione Shaolin Quan Fa Italiaemail: shaolin.cultura@gmail.comtel. 329 0460898Sede del corso: Fondazione Santa Lucia IrccsVia Ardeatina 354, 00179 Romainfo: 06 51501500 / -1404

Veronica Adriani8 novembre 2017

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