Iran: l’evoluzione di un paese tra letteratura e conflitti

“La letteratura porta con sé l’occasione di parlare di luoghi lontani e capirli a pieno. Attraverso la lente di chi scrive si ha la possibilità di comprendere come si è arrivati a questo punto oggi, in Iran”. Sono queste le parole con cui il curatore del volume “Ottant’anni di racconti brevi. Tre generazioni di autori iraniani” Abolhassan Massud Hatami ha cominciato la presentazione del libro, il 29 ottobre 2022 presso la Libreria Griot a Roma.

La scelta del curatore è quella di voler raccogliere 22 racconti di grandi scrittori e autori del panorama iraniano degli ultimi ottant’anni, come Sadeq Hedayat e Fariba Vafi, proprio per portare il lettore ad avere una prospettiva ben precisa sull’evoluzione della letteratura iraniana nel tempo. Un tempo in cui il Paese ha vissuto delle problematiche non indifferenti sia a livello politico che sociale. Tre generazioni di scrittori con stili completamente differenti, ma tutti rappresentativi di quella che era e che è tutt’ora la società iraniana.

La rivoluzione al “femminile” iraniana

L’incontro è stato occasione per parlare e confrontarsi sulle vicende attuali. La situazione in Iran sta facendo capolino nel panorama internazionale e alla domanda fatta all’iranista Shirin Zakeri sul perché proprio ora questa rivoluzione “al femminile” risponde: “Rispetto al passato, oggi le donne sono più istruite, hanno avuto la possibilità di entrare nel mondo educativo e di conseguenza, una maggiore consapevolezza della propria condizione”. Secondo i dati ISMEO – l’Istituto Italiano per l’Africa e L’Oriente – con il governo di Ebrahim Raisi si ì raggiunto il 62% delle donne iraniane presenti all’interno delle scuole ed oltre il 51% quelle iscritte all’università. Questi numeri si traducono in ragazze, donne, sempre più istruite e consce della loro situazione.

L’Iran di domani

La presentazione del volume è stata terreno fertile per discutere sugli avvenimenti in Iran e grande attenzione la si volge anche sul futuro del paese.

La preoccupazione è protagonista negli occhi di Hatami quando afferma: ”Non si ha un valido sostituto all’attuale governo. Sono sicuro che avrà vita breve, ma la situazione cambierà solo se si trova una valida alternativa. L’Iran per ora non ce l’ha. Coloro che possono essere riformatori sono fuori dai confini iraniani e dall’esterno stanno spingendo da anni per mobilitare il popolo”.

La stessa tensione la si legge nelle parole di Alina, una signora di origine iraniane che da oltre cinquant’anni abita a Roma: “La mia famiglia l’ho costruita qui, ma sento comunque che parte delle mie radici si stanno deperendo in un paese fatto solo di conflitti e ingiustizie. Sono contro l’attuale governo, ma ho paura che arrivi di peggio”.

La riflessione che stimola questo libro va oltre la letteratura, dando voce a coloro che vivono in un paese che non ammette libertà di espressione, a un popolo che ora vuole la rivoluzione per vedere esercitati i propri diritti.
Giulia Fuselli

(7 novembre 2022)

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