Ognuno è autore di un piatto della tradizione culinaria di origine. La serata si apre con la degustazione della zuppa Ugu, preparata da Chris. E se è vero che ogni piatto ha una storia, quello di Chris racconta che è tutto cambiato da quando stava in cucina con la madre. “Ho lasciato la Nigeria per tanti problemi, è una storia lunga”, ma non approfondisce. Nel suo paese ha studiato economia e ha lavorato per due anni e mezzo nel settore. Poi ha lasciato tutto: “Ora sto seguendo un corso di lingua italiana, ma voglio studiare anche web design. Ho bisogno di tempo per costruire qualcosa qui”, dice.E se la zuppa di Chris ha sapore di nostalgia, lo Scoda Criss, il riso con carne, di Mohamed sa di positività, nonostante tutto. “Ho perso la mia famiglia, allora ho deciso di partire: sono andato in Sudan, poi in Yemen, poi in Libia. Dove sono stato in prigione per 7 mesi e ho speso 8 mila dollari per essere liberato. Il viaggio e il riscatto li ho pagati con i risparmi che mio zio ha ricavato dalla vendita della mia casa”. Ha 24 anni Mohamed e adesso guarda al futuro: ” da pochissimo ho cominciato a lavorare al ristorante e faccio il mediatore, così posso aiutare gli altri migranti”.
Infine Moussa con spriss, carne speziata, e pane injera porta gli ospiti in Etiopia, il paese da cui è partito per non continuare a combattere la guerra con l’Eritrea. “A un certo punto mi sono chiesto perché ci ammazziamo tra fratelli?”. Nonostante il suo impegno in politica abbia determinato la sua partenza, non smette mai di informarsi anche sulla politica italiana. “Guardo molto la tv e conosco i giochi politici, avendo partecipato attivamente anche alla vita politica del mio paese. Se l’Italia chiude i porti, come qualcunoo dice, il problema non si risolve, rimane in Libia, si troveranno altre vie e si alimenterà ancora di più il giro sporco di denaro che ha il suo centro in Libia”.Moussa ha 35 anni e i suoi figli sono cresciuti senza di lui, in questi 12 anni di assenza ha girato l’Europa, respinto da un paese all’altro. Ha aperto e chiuso, a causa della crisi, un’azienda edile a Massa Carrara, dove vivono i suoi fratelli. Ma è pronto a ripartire da Roma: “Ho girato il mondo, conosco almeno 10 lingue e sto studiando per diventare mediatore”.
Le storie di Moussa, Chris e Mohamed sono simili a quelle di tutti gli altri in partenza. La serata di Gustamundo è un piccolo tour tra i paesi delle migrazioni: il punto di partenza è la tavola, che in tutte le culture è condivisione, e il punto di arrivo è la consapevolezza.
Rosy D’EliaFotografie di Giuseppe Marsoner25 luglio 2017
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