Gli alunni con cittadinanza non italiana: i dati del rapporto 2021

Nell’anno scolastico 2019/2020 sono stati 877 000 gli studenti di cittadinanza non italiana iscritti nelle scuole di vario ordine e grado, il 10,3% dell’intera popolazione scolastica, con un incremento dello 0,3% rispetto all’anno precedente. Questo è il primo importante dato che emerge dal rapporto Gli alunni con cittadinanza non italiana a.s. 2019/2020, a cura del Ministero dell’Istruzione – Ufficio Statistica e studi.

alunni cittadinanza non italiana
La maggior parte degli alunni stranieri nella scuola italiana è di origine europea: rumeni e albanesi rappresentano il 31,4%. Foto Pixabay

Le principali tendenze

Gli alunni con cittadinanza non italiana rappresentano un universo variegato, soggetto al proprio interno a molteplici tendenze, nuove o comunque differenti da quelle cui sono soggetti gli alunni italiani.

• I tassi di scolarità sono maggiori nella fascia 6-13 anni e 14-16, ma nella fascia tra 17 e 18 anni calano drasticamente; nell’ultimo biennio di secondaria di II grado il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana diminuisce fino al 73,2%, rispetto all’81,1% degli studenti italiani.
• La distribuzione all’interno dei diversi percorsi di studio non è omogenea. La scuola primaria rimane il settore che assorbe il maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana; nell’a.s. 2019/2020 gli alunni stranieri nella scuola primaria hanno costituito ben il 12,0% del totale, la percentuale più elevata tra i diversi gradi di istruzione. Tuttavia è nella scuola secondaria di I grado che si registra l’aumento più consistente di studenti con cittadinanza non italiana, pari a 7.742 unità (+4,3%).
La distribuzione geografica va a vantaggio delle regioni settentrionali e in misura minore centrali, mentre scarsa è l’incidenza nell’Italia meridionale.
Il ritardo scolastico degli alunni stranieri è superiore rispetto ai coetanei italiani, soprattutto nel ciclo di studi superiore.

Alunni neoarrivati e seconde generazioni

Una componente centrale all’interno della compagine degli alunni stranieri è rappresentata dagli alunni neoarrivati, spesso soggetti a pratiche illegali come i respingimenti scolastici. Si tratta di un fenomeno che da diversi anni, a livello regionale, viene segnalato e affrontato della Rete Scuolemigranti insieme all’USR del Lazio, da quest’anno anche grazie al DISCOL, lo strumento ideato per segnalare e risolvere casi di respingimenti di alunni stranieri dalle scuole della regione.

Il Lazio ospita in totale 1 928 alunni stranieri neoarrivati, soprattutto nelle secondarie di primo e secondo grado, caratterizzandosi come la quarta regione per alunni stranieri neoarrivati in valore assoluto dopo Lombardia (5.713), Emilia-Romagna (3.025) e Toscana (2.411).

Quando ci si sofferma, tuttavia, ad esaminare l’incidenza dei neoarrivati sul totale degli studenti stranieri, emergono significative variazioni. I valori più elevati dell’indice si registrano in Sicilia (6,1%), Sardegna (5,7%), Valle d’Aosta (5,0%), Campania (4,9%), Puglia (4,5%) e Basilicata (4,3%), quindi in regioni interessate da una bassa incidenza di alunni stranieri ma geograficamente più esposte ai flussi migratori.

Gli studenti italiani nati in Italia, o “seconde generazioni”, rappresentano ormai l’unica componente in crescita della popolazione scolastica. Nel quinquennio 2015/2016 – 2019/2020 il numero degli studenti stranieri nati in Italia ha subito un incremento del +20%, pari a oltre 95 mila unità. Anche nell’ultimo anno scolastico si è registrata una crescita del +3,7%, facendo attestare la quota dei nati in Italia sul totale degli studenti di origine migratoria al 65,4%. Il fenomeno investe in misura differente le varie regioni: in alcune regioni dell’Italia centrale e settentrionale – Veneto, Umbria, Piemonte, Toscana, Lombardia ed Emilia-Romagna – la quota degli studenti non italiani ma nati in Italia varia tra il 71,7% e il 68,1% del totale degli stranieri, segnale di un maggiore radicamento delle comunità di origine in quei territori.

Se si analizza il fenomeno dal punto di vista della provenienza geografica, spicca il dato relativo alla comunità cinese: ben l’84,7% degli alunni di origine cinese nelle scuole italiane è nato in Italia. Seguono le seconde generazioni di cittadinanza marocchina e albanese, pari rispettivamente al 76,2% e al 75,0% del totale degli studenti di stessa nazionalità, e in quarta posizione gli studenti Filippini nati in Italia con il 70,2%.

La secondaria di II grado: un freno per gli alunni stranieri?

Momento cruciale nella carriera scolastica degli alunni stranieri è rappresentato dal passaggio dal primo al secondo biennio della scuola secondaria. Nell’a.s. 2019/2020 la percentuale degli studenti in ritardo a 15 anni è aumentata rispetto ai quattordicenni di 13,5 punti percentuali, passando dal 37,0% al 50,4%.

A 14 anni, nello specifico, la percentuale degli studenti di origine migratoria con percorso di studio regolare si ferma al 61,0%, mentre il 37% frequenta ancora una classe di scuola secondaria di I grado, il 29,4% è in ritardo di un anno, il 6,6% di due e l’1,0% di tre anni.
All’età di 18 anni la percentuale di studenti regolari scende al 39,5%, mentre il 60,5% è in ritardo. Il 3,3% dei 18-enni frequenta il primo anno di secondaria di II grado, soltanto il 31,9% frequenta il quarto anno.
Tra gli studenti di secondaria di II grado in ritardo si annoverano inoltre circa 35 300 studenti di età 19-20 anni e oltre, di cui il 38,4% si trova ancora al primo o al secondo anno di corso.

Sempre nell’a.s. 2019/2020 risulta in ritardo scolastico il 29,9% degli studenti non italiani, contro l’8,9% degli studenti italiani. Il massimo divario si riscontra nella scuola secondaria di II grado, in cui i valori salgono rispettivamente al 56,2% e al 18,8%.

Il ritardo scolastico è un fenomeno connotato al maschile, che colpisce gli studenti più delle studentesse in ogni ciclo di studi. All’età di 10 anni le studentesse in ritardo di 1 anno o più sono il 12,8% contro il 15,0% dei ragazzi, così come a 14 anni le studentesse che frequentano ancora classi di secondaria I grado sono il 31,3% contro il 42,2% dei maschi. Il divario prosegue anche nella fascia dei diciottenni, con il 66,2% dei maschi in ritardo contro il 54,8% delle le studentesse.

Un dato positivo registrato nell’a.s. 2019/2020 riguarda l’aumento degli studenti di origine migratoria frequentanti la secondaria di II grado. L’incremento di ben 5 658 unità porta il loro ammontare complessivo a 204 678, pari al 7,6% degli studenti totali.

Un mondo in classe

Il 65,3% degli studenti con cittadinanza non italiana si concentra nelle regioni settentrionali, il 22,2% nelleregioni del centro e infine il 12,5% nel Mezzogiorno.
Il primato nazionale per numeri assoluti spetta alla Lombardia, che ospita 224 089 studenti con cittadinanza non italiana, il 25,6% del totale degli alunni stranieri nelle scuole italiane.

A livello provinciale la situazione è più variegata, nonostante le prime 10 province assorbano da sole il 39,7% del totale degli studenti con cittadinanza non italiana.
Prima in classifica rimane la provincia di Milano, con 79 842 studenti, ma seguono le province di Roma e Torino, rispettivamente con 64 464 e 39 732 presenze. Se si considera invece il dato in rapporto alla popolazione scolastica locale, il primo posto spetta alla provincia di Prato in gli alunni di cittadinanza non italiana rappresentano ben il 28% del totale degli alunni iscritti a scuola senza distinzione di nazionalità.

Sebbene siano quasi 200 i paesi di cui sono originari gli studenti con cittadinanza non italiana, alcune comunità sono di gran lunga più rappresentate rispetto ad altre. Il 45,4% degli studenti stranieri, contrariamente a quanto possa apparire a prima vista, proviene da un paese europeo, seguiti dagli studenti di origine africana (26,1%) e asiatica (20,5%).

Tra i paesi europei la cittadinanza più rappresentata si conferma quella rumena con quasi 157 000 studenti. Insieme a quelli di origine albanese, circa 119 000 unità, gli studenti di origine rumena rappresentano il 31,4% degli alunni stranieri in Italia.

La comunità più numerosa di studenti di origine africana è rappresentata dai marocchini, circa 108 000, che costituiscono anche la terza componente in valore assoluto. A seguire troviamo l’Egitto, da cui provengono quasi 29 000 studenti, iscritti soprattutto nelle scuole del Veneto.

Nell’ambito delle comunità asiatiche la cittadinanza più numerosa è senz’altro quella cinese con quasi 56 000 studenti, il 6,4% degli alunni stranieri. Rispetto all’a.s. 2009/2010 la presenza degli studenti cinesi è aumentata di ben il 91,5%, ed è localizzata soprattutto in alcune città toscane, come Prato, in cui rappresenta ben il 60,3% del totale degli alunni stranieri.

L’incidenza nelle scuole

In base alle disposizioni ministeriali del 2010 il numero di alunni con cittadinanza non italiana con ridotta padronanza linguistica non deve superare di norma il 30% degli iscritti in ciascuna classe e in ciascuna scuola, ma sono previste tuttavia alcune possibilità di deroga autorizzate dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale.

I dati rilevati nel 2019/2020 confermano una tendenza all’aumento delle scuole che superano la soglia del 30%:

  • il 58,3% delle scuole italiane ha fino al 15% di alunni stranieri;
  • il 17,9% delle scuole non ha alcun studente con cittadinanza straniera;
  • il 17,0% delle scuole ne ha tra il 15% e il 30%;
  • il rimanente 6,8% delle scuole ospita un numero di studenti stranieri superiore al 30% del totale.

Presenza di alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola

Fonte: Ministero dell’Istruzione – Ufficio Statistica e studi

Questi dati sembrano confermare, quindi, una sostanziale tendenza alla distribuzione degli alunni stranieri nelle varie scuole e una diffusione abbastanza capillare del fenomeno sul territorio italiano.

Silvia Proietti
(05 novembre 2021)

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