La cultura Shaolin nel segno del benessere totale

il maestro cinese Shi Yan Hui
Il maestro Shi Yan Hui ha introdotto in Italia la cultura Shaolin, fino a fondare l’associazione Shaolin Quan Fa

Una disciplina completa, ribattezzata la cultura del benessere, con benefici al fisico e alla mente: stiamo parlando della cultura Shaolin, alla quale si ispirano le lezioni di kung fu e di meditazione chan del maestro cinese Shi Yan Hui. Rappresentante in Italia di quella che lui stesso definisce karma, il maestro svolge un’attività di promozione e di insegnamento della sua arte presso due palestre a Roma, con sede l’una in via Mirandola 15, e l’altra in via Capistrano 36.

Tale ruolo è frutto di un lungo percorso di formazione e di allenamenti, iniziato con l’ingresso a nove anni in un monastero dell’originaria provincia dell’Henan, secondo i dettami della religione buddista. Ormai diciottenne, dopo essere diventato discepolo dell’abate Shi Yong Xin del tempio di Shaolin e monaco guerriero nel 1998, Shi Yan Hui si è dato all’attività di istruttore, girando il mondo con spettacoli ed esibizioni insieme ai suoi allievi per diffondere la cultura Shaolin. Se questa ha attecchito nel nostro paese, il merito è suo. “Nel 2005, la sera del primo spettacolo a Roma”, rivela, ”nonostante la forte pioggia che durava da ore e che non accennava a smettere, il pubblico non volle desistere, e rimase per assistervi: continuammo ad esibirci, anche se tutti bagnati, scivolando e cadendo sul palco più volte. La dimostrazione d’interesse e di apprezzamento ricevuta in quell’occasione mi colpì molto”. Dopo allora, dal 2008 il maestro Shi Yan Hui si è stabilito in Italia per insegnare la cultura Shaolin, “nell’intento che la Cina centrale abbracci l’intera umanità, perché appartiene a tutti”, fino a fondare, nel giro di due anni, l’associazione sportiva dilettantistica Shaolin Quan Fa, aperta ad italiani e cinesi. “Ci sentiamo come una famiglia. Oltre ad avermi insegnato la lingua italiana, i miei allievi mi hanno aiutato ad allargare la rete di contatti per promuovere questa disciplina.” Oggi l’associazione conta scuole affiliate di arti marziali cinesi in altre città italiane come Bologna e Firenze, dove spesso il maestro è impegnato a tenere stage e lezioni.

il maestro cinese Shi Yan Hui durante una lezione presso la palestra in via Mirandola a Roma
il maestro cinese Shi Yan Hui durante una lezione di kung fu presso la palestra in via Mirandola a Roma

Quale la portata e quali i valori di questa cultura? “Tre sono le componenti fondamentali: il kung fu –le arti marziali cinesi – , la chan – la meditazione buddista – , e la medicina tradizionale cinese” spiega Shi Yan Hui. “L’allenamento interessa tutti questi aspetti, che vale per la vita, in vista del raggiungimento della saggezza filosofica. E’ un percorso di spirito, che richiede un pieno di energia necessario a trasmettere forza fisica ed interiore”. Tra i concetti chiave di questa disciplina trova spazio il lavoro costante e regolato, che investe tutte le attività umane. “Siamo come dei piccoli alberi che vogliono crescere, ma non devono avere fretta di farlo: troppa acqua non fa bene. Servono i giusti tempi”. L’allenamento del fisico si lega a quello della mente, secondo la sincronia tra i movimenti del corpo generata dall’intenzione e dalla strategia, che conferiscono “sapore e ritmo” a tali movimenti gesti. L’armonia tra corpo e mente, che prende il nome di Qi, stimola la concentrazione, favorendo la buona riuscita di ogni attività del quotidiano: la professione, lo sport, la famiglia e le altre relazioni ne possono trarre ottimi vantaggi.

Clara Agostini
(2 marzo 2015)

 

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