
(photo credit: Marco Caporaletti)
Alle 19 del 25 gennaio gli occhi di un’intera piazza erano rivolti verso l’alto. Il cielo di Roma era illuminato a giorno dai fuochi d’artificio sparati dalla terrazza del Pincio oltre i tetti delle case in Piazza del Popolo. Sotto, per quindici minuti, una folla di romani e di turisti incuriositi è rimasta a bocca aperta per godersi uno spettacolo pirotecnico decisamente inusuale. Tra di loro i fan più accaniti: i bambini che, facendo eco ai bum! dei fuochi d’artificio, ascoltavano le spiegazioni dei papà su come quella meraviglia fosse originaria della Cina.
L’evento, che per l’intero pomeriggio ha tenuto gli occhi dei romani incollati all’enorme palco montato su un lato della piazza, è stato organizzato per festeggiare il Capodanno cinese, che quest’anno avrà inizio con il secondo novilunio dopo il solstizio d’inverno (più banalmente, il prossimo 31 gennaio). Festa di Primavera, è detto, Chun Jie. Eppure in piazza sembrava tutto tranne che primavera, dato che il sole pieno che ha illuminato Roma per un’intera giornata era perfettamente bilanciato da un freddo tornato in città giusto per l’occasione. Cosa che, si può ben immaginare, ha messo a dura prova la resistenza fisica degli oltre 100 artisti tra ballerini e musicisti arrivati nella Capitale direttamente dalla Cina con un aereo privato, che si sono esibiti all’aperto per circa tre ore e mezza.

(photo credit: Marco Caporaletti)
Due le compagnie che alternandosi sul palco hanno riproposto danze rituali – la Compagnia dello Hunan e quella dello Shaanxi – lasciando spazio, tra un cambio di costume e l’altro, ad esibizioni di arti marziali, canto lirico e percussioni. Il tutto, naturalmente, su sfondo rosso. La regola principale del Capodanno cinese, infatti, è quella di rispettare la tradizione. Per questo è d’obbligo la rievocazione della figura del mostro Nian, che una volta svegliatosi dal lungo sonno alla ricerca di carne umana da sacrificare, con la danza del leone sfila tra le strade inseguito dai partecipanti, fermandosi solo – appunto – di fronte al colore rosso, ai rumori e alla musica.
Va da sé, dunque, che quest’ultima è parte integrante dello spettacolo, e che tamburi e trombe non possono mancare. Il risultato è uno spettacolo colorato e coinvolgente, che da quattro anni ormai porta in piazza i romani, ben felici di festeggiare insieme alla comunità cinese l’arrivo del nuovo anno, che per il 2014 sarà sotto il simbolo del cavallo.

(photo credit: Marco Caporaletti)
Da tre anni è The Gate Visible Connection ad occuparsi dell’organizzazione dell’evento, che l’anno scorso si è tenuto in Via dei Fori Imperiali e ha coinciso nei tempi con il Carnevale romano: “è stato un modo che l’amministrazione comunale ha scelto per stare simbolicamente vicino alla comunità cinese dopo l’omicidio del Pigneto”, racconta Valerio, parte dello staff organizzativo. “Lo scorso anno abbiamo portato in piazza circa 12.000 persone. Quest’anno speriamo di poter raggiungere e superare quell’obiettivo, anche grazie alla location in cui ci troviamo”. Piazza del Popolo in effetti è gremita, e non solo perché è un luogo di passaggio, prima tappa turistica entro le mura del centro storico di Roma venendo dal quartiere Flaminio. È gremita anche perché chiunque passi non riesce proprio a tirar dritto, verso i monumenti.

(photo credit: Marco Caporaletti)
C’è chi resta incantato dagli equilibristi, chi ascolta il discorso del Sindaco, che oltre ad aver dato il suo patrocinio all’evento ha dichiarato che la vera strada dell’integrazione è quella che passa per le scuole: è importante tanto l’insegnamento dell’italiano ai cinesi quanto quello del cinese agli italiani. C’è poi chi viene irresistibilmente attratto dagli stand, opposti al palco, sull’altro lato della piazza, dove tour operator specializzati in viaggi verso la Cina presentano le offerte e diverse soluzioni di viaggio. Visitando lo stand dell’ufficio turistico italo-cinese si scopre così che sono più di 400.000 gli italiani che ogni anno decidono di partire alla scoperta della Cina, e che in pochi vanno da soli, preferendo affidarsi a tour organizzati.
Ma c’è il rovescio della medaglia: i cinesi di Roma che non potendo rientrare spesso in patria approfittano di queste due settimane di festa per tornare a casa, nella propria città natale o dalle proprie famiglie lontane. “In questo periodo i voli sono pieni” spiegano dalla China Eastern Airlines. “Per Shanghai ne partono due al giorno, e i posti sono sempre esauriti”.
E se si pensa al modo occidentale di festeggiare il Capodanno, in fondo, basta poco per rendersi conto che le due culture non sono poi così distanti.
Veronica Adriani
(30 gennaio 2014)
Guarda la galleria fotografica dell’evento su Facebook
Leggi anche…
L’anno del serpente si festeggia al Teatro Orione
Capodanno cinese 2013: tutti pronti per l’arrivo del serpente