Ash: un viaggio non scelto e il sogno di diventare ballerino

Ash
Foto di Marcello Scopelliti
Mi chiamo Ash, vengo da Sharqiyya in Egitto, e tra un mese compirò 17 anni: sono in Italia dal 26 settembre 2016”, così si presenta Ash, uno dei ragazzi ospiti del centro di accoglienza MSNA “Casa Margherita”.“Ho lasciato la mia casa durante l’Id al-adha, festa mussulmana del Sacrificio, dove ammazziamo una pecora o una mucca. Era venerdì 16 settembre 2016. Non è stata una mia scelta, ma la decisione è stata presa quel giorno: non ho avuto neanche il tempo di pensarci.  Mio padre mi ha svegliato la mattina e mi ha chiesto “sai nuotare?”, era una domanda così strana per me, e io “sì, ho imparato, perché?” e lui “stai per partire con tuo cugino”. L’ho saputo la mattina e sono partito la sera”.

Ash: il viaggio non scelto

Ash e suo cugino partono direzione Alessandria per proseguire oltre fino al luogo segnalato per l’imbarco: il viaggio inizia il 18 settembre alle ore 3.30 di notte. “Sono stato 8 giorni in mare. Non dimenticherò mai il viaggio: eravamo 350 su una barca di 20 metri e c’erano tantissimi bambini.  Quando li ho visti, così piccoli, non ho più pensato a me stesso e mi sono chiesto: come può un padre prendere moglie e bambini e affrontare un viaggio così? Perché non aspettare e trovare un altro modo? È fargli del male. Ho pensato questo durante tutto il viaggio, viste le difficoltà”.35mila ghinee, circa 1600 euro, è il prezzo pagato da ognuno degli imbarcati “erano tutti i miei risparmi, messi da parte lavorando due anni in fabbrica”.Prima della partenza arriva la terribile notizia del naufragio dell’imbarcazione partita il giorno prima “Ci sono stati tanti morti. Erano in 500 su una barca ancora più piccola della nostra. Agli scafisti non gli importa nulla: basta che prendono i soldi. C’era anche un mio amico. Per fortuna si è salvato: era la terza volta che provava il viaggio. La terza volta”.Il viaggio inizia. “La notte tutti dormivano: io rimanevo sveglio a guardare la luna e le stelle.  Durante il giorno il mare era sempre agitato, pioveva, accadeva di tutto.  La notte era calmo, blu e c’erano anche dei pesci che facevano la luce.Non consiglierei a nessuno di fare il mio viaggio: quello che ho visto non voglio lo veda nessun altro”.

Ash: l’arrivo in Italia e Casa Margherita

“Siamo arrivati tutti vivi a Messina”.  Ash e suo cugino passano in 3 giorni in un posto indefinito su una montagna per poi essere trasferiti nel centro di accoglienza ex “Caserma Gasparro”, in località Bisconte di Messina.  “C’erano 3 camere grandi e in ognuna più di cento ragazzi. Sono stato fortunato perché la camera degli egiziani aveva solo trenta ragazzi. Ci sono stati un po’ di problemi interni: c’era sempre tanta tensione”. A dicembre nuova destinazione: centro di accoglienza di Bojano, provincia di Campobasso, fino a ottobre.E poi sono arrivato qua a Casa Margherita, mentre mio cugino è andato a Milano. A Bojano ero l’unico che seguiva un corso di italiano e così non riuscivo a imparare bene: qui mi sono bastati 3 mesi e ho già preso il certificato A2. Mio cugino ha scelto Milano, perché aveva sentito che si stava bene: così è partito senza documenti. All’inizio ha avuto dei problemi, poi ha risolto tutto e ora lavora in una macelleria”.È quasi un anno che Ash vive a Casa Margherita, parla un ottimo italiano senza alcuna inflessione. “Qui va tutto bene, menomale che c’è Lavinia”, dice sorridendo e guardando Lavinia, coordinatrice del centro di accoglienza.Abbiamo fatto tanti progetti, come quello della barca e continua Arte Migrante. A me piace tanto la musica, soprattutto il rap: ho imparato tutto da solo.”Vivere a “Casa Margherita” significa dare tanta attenzione alla formazione e responsabilizzarsi per esser pronti a quel che attende i ragazzi raggiunta la maggiore età.  “Sono iscritto all’istituto tecnico S. Benedetto di Latina, ho finito il primo anno.  Però forse parlando già due lingue sarebbe stato meglio iscrivermi al liceo linguistico: mi sono accorto che imparo con facilità le lingue. Parlo Arabo, italiano, ora sto imparando l’inglese. Poi mi piacerebbe studiare anche il francese, lo spagnolo e il tedesco”. Lavinia lo guarda come a dire “ora non esagerare” e lui sorridendo risponde “Dopo la grammatica araba, qualsiasi altra è facile”.

Ash: mille talenti e un grande sogno

“Ash è proprio una perla!”, così lo definisce Lavinia, un esempio e anche collante per tutti. Un carattere mite, non alza mai la voce, sempre sorridente e instancabile “È un tutto fare, gli piace tutto e lo fa sempre con passione”.Non solo musica, ma anche sport. L’atletica e in particolare la corsa e il salto in alto sono le discipline in cui riesce meglio “ho saltato 1,10 metri”, misura che per la sua altezza è un buon risultato di partenza.

Ash
Foto di Marcello Scopelliti
Il vero sogno di Ash però è un altro: diventare un ballerino. “Sto cercando di iscrivermi a una scuola di danza. Ho chiesto il permesso. Vediamo se è possibile per i costi. Altrimenti lavorerò e mi metterò i soldi da parte. Me la cavo in diversi lavori: so fare il contadino e poi ho l’esperienza maturata in fabbrica in Egitto”.Mille talenti, ma con la determinazione di chi programma la sua strada partendo sempre dalla formazione scolastica. “Il prossimo anno farà secondo e terzo insieme e poi quarto e quinto. Per i ragazzi c’è un piano formativo a parte per permettergli quando escono dal centro, raggiunta la maggiore età, di avere un diploma finito”, spiega Lavinia.Ash ha una grinta contagiosa, quella di chi realizza i propri sogni, vestito dell’armatura della giusta consapevolezza: “Voglio fare tante cose, però una alla volta: prima il diploma”.

Silvia Costantini(19 settembre 2018)

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