Si è chiusa con un tour immaginario, nel Parco di via Carlo Felice, che ha portato il pubblico a viaggiare attraverso l’Iran, entrando dal Kurdistan e arrivando fino in Afghanistan, la settimana di celebrazioni del capodanno iraniano, Nwruz, per l’occasione scritto senza vocali. “Si è voluto trovare una scrittura comune a tutte le comunità che celebrano la data tra il 20 e il 21 marzo che da inizio al nuovo anno e che coincide con l’equinozio di Primavera: Nowruz per gli iraniani, Nawruz per gli afgani e Newroz per i curdi.
Un itinerario a “tappe forzate”
Il viaggio, organizzato in tappe tracciate sul terreno con il gesso dall’architetto Lorenzo Romito, animatore fisso degli eventi di Stalker, è iniziato proprio nel Kurdistan e precisamente dal Lago di Van, il più grande lago salato della Turchia, ai confini con l’Iran. Il lago si è “materializzato” di fronte agli occhi del pubblico attraverso le parole di Linda Dorigo con la fortezza risalente a circa 3 mila anni fa ritrovata, seppellita in fondo alle sue acque. Ma i curdi che erano stati invitati a partecipare alla giornata “culturale” non erano presenti “perchè stanchi, ma felici, dopo aver passato tutta la notte a cantare, ballare e a fare grandi fuochi da “vincitori” per festeggiare al Campo Boario, oltre al Nowroz, la liberazione da parte delle loro milizie, composte sopratutto da donne, di Baghouz, l’ultima città siriana nelle mani del califfato dell’Isis”.
A Tehran nel periodo del Nowruz con la città in festa
Percorsi i “pochi metri” che dal lago di Urmia ci portano a Tehran è Marina Forti a prendere la parola e a farci salire sul bus della linea 7 lungo l’ arteria principale della capitale, la Valiasr, o Pahlavi come la chiamano ancora oggi molti iraniani che l’hanno conosciuta prima della rivoluzione, la quale si snoda per circa 30 chilometri da nord a sud attraversando tutta la città. Lungo la strada gli iraniani passano, di solito, ore e ore in macchina fermi nel traffico, impegnati in lunghe conversazioni telefoniche o godendosi sul cellulare l’ultima puntata di una delle fiction di produzione nazionale tanto amate. La Forti, fa salire il pubblico sul bus n.7 che, partendo da piazza Tajrish a nord della città, la percorre tutta fino a sud.
Qui durante il Nowruz si può avere un’idea molto efficace dei festeggiamenti in atto: le enormi uova decorate con colori accesi lungo i viali del Museo del Cinema, persone vestite di rosso e con la faccia dipinta di nero come Haji Pirooz, il dio sumero del sacrificio che viene ucciso alla fine del vecchio anno per rinascere all’inizio del nuovo. Tutti ballano e suonano tamburi e trombette per augurare un nuovo anno felice, i negozi sfavillanti di luci e di cartelli invitano agli acquisti. Arrivando a sud si tocca con mano la differenza tra lo stile di vita del nord più ricco e “laico” e il sud ancora molto tradizionale e povero.
La mitica Persepoli residenza reale degli Achemenidi
Marta Rivaroli, esperta in “Storia del Vicino Oriente”, porta il pubblico tra i fasti di Persepoli, la città costruita dai re achemenidi Dario I e poi da suo figlio Serse nel 520 a.c. Città simbolo della forza e della gloriosa storia dell’impero persiano, dal 1979 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco. Distrutta da un incendio provocato dall’invasione di Alessandro Magno nel 330 a.C. resta uno dei siti archeologici meglio conservati al mondo con i suoi magnifici edifici pubblici: l’Apadana, la Sala del Trono, la Porta di tutte le Nazioni, il Tesoro e l’Harem, oltre ai palazzi di Dario e Serse. La Rivaroli fa percorrere con l’immaginazione al pubblico la scala di Persepoli come quei rappresentanti di 23 nazioni, sottomesse all’impero effigiati nei rilievi lungo i parapetti della scala, che andavano in processione ad omaggiare il re .Nel Parco Carlo Felice la bandiera colorata dai bambini resterà in piedi per i 40 giorni della festività del NWRZ.
Francesca Cusumano(26 marzo 2019)
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