Professionalità e mediazione: l’Ospedale amico delle migranti

ASL Roma 1: la salute a misura di donna

Si è svolta giovedì 30 maggio, nel Salone del Commendatore del Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, la presentazione del progetto “Ospedale amico delle donne migranti. La salute non ha etnia”: un lungo percorso che ha messo in campo idee, innovazione e il coinvolgimento di tante differenti professionalità. Cominciato nel settembre 2017 per iniziativa di Asl Roma 1 e Fondazione Tim in collaborazione con Programma Integra, e conclusosi lo scorso aprile, “Ospedale amico” è stato raccontato durante l’evento di presentazione dalla voce degli operatori e delle pazienti protagoniste del progetto, alla presenza del direttore generale di Asl Roma 1 Angelo Tanese e di Loredana Grimaldi, direttore generale di Fondazione Tim.L’obiettivo del progetto è quello di facilitare l’accesso e l’utilizzo dei servizi sanitari, ospedalieri e territoriali, da parte delle donne migranti attraverso il ricorso a procedure innovative, tra cui l’utilizzo di tablet e alla creazione di una rete di accompagnamento e di supporto. Si tratta di un percorso di formazione e inclusione, realizzato grazie a un grande lavoro di mediazione culturale sostenuto dal partner Programma Integra, che ha messo in campo tre operatrici che hanno prestato servizio a chiamata per 13 lingue: bangla, russo, albanese, urdu, cinese, farsi, indi, amarico, tigrino, wolof, bambarà, mandinke, pular.

L’importanza della mediazione

Una mediazione non solo linguistica, ma anche culturale, che ha aiutato tante donne a sentirsi a casa, come è successo a Gina Motu, che è stata seguita nella sua gravidanza con la professionalità del personale medico, unito all’attenzione e alla premura della mediatrice che le ha dato tanti consigli: “Sono fortunata ad aver avuto una mediatrice, mi ha spiegato il monitoraggio, come fare la valigia prima del parto, è stata lei a dirmi di non andare nel panico, anche se poi nel panico ci sono andata lo stesso!”.”Il 90% delle donne che accedono a questo consultorio sono straniere e il 70% di loro viene qui durante la gravidanza, spesso in condizione di solitudine, lontane dal paese di origine, senza la propria madre e con abitudini molto diverse”, spiega Marinella Lombrici, coordinatrice infermieristica del consultorio familiare Puccinotti della ASL Roma 1 “Per questo la mediazione culturale, valore aggiunto di questo progetto, ci aiuta a stabilire quella relazione di fiducia, imprescindibile in qualsiasi processo di cura e assistenza”.”Il mediatore culturale non è un traduttore, ma chiarisce quello che per noi tante volte è implicito”, spiega Johana Hotea, mediatrice di Programma Integra. “Inoltre, instaura un rapporto fiduciario con le pazienti, rendendo loro i servizi più fruibili e chiari, facilitando così anche gli operatori sanitari”.

Tante diverse professionalità

Infermiere, ginecologhe, ostetriche, assistenti sociali, mediatrici culturali: tante sono le professionalità che hanno cooperato per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. Lavori diversi, ma complementari, l’uno indispensabile per l’altro.Stefania Tonetti, assistente sociale, ha lavorato con la mediatrice filippina nel territorio del distretto 2 “La comunità filippina è la comunità straniera più numerosa presente nel territorio, il lavoro con la mediatrice è stato indispensabile sia all’interno del consultorio, ma anche all’esterno: abbiamo fatto con lei un lavoro sul territorio per conoscere e incontrare le donne della comunità filippina sia in luoghi formali che informali”.Marina Marceca, medico del reparto di Ginecologia e Ostetricia all’Ospedale San Filippo Neri, commenta con soddisfazione il progetto “Ospedale amico”, sottolineando che la multiculturalità rende non sufficiente la solo presenza di un medico, in quanto la fragilità di molte donne donne straniere, spesso sole, con un trascorso difficile o con serie problematiche presuppone la presenza di una vicinanza, un accompagnamento, oltreché del necessario bisogno di una traduzione linguistica.

Elisabetta Rossi(5 giugno 2019)

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