Ultim’ora: via libera per l’arrivo in Italia di 10 migranti “senza oneri per lo Stato”, grazie all’accoglienza offerta dalla Federazione delle chiese evangeliche.
Il 9 gennaio, dopo 19 giorni, il lungo viaggio dei 49 migranti trova finalmente un porto: saranno trasbordati dalle due navi umanitarie su mezzi militari maltesi e portati a terra per poi essere redistribuiti tra otto Paesi europei.
4 gennaio 2019
Sono passati 14 giorni dal 22 dicembre 2018: 49 migranti, tra cui donne e bambini piccoli, sono ancora in mare al largo di Malta sulle due navi umanitarie tedesche, la Sea-Watch 3 dell’ONG “Sea-Watch” e la Professor Albrecht dell’ONG “Sea Eye“, in attesa di poter approdare in un porto sicuro.
3 gennaio: le navi Sea-Watch e Mediterranea, partite per portare rifornimenti. Francia, Germania e Olanda disponibili all’accoglienza, l’Italia “no”
La Sea-Watch tedesca e la Mediterranea italiana dell’alleanza United4Med, sono partite dal porto di La Valletta per portare rifornimenti, supporto logistico e cambio equipaggio alla Sea-Watch 3: presenti a bordo anche parlamentari ed europarlamentari tedeschi insieme a giornalisti internazionali.
In rappresentanza della FCEI, Federazione delle chiese evangeliche in Italia, membro della Unitet4Med, sarà presente la vice presidente Christiane Groeben portavoce della disponibilità della FCEI e Diaconia valdese all’accompagnamento e all’accoglienza dei 49 profughi.
Tra i giornalisti, tre italiani: Marta Serafini per il Corriere della Sera, Nello Scavo per Avvenire e Valerio Nicolosi per TPI.
Intanto la Commissione Europea ha avviato una consultazione: Francia, Germania e Olanda disponibili all’accoglienza, l’Italia ha ribadito il suo “no”. Si attende un porto per lo sbarco.
Organizzazioni non governative, sindaci, associazioni di volontariato e non solo, hanno fatto sentire le loro voci chiedendo #ApriteIporti, ricordando che il diritto alla navigazione obbliga entrambe le navi a trasferire le persone soccorse “in un luogo sicuro e nel più breve tempo possibile” (approfondimento ASGI, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione).
3 Gennaio: appello di 18 organizzazioni per l’approdo immediato in un porto sicuro
“Chiediamo con urgenza all’Italia e agli altri Stati membri dell’Unione europea di attivarsi senza ulteriori tentennamenti affinché i 49 migranti da giorni bloccati in mare, tra i quali diversi minori inclusi bambini molto piccoli, possano immediatamente sbarcare in un porto sicuro e ricevere l’assistenza umanitaria a cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno”.
Questo l’appello congiunto di 18 Organizzazioni – A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, ASGI, CNCA, Centro Astalli, CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati, Emergency ONG, Salesiani per il Sociale, INTERSOS, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Save The Children Italia, SenzaConfine, Terre des Hommes.
3 gennaio: appello dell’Associazione Carta di Roma per un’informazione corretta
In merito alle notizie e ai tanti articoli riguardanti le vicende dei 49 migranti, l’Associazione Carta di Roma richiama tutti i professionisti della comunicazione ricordando che “Approdare in un porto sicuro è un diritto, raccontarlo è un dovere dell’informazione” (comunicato stampa).
3 gennaio: il sindaco di Napoli, De Magistris, pronto ad aprire il porto di Napoli e accogliere i migranti. Appoggiano
Il sindaco De Magistris, grazie all’aiuto di Maso Notarianni di Mediterranea Saving Humans, fa arrivare una lettera al comandante della nave Sea-Watch 3, Anne Paul Lancet, nella quale scrive:
“… La preoccupazione per le persone che avete sottratto al mare mi spinge, a nome dell’intera Città di Napoli, a chiederLe formalmente di volgere la prua verso la nostra Città certi che sarete accolti nel nostro porto.
Se poi la protervia del Ministro dovesse spingersi fino a impedirLe di entrare, sappia che abbiamo già disponibili 20 imbarcazioni che, in sicurezza, raggiungeranno la Sea-Watch 3 per portare a terra le persone che Lei sta ospitando”.
2 gennaio: Malta concede alle due navi di ormeggiare al largo per ripararsi dal maltempo, ma non di attraccare
Onde fino a quattro metri e irrigidimento delle temperature muovono il governo maltese a concedere l’ormeggio a 6 miglia nautiche per la Sea-Watch 3, con 32 migranti a bordo, e a 3,5 miglia nautiche per la Professor Albrecht di Sea Eye con 17 migranti.
Silvia Costantini
(4 gennaio 2019)
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