Radici a Metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia

Radici a Metà Trent'anni di immigrazione romena in Italia
Comunità romena in festa. Foto di GMA per Piuculture

Con la recente presentazione del volume Radici a Metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia, il Centro Studi e Ricerche IDOS e l’Istituto di Studi Politci S. Pio V analizzano l’immigrazione romena in Italia in tutti, o quasi, i suoi aspetti.

Romeni in Italia

La prima sezione, dedicata alla “Ricerca sui romeni in Italia”, si apre con un excursus storico sulle migrazioni dalla Romania e prosegue con una analisi dei dati sulle presenze in Italia, per poi approfondire il tema dell’integrazione con diverse indagini specifiche.

Come si legge nell’introduzione al capitolo “Al di là del muro: 30 anni di migrazioni dalla Romania”, scritta da Antonio Ricci, «la Romania raggiunge il suo picco demografico nel 1990, quando la popolazione sfiora per la prima volta i 23,5 milioni di persone. Da allora, si sperimenta un continuo e incessante declino demografico. Nel 2020 la popolazione, su suolo rumeno, scende ancora sfiorando i 19,2 milioni di persone (cioè 4,3 milioni in meno rispetto al 1990). Secondo le proiezioni a variante media dell’ONU, la popolazione dovrebbe continuare a ridursi ancora nei prossimi anni, fino a raggiungere gli 11,6 milioni di persone entro la fine del secolo. Nel corso dell’ultimo anno la popolazione diminuisce di circa 126.876 persone, per l’effetto combinato della migrazione netta negativa (-370mila persone negli ultimi 5 anni) e di un tasso di fertilità inferiore al tasso di sostituzione della popolazione (1,62 vs. 2,1 nascite per donna). In 30 anni, tra 1990 e 2020, il saldo netto tra immigrati ed emigrati vede perdere 3 milioni di persone (- 3.013.632). Praticamente ogni giorno lasciano definitivamente la Romania almeno 275 persone. In media una persona ogni cinque minuti».

Effetti della diaspora

I contributi della seconda parte del volume si focalizzano sugli aspetti transnazionali della diaspora. Secondo Paolo De Nardis, Presidente dell’Istituto di Studi Politici S. Pio V, «l’impatto della diaspora in Romania ricade su molti fronti, dall’orientamento del voto nelle regioni di origine, allo sviluppo di nuove forme di imprenditorialità, alla circolazione del know how. A livello più intimo e familiare è innegabile che l’assenza dalla Romania generi anche dei pesanti costi umani, evidenti soprattutto nei casi in cui ad emigrare è solo una parte del nucleo familiare. Queste riflessioni indicano come sia fondamentale che anche le istituzioni si adoperino per sviluppare nuove strategie di welfare e di partecipazione civile, affinché tali costi non ricadano interamente sui migranti, sulle loro famiglie e le comunità di origine».

Legami storico-culturali

La terza e ultima sezione di Radici a Metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia è rivolta al tema dell’incontro tra le culture, le religioni e le lingue e sui legami tra Romania e Italia. «Una parte importante della comunità si sente inclusa e pienamente accettata nella società italiana; il legame creatosi nel tempo ha reso l’Italia quasi una seconda patria, sentimento che è evidente soprattutto tra i giovani, per i quali è sostanzialmente impossibile definirsi interamente romeni o italiani», conclude De Nardis.

Il volume Radici a Metà. Trent’anni di immigrazione romena in Italia è disponibile sul sito web di IDOS in italiano e romeno.

Vincenzo Lombardo
(15 Marzo 2022)

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