Instabili Vaganti: Italia e Indonesia nel segno della Divina Commedia

A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, la selva oscura, luogo simbolico e allegoria del peccato, della corruzione dello smarrimento, rivive nelle immagini della serie web di “VideoDante # Indonesia”, che indaga l’universo della Divina Commedia e le sue relazioni con la filosofia e la spiritualità orientale attraverso azioni performative, teatrali e di danza.

Questo percorso di ricerca artistica è parte del progetto ideato da Instabili Vaganti, duo artistico multidisciplinare, nato a Bologna nel 2004 dall’incontro al DAMS tra la regista Anna Dora Dorno e il performer Nicola Pianzola. “Il nome della nostra compagnia è diventato il nostro destino e rappresenta la nostra anima itinerante” spiegano gli artisti, che interpretano il viaggio non solo da un punto di vista creativo, ma anche come scoperta di paesi e culture diverse, grazie alla quale sono nate negli anni importanti progetti e collaborazioni artistiche di stampo internazionale, come Megalopolis e Beyond Borders, recentemente vincitore del bando Boarding Pass Plus promosso dal MiC.

Lost way: il teatro delle ombre incontra Dante

Lost way è il primo episodio di “VideoDante # Indonesia”, serie promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Jakarta e sostenuta dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna con il patrocinio del Comune di Ravenna e Viva Dante.

Il progetto, che si compone di sette episodi che usciranno fino ad ottobre, nasce da un incontro interculturale che coniuga letteratura e arti performative e che vede la collaborazione con gli artisti indonesiani Made Suteja, performer di danza tradizionale balinese, Kadek Budi Setiawan, performer e costruttore di teatro delle ombre e Elly Eviana, danzatrice.

Le musiche originali del compositore Riccardo Nanni e della musicista indiana  Rosemainy Buang accompagnano immagini e parole che raccontano il viaggio di Dante nelle ombre della selva oscura. La maschera balinese, che con i mudra traduce i versi di Dante, dialoga con l’uomo che, avvolto dal drappo rosso, simboleggia lo smarrimento in cui “ogni uomo o anche l’intera società può perdersi nel corso della vita e della storia”.

Dialogo tra mondi lontani

“Abbiamo colto l’occasione delle celebrazioni dantesche per esplorare Dante da un punto di vista inedito, collegandolo ai testi della tradizione sacra indonesiana”, spiegano i fondatori della Compagnia.
La distanza tra Dante e l’Indonesia viene superata attraverso questo progetto teatrale sperimentale e innovativo che, essendo stato ideato durante la pandemia, ha dovuto superare distanze non solo culturali: “il video, la cui regia è curata da Anna Dora, è frutto di uno scambio di materiali audio e video tra noi e gli artisti indonesiani”, spiega Nicola. “Loro parlavano poco inglese, ci inviavamo a vicenda quello che stavamo realizzando. In alcuni punti le immagini del video sembrano fondersi, in altre invece il distacco – anche cromatico – è più forte. Per la nostra parte, abbiamo avuto a disposizione la Sala del Mosaico e altri ambienti della storica e suggestiva Biblioteca Classense di Ravenna, che accolse Dante durante il suo esilio”.

Il teatro: dall’esilio alla ricerca di nuove strade

“Abbiamo immaginato che il viaggio dantesco fosse stato molto simile al viaggio che ognuno di noi ha dovuto compiere in questi mesi per raggiungere luoghi lontani, attraverso l’immaginazione. Lui, esule lontano dalla propria terra e noi, imprigionati nelle nostre case, comuni, regioni, impossibilitati a viaggiare e muoverci liberamente. Attraverso le nostre tradizioni, che si incarnano nei testi antichi, nelle parole poetiche, nei gesti e azioni rituali, abbiamo trovato una via di fuga mettendo in comunicazione due mondi che adesso sembrano essere molto distanti tra loro, come accadeva nel passato, quando le distanze erano enormi e non era semplice muoversi da un paese all’altro. Così le danze balinesi si sono mescolate alle illustrazioni dei preziosi libri custoditi nella Biblioteca Classense e la Sala del Mosaico è diventata la nostra “selva oscura” da oltrepassare attraverso il sogno e l’immaginazione.”

Elisabetta Rossi
(12 maggio 2021)

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