Il 12 ottobre, h.9-18, si terrà il Convegno A scuola anch’io. La formazione dei nuovi cittadini – Aula Magna dell’Università Roma Tre a Roma, via Principe Amedeo 182.Che la formazione sia un fattore decisivo per lo sviluppo di un Paese è una convinzione diffusa, anche se non risulta una priorità nelle politiche nostrane; meno condivisa invece è l’idea che investire nella formazione anche dei migranti sia una necessità per l’intera società. Invertire la tendenza che caratterizza la nostra immigrazione come meno qualificata rispetto a quella negli altri Paesi europei, con interventi per la formazione e la qualificazione professionale, significa attivare percorsi virtuosi anche per gli italiani in condizione di disagio e promuovere inclusione sociale e sicurezza. Sono 2 milioni e 400.000 gli immigrati occupati, ma solo il 7% svolge lavori qualificati (Dati: Fondazione Moressa).I dati di partenza che impongono una buona attività formativa anche per i migranti sono chiari:
- la popolazione italiana decresce e invecchia;
- le iscrizioni a scuola degli italiani sono in continua flessione: – 96.300 nel 2016-17, l’1,2% in meno rispetto all’anno precedente;
- aumenta il numero degli studenti stranieri: 826.000, il 9,4% dell’intera popolazione scolastica, +1,4% rispetto all’anno precedente (Dati Miur 2016-17);
- aumenta il numero degli italiani che lasciano il nostro Paese: 157.000 nel 2016, di cui 25.000 laureati.
È dunque evidente che la formazione dei migranti concorre alle possibilità di sviluppo del Paese, oltre che a una sua maggiore coesione sociale.
Un convegno dedicato alla formazione dei migranti
A scuola anch’io. La formazione dei nuovi cittadini è il titolo del convegno dedicato alla formazione degli stranieri, giovani e adulti, nel Lazio – seconda regione dopo la Lombardia per presenze straniere. Organizzato dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre e dalla Rete Scuolemigranti, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale Lazio, vuole essere un punto di partenza per costruire un piano organico di azioni durature volte a garantire il diritto allo studio dei migranti, bambini, adolescenti e adulti, e per moltiplicare le risorse educative nel territorio, coinvolgendo le istituzioni deputate alla formazione: Università e Scuole, gli Enti Locali e Municipi, l’Ufficio Scolastico Regionale e le realtà del Terzo settore. Un’iniziativa importante per superare l’occasionalità di progetti circoscritti e creare un sistema di governo della formazione che avvii azioni integrate e pluriennali, attraverso la costituzione di Patti territoriali tra scuole, associazioni, Municipi e Comune e di un Tavolo della Regione e USR, aperto alle forze sociali e alle associazioni.I lavori della mattina, articolati in 5 sessioni, riguarderanno:
- l’educazione linguistica nei diversi ordini di scuola, da quella d’infanzia agli Istituti superiori, nelle prime due;
- l’insegnamento della lingua per formare a valori civili e la costruzione di un sistema integrato per la formazione permanente dei nuovi cittadini, avvalendosi anche del monitoraggio della domanda e offerta di formazione,
- il tema dei migranti analfabeti o con debole istruzione,
- l’insegnamento della lingua, formazione professionale e orientamento al lavoro per i migranti adulti.
Riflessioni su nodi critici, buone pratiche e indicazioni di prospettiva confluiranno nella tavola rotonda del pomeriggio.
Monitorare domanda e offerta di formazione: l’Osservatorio e ciò che manca
Il monitoraggio costante dell’offerta e della domanda di formazione è essenziale per la costruzione di un sistema integrato di istruzione e formazione permanente. Un primo passo è stato fatto dall’indagine IREF-Scuolemigranti, la prima in Italia: dei 5.837 bambini e adulti immigrati che hanno frequentato le scuole di italiano della Rete, circa la metà degli iscritti quest’anno, è stato delineato un profilo sociale, ancora parziale ma già significativo per orientare le azioni future.“È un inizio, – afferma Paola Piva, coordinatrice di Scuolemigranti – nella prospettiva di rendere più affinati e completi gli strumenti di rilevazione e più esteso il campo di indagine. Resta però il problema della domanda che non emerge: quanti sono per esempio gli adulti, giovani o ultraquarantenni, che magari sono qui in Italia da tempo e nemmeno sanno di poter accedere a percorsi formativi? Per farli emergere serve molto lavoro sociale, per esempio strumenti come gli sportelli che informano e orientano su scuola, salute, lavoro. In questo campo il Terzo settore svolge una funzione indispensabile, supplendo alla carenza delle strutture pubbliche e all’inefficienza dei Centri per l’Impiego”.Tra i bisogni sommersi da intercettare c’è quello di tutti i migranti che non hanno ancora la documentazione per regolarizzare la loro presenza. Un problema ben presente alle Associazioni di Scuolemigranti: “Mentre per la fascia d’età prevista per l’assolvimento dell’obbligo scolastico, dice Piva, è garantito il diritto allo studio nella scuola pubblica anche per i figli di genitori irregolari, questi ultimi, invece, come gli altri irregolari, sono tagliati fuori dai circuiti formativi istituzionali e non possono iscriversi ai Cpia. La Rete cerca di intervenire con un’offerta di ‘prossimità’, con orari flessibili e un approccio pro-attivo per andare incontro alle particolari esigenze”.
Osservatorio sulla formazione dei nuovi cittadini nel Lazio
Progetto Creifos, Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre, in collaborazione con Scuolemigranti. Svolge ricerche sull’insegnamento dell’italiano a stranieri per:
- offrire strumenti di riflessione a quanti sono impegnati nell’insegnamento e nel lavoro sociale;
- fornire alle istituzioni strumenti per governare il sistema scolastico e le politiche di inclusione nel Lazio.
Per il monitoraggio annuale degli iscritti ai corsi e delle Associazioni ha creato un sistema informatico unico a due livelli: database di Associazione e database di Rete. Gli strumenti forniti alle Associazioni per la rilevazione sono: una Scheda di iscrizione e un Registro delle presenze. Con la Scheda Iscritto si acquisiscono dati conoscitivi anagrafici, sugli anni di istruzione pregressa e su quelli di permanenza in Italia. Ma altri campi di rilevazione saranno aggiunti per acquisire un profilo più completo del migrante.
La Rete Scuolemigranti e l’integrazione
La scuola pubblica è l’istituzione che pratica l’integrazione più e meglio di altre, ma rigidità e vincoli della struttura, oltre che inadempienze e inefficienze, le impediscono di farsi carico di molte esigenze. Le Associazioni della Rete, per la vocazione e la natura più elastica delle strutture di volontariato, riescono, invece, ad andare incontro ai bisogni e a diversificare l’offerta: oltre ai corsi di lingua per ragazzi e genitori, organizzano sostegno allo studio, centri estivi per italiani e stranieri, iniziative come feste di quartiere o eventi sportivi per favorire l’incontro tra italiani e stranieri.
- Gli iscritti alle scuole della Rete nel Lazio lo scorso anno scolastico sono stati 12.387, di cui: 10.763 nel Comune e 330 nella Provincia di Roma; 982 a Latina; 258 a Viterbo; 54 a Frosinone; Rieti n.p. A questi vanno aggiunti circa 300 che si iscrivono ai laboratori estivi organizzati da 13 associazioni. Nel corso degli anni si è registrato un continuo aumento delle iscrizioni, in particolare delle donne e dei migranti con debole alfabetizzazione.
- Attività con bambini e ragazzi: Laboratori Italiano L2; Laboratori di intercultura e dialogo interreligioso nelle classi; Mediazione linguistica genitori insegnanti; Doposcuola, assistenza allo studio, ludoteca, laboratori di lettura e scrittura; Centro giovani, per ragazzi italiani e stranieri, con laboratori di italiano per stranieri; Minori stranieri non accompagnati e ragazzi seguiti dai servizi sociali; Corsi italiano L2 per i genitori.
Luciana Scarcia(Roma 8 ottobre 2018)
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