Sei anni fa: La mia classe
“Doveva essere un docufilm, un progetto per la televisione che raccontava una classe di ragazzi extracomunitari che studiavano italiano, poi casualmente abbiamo parlato con il produttore Gianluca Arcopinto e ci ha proposto di farne un film, dovevo curare la regia, ma non me la sono sentita”, racconta Clemente.“Il casting è stato fatto andando in tutte le scuole di Roma e, osservando i ragazzi, sceglievamo catturati da particolari che ci colpivano, come ad esempio il sorriso triste di Issa, il ragazzo ivoriano. Noi volevamo raccontare sia le persone che arrivavano in Italia attraverso il mare in condizioni disagiate, sia chi arrivava in aereo o per altre ragioni: voleva essere un film sull’integrazione. Avevamo scritto una sceneggiatura poi, pochi giorni prima delle riprese, abbiamo iniziato a pensare che forse era meglio utilizzare più verità che costruire una fiction così il film è diventato una storia parallela tra il davanti e dietro la scena, dove i ragazzi vivevano il loro quotidiano con tutte le difficoltà”.Così è nata “La mia classe”.
Parlare di immigrazione oggi: la sfida e il nuovo film
“L’immigrazione c’è sempre stata ma nel 2013 non se ne parlava con i toni di oggi, non c’era odio e diffidenza. Il mondo negli ultimi tempi sembra abbia tirato fuori tutta la sua cattiveria, sicuramente amplificata dai social: sembra che le persone siano impazzite, si cercano capri espiatori per la crisi e i più deboli lo diventano con facilità”, il regista Gino Clemente non nasconde la sua preoccupazione.Così a sei anni di distanza nasce l’idea, quasi la necessità, di raccontare attraverso gli stessi ragazzi de “La mia classe” cosa è cambiato, sia nelle loro vite che intorno a loro nella società in cui vivono.“A parte le guerre, quello che stiamo vivendo in termini sociali e umani segna il passaggio di uno dei più oscuri periodi storici. A novembre si festeggeranno i 30 anni della caduta del muro di Berlino e noi ne stiamo costruendo di nuovi ovunque. Fino a pochi giorni fa avevamo un ministro che lasciava morire in mare le persone, tranquillamente, solo per propaganda elettorale. Questo secondo film in qualche modo racconta qualcosa di cui oggi si ha paura di parlare, di cui si legge sui giornali di nicchia: quelle verità che passano in sordina perché scomode, come il falso sui 35 euro al giorno e via dicendo”.Come per “La mia classe” la sceneggiatura del film si è evoluta via via.
La nascita di “Beautiful people”
Ritrovarsi dopo sei anni: “La mia classe” quasi non aveva un finale
Gino e i ragazzi in questi anni non si sono persi di vista: “la mia intenzione era ritornare sulle tematiche de La mia classe e realizzare un documentario con delle interviste a dei politici e un taglio più istituzionale. Poi anche questo secondo progetto è diventato un film”.
E la nuova sceneggiatura?
“È un percorso narrativo dove viene lasciata ai ragazzi la libertà anche di improvvisare, così emergono situazioni più forti e intense di quel che avevo messo su carta. Il film si apre con l’escamotage del ritrovarsi a 6 anni da “La mia classe”, le vite dei singoli si intrecciano, si aggiungono narrazioni fuori scena, e interventi esterni di attori teatrali che si prestano a rappresentare i luoghi comuni sull’immigrazione.”
Aspettative e futuri progetti
“Abbiamo girato un film in 12 giorni con un budget bassissimo e quello che vorremmo è poterlo mostrare a più persone possibile. Ora siamo al montaggio e l’auspicio sarebbe di partecipare a una sessione del Festival di Roma, ad esempio Alice nella città. Avremmo l’ambizione di arrivare al Festival di Berlino, punteremo a partecipare a molti festival, perché pensiamo che il nostro modo di raccontare l’immigrazione sia un ibrido particolare, innovativo, diverso dal solito”.Sei anni fa Gino Clemente aveva detto “no” alla regia, perché non si sentiva pronto. Dopo sei anni in giro per il mondo, affascinato dalle tante persone incontrate e dal desiderio di approfondire il tema dell’immigrazionie, Clemente si è messo in gioco per la prima volta come regista in “Beautiful people”.
Silvia Costantini(11 settembre 2019)
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