“Mi chiamo Amir, ho 38 anni e sono arrivato a Roma dall’Iran sei mesi fa. Adoro cucinare e nel mio paese ho lavorato per 2 anni con mia moglie gestendo un catering. È stata proprio mia moglie a insegnarmi a cucinare”.
Amir: la partenza e il progetto “In cammino…catering migrante”
“In Iran ci sono belle persone, ma a causa del nostro sistema di governo abbiamo molti problemi: siamo dovuti andar via, per motivi che non posso specificare, ma con la speranza, in Italia, di migliorare la nostra condizione. Mi piace molto stare in questo gruppo e sono felice di cucinare con loro. Spero di perfezionarmi giorno dopo giorno”.Amir insieme ad altri diciannove cuochi, fra migranti forzati, rifugiati e richiedenti asilo, fa parte del progetto “In cammino…catering migrante”, che ha lo scopo di formare una start-up di catering italiano e internazionale.Il progetto attivato nell’aprile 2018, è promosso dalla Congregazione delle Suore Francescane della Ssma Maria Addolorata, Humilitas, programma ASCS Onlus per la Missione Latinoamericana di Roma, Gustamundo ed è cofinanziato da Fondazione Cattolica Assicurazioni e ha il patrocinio di Biblioteche Di Roma.“In cammino…catering migrante” non è solo cucina, ma anche corsi di italiano e “c’è anche una parte del programma dedicata al marketing e alla gestione dell’impresa affinché questi venti cuochi di talento, che vengono da tutto il mondo, possano avere tutti gli strumenti per creare qui il loro sogno”, spiega Gaia Mormina, ideatrice e curatrice del progetto per conto di ASCS.
Amir e la quotidianità: vivere a Roma
“Non ho molte cose da fare durante il giorno: mia moglie ed io viviamo in un campo di accoglienza sulla via Prenestina. Le condizioni non sono buone e stiamo cercando una soluzione migliore, ma non parlo ancora italiano e così non è facile. Avevo iniziato a studiarlo ma ho dovuto smettere di andare alle lezioni perché mia moglie è ammalata: non è un buon periodo per noi, ma spero che presto tutto andrà meglio e che lei guarirà, così riprenderò a studiare di nuovo”.Quando sono arrivato a Roma cosa ti ha colpito? “Tutto, le persone sono state tutte gentili con noi, gli italiani amano noi iraniani: è stato facile per me trovarmi bene e in molti ci hanno aiutato. È stato più difficile andare d’accordo con i rifugiati di altre nazioni, perché in molti c’è malcontento e si creano tensioni fra noi . Adoro Roma perché è impossibile annoiarsi. Puoi passeggiare per Villa Borghese, vedere il Colosseo, ogni sua strada ha qualcosa di bello.”
Amir e il piatto del giorno: Tahchin
“Il progetto “In cammino…catering migrante” sta aiutandomi a capire la mia strada qui in Italia e forse un giorno potrò avere un mio ristorante: questo è il mio sogno”, confida Amir, mentre impiatta una porzione di Tahchin, che ha preparato in occasione di “+ Gusto” al Parco Nemorense durante la Settimana del Rifugiato.“Il Tahchin è un piatto iraniano, anzi persiano, simile al timballo di riso. Gli ingredienti principali sono riso, yogurt, zafferano, uova, curcuma, mirtilli (in sostituzione del crispino, bacca tipica usata in Iran), pollo. Ci vogliono 3 ore per prepararlo ma il risultato è خیلی خوشمزه, “molto delizioso”. In Iran lo cuciniamo per le feste importanti come i matrimoni”. Qui la ricetta completa.
Silvia Costantini(26 giugno 2018)
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