Abdullah Ocalan “Il tempo della libertà è arrivato” corteo a Roma e Milano

Il tempo della libertà è arrivatoquesto lo slogan che ha caratterizzato il corteo che ha portato  migliaia di persone a manifestare a Roma e a Milano sabato 12 febbraio per chiedere la libertà del fondatore e leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan e perché venga rimosso il PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche.
Sono trascorsi 23 anni, era il febbraio del 1999, da quando Ocalan è stato arrestato a Nairobi dai servizi segreti turchi e imprigionato nell’isola di Imrali, nel Mar di Marmara. Le manifestazioni di sabato a Roma e Milano sono state organizzate dall’Ufficio informazione del Kurdistan in Italia, insieme alla Rete Kurdistan e al Comitato per la libertà di Ocalan.

Manifesto di Abdullah Ocalan

In piazza e poi fino a San Giovanni

A Roma il corteo è partito da piazza dell’Esquilino ed è arrivato fino a San Giovanni. Sotto il cielo terso la piazza pullulava di bandiere del Kurdistan, delle bandiere dell’unità di protezione popolare Ypg e Ypj e quelle gialle con affisso il volto di un Ocalan sorridente. In piazza anche un banchetto che raccoglieva le firme per ottenere la rimozione del Pkk dalla lista dei gruppi terroristici.
Il Pkk fa parte di questa lista nonostante varie sentenze, come quella della Corte di Giustizia dell’Ue, lo abbiano ritenuto ingiusto. Eppure l’Ue e l’Italia non sembrano fare una piega. “Queste sentenze non sono vincolanti per gli Stati. Il problema è che nessuno vuole contrariare la Turchia.  Ma la questione curda – e il Confederalismo democratico in Rojava – riguarda anche noi, in quanto processo di liberazione e di pace“ ci dice Michele Rech, alias Zerocalcare, che con il suo fumetto Kobane calling ha raccontato il suo viaggio in Rojava  intrapreso tra  il novembre 2014 e luglio 2015.

Corteo in Via Merulana

Tante le associazioni che hanno aderito alla manifestazione da Rifondazione Comunista, alla Fiom-Cgil, al sindacato di base Cobas, a Potere al Popolo ad associazioni come Arci, Assopace Palestina, Cisda e Non Una di Meno. Musica curda e balli hanno accompagnato il corteo fino in piazza San Giovanni. Più volte ha risuonato il grido “Libertà per Ocalan” e “pace in Kurdistan” dal camion in cima al corteo.
Nell’evento si è ricordato più volte l’importanza che ha avuto il popolo curdo nella guerra contro l’Isis. É infatti nel Nord-Est della Siria che si è consumata l’ultima battaglia nella Siria, quella che portò alla fine dello Stato islamico come entità territoriale. Nonostante ciò la Turchia, con la connivenza dell’Ue, continua a perseguitare i curdi etichettandoli come terroristi.

Bandiere alla manifestazione all’Esquilino

Abdullah Ocalan e il Confederalismo democratico

A Roma si è anche ricordato che sostenere Ocalan non significa esclusivamente sostenere una persona ma anche evidenziare un’ideologia che professa pace e democrazia. L’ideologo curdo ha infatti dato vita al Confederalismo democratico attuato in Rojava, a Nord Est della Siria. L’assunto del pensiero di Ocalan è quello di realizzare una democrazia partecipativa, applicare cioè processi decisionali democratici dal livello locale a quello globale, creando perciò forme di autogoverno. Il Rojava è anche all’avanguardia per quel che riguarda l’emancipazione femminile, in quanto – in una società nella quale sono completamente o quasi assenti forme di gerarchie – anche le donne hanno accesso ai medesimi diritti e hanno le stesse opportunità, degli uomini. Tant’è che come è noto esiste anche un’unita di difesa composte da sole donne, lo Ypj.
Gli attivisti che hanno promosso le manifestazioni di Milano e Roma hanno messo online il sito freeapo.org per ricostruire e mantenere viva la vicenda del popolo curdo nella memoria.

 

  Testo e foto di Marco Marasà
(13 febbraio 2022)

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