La nuova Roma: umanitaria e multietnica

Conoscere la città dal punto di vista dei "nuovi italiani". È questa la sfida di Guide Invisibili, percorso audio che porta i partecipanti a scoprire la loro città con occhi diversi, come quelli di Bakary, una delle voci della guida di Piazza Vittorio

Bakary coi ragazzi di Infomigranti
Bakary coi ragazzi di Infomigranti
La capitale non è diventata nel tempo solo un luogo capace di accogliere molti stranieri che cercano una vita migliore, ma anche capace di comprendere le loro culture e farle conoscere agli altri. Guide invisibili è uno dei tanti progetti che cerca di trasmettere attraverso i media l’impatto che le diverse culture hanno sulla storia moderna di Roma. Sono delle guide sonore che, attraverso un percorso audio costruito con le voci dei migranti che vivono a Roma, fanno scoprire ai partecipanti storie e luoghi nascosti.La specialità di queste guide sono le voci delle ragazze e dei ragazzi di diverse nazionalità che per nove mesi si sono impegnati a finalizzare questo progetto radiofonico sostenuto da Laboratorio 53: le loro voci presentano luoghi, tradizioni ed episodi di vita. Una delle voci che dà inizio all’audioguida di Piazza Vittorio è quella di Bakary Camara. Originario del Mali, Bakary ha 27 anni e vive da cinque mesi in un centro di accoglienza della Croce Rossa a via Ramazzini. Ha avuto una vita avventurosa sin da piccolo, infatti fino a tre anni fa, prima di arrivare in Italia, lui e la sua famiglia sono stati costretti a trasferirsi nel tempo in diverse zone dell’Africa, motivo per cui oggi non ha ricordi ben chiari sulla sua infanzia. La sua ambizione più grande è sempre quella stata di studiare, ma lì non aveva le condizioni necessarie per farlo.Così Bakary ha deciso di venire in Italia, imbarcandosi dalla Libia verso la Sicilia. “Sono nato da solo, quindi tutto quello che faccio, lo faccio da solo, anche venire qui”, sorride. Si è imbattuto in molte difficoltà una volta arrivato a Roma: ottenere il permesso di soggiorno, ambientarsi, e soprattutto trovare un posto di lavoro. Ha imparato l’italiano grazie ai corsi di lingua organizzati al laboratorio 53, dove coltiva le sue passioni come il teatro, la fotografia e la musica rap. L’amore per la recitazione è tale che Bakary ha anche partecipato a Io sono tempesta, film di Daniele Luchetti del 2018.“Nel mio villaggio, da piccolo, sentivo spesso parlare di Roma, come se fosse una città molto famosa, volevo proprio vederla” continua Bakary, ma non avrebbe mai creduto che sarebbe arrivato qui in circostanze simili. Fortunatamente, ha trovato l’appoggio di molte persone, volontari o altri rifugiati, che da allora lo spronano sempre a migliorare. Ha partecipato a vari corsi di formazione – come quello di cameriere o di scuola guida –  nella speranza di trovare un buon lavoro. Infatti, dopo che avrà preso la patente, pianifica di fare un lungo viaggio per l’Europa e ritrovare i suoi vecchi amici che si sono stabiliti in altri paesi: Spagna, Francia o Ungheria. Forse, grazie alla sua grinta e il suo ottimismo, coglierà l’opportunità giusta per lui, e la sfrutterà al meglio.

Ana Goia e Sara Cicala(16 maggio 2018)