Inclusione, intercultura, integrazione linguistica, ma soprattutto tutela dei diritti e advocacy: FOCUS-Casa dei Diritti Sociali porta avanti queste battaglie non solo nella scuola e nello sportello di orientamento in via Giolitti. Lo fa anche in strada, al servizio di donne che, nelle mani dei trafficanti, sono vittime del racket della prostituzione. Una tratta, un vero e proprio commercio da cui non è facile uscire. “Una volta cadute nel racket, non riescono più a uscirne, troppa è la paura dei ricatti e delle ripercussioni sui propri familiari”, spiega Blessing Okoedion nel suo libro “Il coraggio della libertà”.”Si tratta di donne per la maggior parte nigeriane, rumene, ma ci sono anche trans sudamericani. Uno sportello di assistenza non è il primo posto in cui una vittima di tratta pensa di andare”, spiega Carla Baiocchi, che coordina lo sportello della CDS e la sua unità di strada, attiva da 20 anni, che oggi è gestita dalla Cooperativa PARSEC di cui CDS e Cooperativa Magliana Solidale sono partners.”Il lavoro dello sportello, che fornisce assistenza, orientamento e supporto per l’accesso ai servizi – sociali, sanitari, abitativi, educativi – si completa, anzi, spesso nasce nei luoghi in cui molte donne straniere sono costrette a lavorare”, continua Baiocchi, “dove persone specializzate, come psicologi e assistenti sociali, cercano di stabilire un primo contatto. La “scusa” iniziale è quella di fornire materiali sanitari, ma una volta stabilito un rapporto di fiducia, vengono distribuiti volantini informativi per altri tipi di bisogni e problemi“.“All’inizio capita che ci siano resistenze all’aiuto offerto, data la situazione difficile ed estremamente delicata in cui versano queste donne, ma dopo qualche incontro si riesce ad ottenere fiducia e questo è un passo molto importante, perché porta poi alcune di loro ad iniziare a usufruire di servizi di assistenza nello sportello, cosa non scontata”, racconta Baiocchi. “Le donne vittime di tratta non hanno fiducia in sé stesse, pensano che stare sulla strada sia il loro destino, per questo è difficile uscire da questa rete orribile e criminale. Ma ci sono delle donne che ci sono riuscite. Non sono molte e non è facile avere stime certe, ma anche una sola donna che ha successo in questo, per noi rappresenta già un numero alto e significativo”.Oggi, tramite la piattaforma del gruppo Aviva Community Fund, la CDS ha la possibilità di portare avanti il progetto “Diamo un passaggio verso l’autodeterminazione” grazie all’acquisto di una nuova vettura per l’unità di strada”. La CDS parteciperà alla competizione, valida sul territorio nazionale, promuovendo un’iniziativa in ambito no-profit. Diversi sono le idee già presentate sulla piattaforma e che saranno valutate e selezionate se:
- Sono a favore di un’organizzazione non profit
- Hanno un impatto positivo sulla comunità locale
- Sono un progetto non ancora realizzato
“Per venti anni le operatrici hanno utilizzato sempre la stessa macchina, il mezzo era molto invecchiato e metteva a rischio il loro lavoro”, conclude Carla Baiocchi.Con una votazione online il progetto della CDS potrebbe arrivare in finale e, una volta valutato da una giuria, avere una buona chance di continuare a portare supporto in strada. C’è tempo fino al 9 maggio.Modalità di partecipazione:
- Andare su https://community-fund-italia.aviva.com/voting/progetto/schedaprogetto/40-429
- Registrarsi e confermare l’account tramite la mail che arriverà sulla casella di posta scelta per la registrazione
- Sulla pagina del progetto, si potrà votare su una apposita barra laterale a destra, con un “contatore” che va da 1 a 10 voti.
Per informazioni: community-fund-italia.aviva. com
Elisabetta Rossi(24 aprile 2019)
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