Nella conferenza stampa del 29 gennaio alla Camera dei Deputati è stato presentato il Dossier “Migranti: gli sciacalli della finanza brindano a Salvini”, curato da Valori.it – la testata giornalistica della Fondazione Finanza Etica –, per indagare i nessi tra multinazionali e gestione dei centri per migranti.
- Il gruppo elvetico ORS da anni gestisce in Svizzera, Austria e Germania molti centri per migranti. Ha alle spalle finanziatori londinesi (Equistone Partners, legato alla banca Barclays), statunitensi e un’agenzia governativa dell’Arabia Saudita, ma tra i suoi consiglieri figurano anche politici (l’ex vice-cancelliere austriaco, l’ex ministro svizzero della Giustizia, della Polizia e delle Migrazioni).
- La norvegese Hero, dei fratelli Adolfsen, con quote di minoranza della DNB Bank, controllata a sua volta dal Ministero dell’Industria e da Deutsche Bank. Nel 2016 gestiva 90 centri in Norvegia e 10 in Svezia.
- La tedesca European Homecare – valutata oggi 400 milioni di euro – è la regina dei sistemi di accoglienza in Germania. È attualmente sottoposta a indagine giudiziaria presso la Corte distrettuale di Siegen, dopo che 31 dei suoi operatori nel centro di Burbach sono stati accusati di maltrattamenti ai danni dei rifugiati.
- sapere se ORS Italia ha già preso contatti col ministero per l’affidamento della gestione di qualche centro;
- ricevere spiegazioni sul previsto aumento dei costi con il nuovo sistema dei CAS;
- esigere che il governo definisca criteri trasparenti per l’affidamento della gestione dei centri, con avvisi pubblici.
Scenari preoccupanti. “È la globalizzazione, bellezza!”L’intervento di Nicoletta Dentico, vice-presidente Fondazione Finanza Etica, ha riguardato le tendenze, in atto da tempo in Europa, alla mercantilizzazione degli immigrati: “il pubblico privatizza la gestione dell’accoglienza e i profitti vanno alle società private”.La globalizzazione – ha spiegato la Dentico in una breve intervista a margine della conferenza stampa – produce lo spostamento da uno Stato di diritto e dall’architettura a tutela dei Diritti Umani a una commodificazione delle dinamiche che la globalizzazione stessa produce, come la mobilità delle persone. Mentre le politiche di chiusura mostrano la loro cecità, il mondo del business, invece, si è preparato da tempo e ha tradotto queste dinamiche in commodity, opportunità di profitto” attraverso circuiti legali, illegali (vedi Mafia capitale) e con accordi di governo. Se l’amministrazione pubblica e la politica non si prendono le proprie responsabilità cercando di governare il fenomeno migratorio, “c’è da essere molto preoccupati per la qualità del patto politico che ci unisce come popoli e per la democrazia”.
Roma 30 gennaio 2019
Luciana Scarcia
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