La comunità afghana e il Patang Bazi: voglia di volare

Patang Bazi, il primo festival degli aquiloni, è stato organizzato dalla comunità afghana di Roma domenica 24 marzo al lago ex SNIA, in via di Portonaccio.

Cosa si festeggia?

“E’ una festa pagana per celebrare l’anno nuovo dell’Afghanistan, il 1398” spiega Akhtyar Mashriqwal, presidente della comunità afghana in Italia. Ma non è solo questo perché “Patang Bazi non ha una traduzione precisa, ma si può dire che significhi bambini che giocano con gli aquiloni” afferma Shadam, un membro della comunità, “la festa parte dal 21 marzo e serve a celebrare l’arrivo della primavera”.

La comunità afghana al Patang Bazi. Fotografia di Gma

Laboratorio di aquiloni

I bambini cominciano ad arrivare intorno alle 11:20 e pochi attimi dopo inizia il laboratorio. Idrees Jamali, vicepresidente della comunità afghana, insegna a costruire gli aquiloni ai piccoli. Alcuni già pronti vengono personalizzati. Uno di questi con la scritta “pace pace” a testimonianza della volontà di porre fine ai conflitti che devastano l’Afghanistan da circa 40 anni. Per costruire gli aquiloni non serve molto, bastano due stecche di legno legate a croce con del filo e della carta velina fissata alla struttura lignea. Successivamente si attacca una cordicella e si è pronti per spiccare il volo.Qualche bambino porta il proprio aquilone da casa per farlo riparare, nella speranza di tornare a giocarci presto.

Inizia la festa

Nel frattempo viene allestito un palco ornato con dei cartelloni, su uno si legge “we want peace”, vogliamo la pace. La lingua è diversa ma il messaggio è lo stesso che vuole trasmettere l’aquilone. Verso mezzogiorno cominciano a vedersi nel cielo i primi rombi colorati. Bambini ed adulti attendono la giusta folata di vento per far volare le proprie creazioni mentre dal palco suona della musica tradizionale afghana.

Cultura ed integrazione

Alle 14:00 inizia il pranzo. La comunità offre cibi tipici ai presenti. Shadam spiega che “un piatto caratteristico è il qabili palau. E’ una pietanza a base di riso mescolato con uvetta, carote ed agnello. Questo è uno dei cibi più mangiati dagli afghani”. Quindi la festa è anche un modo per conoscere dei nuovi costumi, ma non solo. Infatti Idrees Jamali dichiara: “questo è un evento culturale ma anche sociale. L’obiettivo è cercare di integrare italiani ed afghani”.Oggi, purtroppo, quando si sente parlare di Afghanistan si pensa alla guerra e alle brutalità che questa comporta, ma il paese asiatico non è solo questo e la festa di domenica vuole esserne una dimostrazione.

Matteo FerraroFotografie di Gma(27 marzo 2019)

Leggi anche: