L’immigrazione in Italia nella Prima Repubblica

“L’immigrazione in Italia nella Prima Repubblica” è il titolo della ricerca curata da Franco Pittau, presidente onorario del Centro Studi e Ricerche IDOS, edita sull’ultimo numero della rivista “Affari Sociali Internazionali” e presentata, per la prima volta, martedì 31 maggio 2022, a Roma, presso l’Auditorium di via Rieti. Il convegno di presentazione ha avuto come scopo quello di portare alla luce i contenuti salienti del volume, con l’intento di testimoniare l’approccio italiano al fenomeno dell’immigrazione durante la Prima Repubblica (1948-1994).

Immigrazione in Italia nella Prima Repubblica
Presentazione della ricerca “L’immigrazione in Italia nella Prima Repubblica”

Gli aspetti portanti del volume

È Luca di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, a proporre sinteticamente i temi cardine dell’analisi condotta da Pittau. In particolare, ad essere messi in evidenza sono tre elementi che hanno caratterizzato la reazione dell’Italia in relazione all’immigrazione nella fase della Prima Repubblica. In primo luogo, l’idea dell’immigrazione come un fattore emergenziale, non destinato a diventare strutturale. In secondo luogo, la trasversale collaborazione dei partiti politici per la regolarizzazione dell’immigrazione sul piano legislativo. Infine, la forte preoccupazione emotiva, mostrata dalla società, per le condizioni di vita degli immigrati, che ha portato ad un atteggiamento di accoglienza e cura nei loro riguardi.
“Nella Seconda Repubblica” – sottolinea Di Sciullo – “queste tre caratteristiche si rovesciano: l’approccio da emergenziale diventa securitario […] questo passaggio ha condizionato anche gli altri due aspetti”. Sul versante politico, i partiti cessano di collaborare in tema di immigrazione. Simultaneamente, l’opinione pubblica abbandona ogni forma di empatia, per far leva su un sentimento di odio nei confronti degli immigranti, nuovi usurpatori della “bella vita italiana”.

L'immigrazione in Italia nella Prima Repubblica
“In viaggio”. L’immigrazione in Italia nella Prima Repubblica

La lezione del passato

Se il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica presenta dei forti elementi di rottura in ambito politico e sociale riguardo al fenomeno dell’immigrazione, tanto da trasformare gli stranieri in “nemici da combattere”, allora solo un’attenta ricognizione storica, spogliata di qualsivoglia prerogativa mitizzante, può consentire la conoscenza e il recupero di quei valori di accoglienza e di inclusione che hanno fatto dell’Italia della Prima Repubblica uno scenario di apertura e di rispetto nei confronti dei migranti.
“La conoscenza è una missione di pace”, sottolinea nel suo intervento Massimo Guidotti, membro del Consiglio direttivo del “Forum per l’Intercultura” e direttore del Centro didattico Interculturale “Celio Azzurro”; concetto ribadito anche da Alessandro Baldi, cofondatore del “Forum per l’Intercultura”, che individua nella ricerca di Pittau un importante “strumento per la conoscenza storica […], per la condivisione, per divenire essere umani”. Proprio il proposito di rendere trasparenti – attraverso un’indagine che si muove tanto sul terreno sociale quanto su quello politico e storico – aspetti, poco noti, legati al tema dell’immigrazione, ha mosso lo stesso Pittau: “ho scritto questo libro perché spesso non si parla del passato, dell’impegno speso nell’ambito dell’immigrazione, la comunicazione vola su altri canali […] dobbiamo sensibilizzare, informare, recuperare i valori di accoglienza e di rispetto di cui l’Italia si è già mostrata patria”.

Cleofe Nisi
(09 giugno 2022)

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