Direttiva 2001/55/CE: “protezione umanitaria” per i profughi ucraini

Gli sfollati e gli afflussi massicci di profughi determinati dal conflitto in Ucraina rappresentano ormai una consistente e reale crisi umanitaria nel cuore dell’Europa. UNHCR aggiorna costantemente i dati dei rifugiati: al 24 febbraio, all’ultimo aggiornamento registrato sul sito il numero di rifugiati ammonta a 3.556.924, e, come si legge, la maggior parte di essi si è rifugiata in Polonia, seguita da Ungheria, Slovacchia, Romania, Moldavia, mentre alcuni hanno proseguito in direzione di altri Paesi europei. Di questi tre milioni e mezzo, 59.589 è il numero di rifugiati ucraini che sono arrivati in Italia, per lo più con autobus, furgoni e auto personali (dato aggiornato al 21 marzo). Prima della crisi l’Italia ospitava circa 230.000 ucraini.
Visto il numero crescente di sfollati che lasciano l’Ucraina a causa del conflitto e tentando di creare un canale sicuro e legale per l’arrivo e l’accoglienza dei rifugiati all’interno dei territori della’Unione Europea, i ministri degli Interni dei paesi membri, intenzionati ha dare una risposta chiara e rapida, nel corso della riunione del Consiglio dell’Unione europea svoltasi a Bruxelles il 4 marzo, hanno dato attuazione, per la prima volta dalla sua adozione ben 21 anni fa, alla direttiva sulla “protezione temporanea” approvando all’unanimità la decisione di esecuzione (UE) 2022/382. La Decisione 2022/382 è entrata in vigore il 4 marzo 2022.

Direttiva 2001/55/CE: cos’é?

La direttiva 2001/55/CE, adottata il 20 luglio 2001, aveva istituito una procedura di carattere eccezionale al fine di garantire, proprio nei casi di afflusso massiccio, o di imminente afflusso massiccio, di sfollati provenienti da Paesi terzi, che non possono rientrare nel loro Paese d’origine, una tutela immediata e temporanea, da adottarsi in particolare qualora vi sia il rischio che il sistema d’asilo non possa far fronte a tale afflusso senza effetti pregiudizievoli per il suo corretto funzionamento.
Ai sensi dell’art. 2 dir. 2001/55, sono da intendersi come sfollatii cittadini di Paesi terzi o apolidi che hanno dovuto abbandonare il loro Paese o regione d’origine o che sono stati evacuati, ed il cui rimpatrio in condizioni sicure e stabili risulta impossibile a causa della situazione nel Paese stesso, anche rientranti nell’ambito d’applicazione dell’articolo 1A della convenzione di Ginevra o di altre normative nazionali o internazionali che conferiscono una protezione internazionale”.

Essa prevede, in tutta l’Ue, l’istituzione di una protezione temporanea della durata di 1 anno, prorogabile al massimo per altri 2 anni, che implica l’immediato rilascio di un visto per l’ingresso in Ue, ingresso di cui i cittadini ucraini avevano comunque già diritto anche senza visto, il rilascio di un titolo di soggiorno valido, la possibilità di esercitare un lavoro, di ottenere un’abitazione e di accedere ad altri servizi. “Per vincere le resistenze interne”, spiega un comunicato IDOS, “in particolare del Gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), il Consiglio dell’Unione Europea non solo ha concesso agli Stati membri la libertà di scegliere se applicare direttive o leggi di protezione dello Stato, ma ha anche limitato il diritto alla protezione temporanea alle sole persone “stabilmente residenti” in Ucraina. In tal modo, ha limitato l’applicazione della direttiva ai cittadini ucraini, agli apolidi e ai cittadini di paesi terzi e alle loro famiglie residenti in Ucraina o che hanno beneficiato di protezione internazionale o nazionale prima del 24 febbraio 2022”.

Direttiva 2001/55/CE: ricezione nazionale

Sul piano interno, il Governo italiano dovrà a breve dare attuazione alla Decisione 2022/382 per mezzo di un Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) previsto dall’art. 20 del Testo Unico Immigrazione, e dall’art. 3 del Decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, che costituisce norma interna di recepimento della Direttiva 2001/55/CE. Il Tavolo Asilo e Immigrazione, che include trentadue associazioni tra le quali Arci, OXfam Italia, Amnesty International Italia, in relazione alla crisi ucraina e all’accoglienza degli sfollati in Italia ha altresì scritto una nota alla Presidenza del Consiglio circa l’attuazione della stessa direttiva per richiedere ad esempio procedure semplificate per la verifica della cittadinanza ucraina; modalità semplificate per consentire allontanamento temporaneo; ampliamento del sistema di accoglienza ed integrazione; riconoscimento della protezione temporanea anche a cittadini di paesi terzi.

Il 25 febbraio 2022, in seguito all’invasione russa nel territorio ucraino, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per intervento all’estero in seguito alla crisi in Ucraina. Questa misura assicura il concorso dello Stato italiano alle iniziative di protezione civile a supporto della popolazione colpita, anche attraverso interventi straordinari ed urgenti. Il Governo italiano con il Decreto legge 28 febbraio 2022 n. 16, “Ulteriori misure urgenti per la crisi in ucraina”, si è impegnato ad aiutare la popolazione ucraina, con un incremento finanziario e di posti nel sistema di accoglienza e integrazione (in particolare il sistema SAI, anche sostenendo concretamente le forme di “accoglienza esterna” – per esempio in famiglia- nell’ambito del sistema pubblico), al quale i cittadini ucraini bisognosi potranno accedere senza porre domanda di protezione internazionale ma beneficiando della “protezione temporanea”, di cui però deve ancora essere emanato il DPCM di esecuzione. Fino al 31 marzo 2022, le persone ucraine rifugiate potranno permanere nei centri di accoglienza, nel Sistema di accoglienza e integrazione o nelle altre strutture ricettive o presso le abitazioni private messe a disposizione. È stata grandissima, infatti, e da non trascurare, anche la risposta della società civile.

Domanda di protezione internazionale

Sempre consentita, in parallelo, dovrebbe essere la presentazione della domanda di protezione internazionale. A questo proposito, l’11 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale che prevede la revisione dell’elenco dei Paesi di origine sicuri ai fini dell’esame delle domande di protezione internazionale. Il decreto sospende dal 12 marzo 2022 al 31 dicembre 2022 l’Ucraina dall’elenco dei Paesi di origine sicuri: le domande di protezione internazionale saranno dunque esaminate secondo la procedura ordinaria e non accelerata.

Direttiva 2001/55/CE: crea differenze tra i profughi?

Le restrizioni con cui il Consiglio Ue ha deciso di attivare la Direttiva del 2001 rischiano dunque di istituzionalizzare una divisione tra profughi di “serie A” e profughi di “serie B”, di fatto eseguita alla frontiera su criteri prettamente discriminatori, mentre offre agli Stati membri confinanti (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania) la possibilità di evitare gli oneri di accoglienza e di protezione che il Regolamento di Dublino imporrebbe loro, in quanto Paesi di primo approdo”, si legge ancora in una nota del centro di ricerche IDOS, “escludendo dalla protezione europea, e di fatto bloccata in Ucraina, una parte molto consistente dei circa 5 milioni di stranieri presenti nel Paese (dato Onu, 2020): lavoratori, studenti, richiedenti asilo e altre categorie di migranti a breve termine. Per loro, le uniche flebili possibilità di sfuggire al rischio concreto di morire in guerra sono la richiesta di asilo, se e quando le guardie di frontiera ucraine e dei Paesi Ue confinanti ne autorizzino il transito, o il rimpatrio, la cui praticabilità è pressoché nulla”.

Come può verificarsi un tale fenomeno? Come si può giustificare un trattamento così macro-differenziale tra chi fugge dalla guerra in Ucraina e chi fugge da guerre in paesi più lontani (geograficamente e culturalmente) che hanno visto l’immobilismo europeo?
Questo conflitto è indubbiamente più vicino, più focalizzato e spiegato, e più facilmente comprensibile dalla società civile e dalla politica, pertanto potrebbe sfruttarsi la presa di coscienza più immediata del dramma dei rifugiati e della spinta alla solidarietà ucraina da parte del popolo europeo per essere l’occasione di un confronto approfondito sul tema e una revisione delle politiche di accoglienza attuate.

Elisa Galli
(23 marzo 2022)

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