Newroz, Nowruz, Nawroz: vecchi e nuovi fuochi di ribellione

Il Newroz, il capodanno dei curdi, Nowruz per gli iraniani, Nawruz per afghani viene festeggiato nel giorno dell’equinozio di primavera e a Roma anche nelle  giornate che lo precedono e lo seguono. “Tre giorni di festeggiamenti per il ritorno della primavera, la libertà dei popoli, la cittadinanza planetaria, nel rifiuto di ogni guerra e oppressione” sono state organizzate dalle associazioni Stalker, Nawroz, Genitori Di Donato, Binario 15, dal Centro socio-culturale Ararat, dal MAd’O e altri ancora. Diverse le aree della città coinvolte incluso, come accade da vent’anni, il Campo Boario a Testaccio.

Artisti si esibiscono al centro socioculturale Ararat

Celebrazioni al centro culturale Ararat, fra cibo tipico, balli e interventi

Già a partire dalle 17 di sabato 19 marzo, nello campo Boario dell’ex-mattatoio dove ha sede il centro culturale Ararat, la gente è assiepata attorno al palco allestito per l’occasione. Altri fanno capannello vicino alle bancarelle che offrono cibo tipico curdo. Dei cumoli di legno  sono posti al centro dello spiazzo; serviranno verso sera ad appiccare il tradizionale fuoco per il Newroz. La maggior parte dei partecipati è di origine curda, vi sono anche alcuni italiani, soprattutto giovani che verso sera arrivano a gruppetti. Nei muri campeggiano scritte e cartelloni che invocano la liberazione del leader del PKK Abdullah Ocalan dal 1999 imprigionato nell’isola di Imrali. Vi sono anche immagini e parole delle combattenti del Ypj e degli Ypg, l’unità di difesa maschile.
La giornata è stata accompagnata da diversi spettacoli, nei quali gli artisti hanno ballato e messo in scena storie divertenti, soprattutto per i bambini presenti. Gli artisti si sono alternati sul palco con sostenitori della causa come Vincenzo Miliucci, in qualità di rappresentante della Rete Kurdistan, che ha voluto ricordare il recente triste anniversario della morte di Lorenzo Orsetti, combattente ucciso in Siria dall’Isis nel 2019 “ieri 18 marzo è stato il terzo anniversario dell’uccisione di Lorenzo Orsetti. Il quale scelse di combattere con le unità popolari nel 2017 e fu ucciso a Baguz.”

 

All’interno del centro culturale Ararat, nel piano superiore, che porta su una terrazza dal quale le celebrazioni appaiono come un caleidoscopio di colori, si trova Fetula, un uomo curdo di 66 anni arrivato da una settimana in Italia, anche se farà presto ritorno in Olanda, dove si trovano alcuni parenti. Racconta, con voce stentorea e quasi robotica, in inglese, che la sua famiglia è stata uccisa dalla polizia turca. Per questo motivo ha poi deciso di lasciare la Turchia, paese nel quale viveva.

Fetula, uomo curdo di 66 anni

Vecchie e nuove ribellioni. Rievocazione delle origini del Newroz e le recenti eroiche gesta del movimento curdo

I vari ospiti che si avvicendano sul palco spiegano l’origine del Newroz e quanto importante sia stata questa festa, anche nel recente passato. Il Newroz inizia con una ribellione degli assiri, nel 600 A.C. La festa trae cioè origine dalla storia di un popolo, quello persiano, che si libera dal giogo dell’oppressore. Kawa, un umile fabbro, guida la popolazione nello scontro con gli Assiri. I fuochi – accesi nelle varie montagne dove si trovavano i vari gruppi di persiani – fungevano da mezzo di comunicazione. Una volta che i persiani sconfissero gli assiri, i fuochi furono accesi per simboleggiare la vittoria.
Oggi il fuoco del Newroz e la ribellione del fabbro Kawa sono vessilli nazionali di liberazione, da rivendicare per opporsi al giogo degli occidentali, dalla Turchia, dalla Siria e dall’Isis. Al fuoco ribelle del Newroz bruciarono letteralmente moderni Kawa, come Mazlum Doğan, uno dei fondatori del PKK e suicida nel 1982 per protesta contro le inumane condizioni di detenzione nel carcere di Diyarbakir, oppure Zekiye Alkan, giovane studentessa che al Newroz del 1990 salì sulle nere mura romane di Diyarbakir, considerata la capitale del Kurdistan, e si dette fuoco.
Dal palco viene ricordato che durante le celebrazioni del Newroz il movimento curdo è riuscito a mandare messaggi importanti per la popolazione curda. Con legittimo orgoglio, si ricorda la battaglia che il popolo curdo ha dovuto affrontare per sconfiggere i fondamentalisti islamici “l’Isis ha cercato di annientare la popolazione curda, ma grazie al PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) non sono riusciti nel loro progetto”.

Marco Marasà
(22 marzo 2022)

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