Sono 9.058 i migranti che durante il mese di novembre hanno raggiunto le coste italiane. Un numero che segnala una significativa riduzione rispetto ai mesi precedenti quando ad attraversare il Mediteranno sono stati, ad ottobre, 13.251 migranti e, a settembre, 11.637. Se dunque i valori evidenziano un calo in relazione ai mesi scorsi, una lieve riduzione è registrata anche rispetto a novembre 2021: 9.517 arrivi, 459 in meno in comparazione al mese corrente. Gli stessi dati, però, testimoniano un incremento se il termine di confronto diventa novembre 2020, anno in cui sono approdate sulla penisola italiana solo 5.360 persone.
I paesi di provenienza più dichiarati restano, come negli scorsi mesi, Egitto, Tunisia e Bangladesh. Ammantano, infatti, al 21% del totale gli individui proventi dall’Egitto, al 19% quelli di provenienza tunisina e al 15% i migranti arrivati dal Bangladesh.
Sbarchi: i dati di novembre 2022
È il 14 novembre il giorno del mese in cui sono stati registrati più sbarchi: 1.258 la cifra segnalata. Colpisce l’assenza di arrivi dal 22 al 30 novembre.
A goderne, forse, la politica italiana, così preoccupata di stabile nuovi accordi per “regolare l’urgenza” immigrazione tanto da dimenticarsi degli accordi già posti in essere, come il memorandum Italia-Libia che mostra la faccia del tutto “irregolare” delle politiche di governo in tema migratorio. Integrando, infatti, una denuncia che era stata presentata un anno fa dalla Corte penale, il Centro europeo per i diritti Umani e Costituzionali (European Center for Constitutional and Human Rights, Ecchr) ha fornito, proprio oggi, alla Corte penale internazionale, nuovi elementi per ricostruire la filiera degli «atroci crimini commessi contro migranti, rifugiati e richiedenti asilo nel contesto libico». Il Centro europeo chiede di indagare sulla responsabilità penale individuale «di funzionari di alto livello degli Stati membri dell’Ue e delle agenzie dell’Ue in merito a molteplici e gravi privazioni della libertà personale». Potrebbero essere oggetto di indagine esponenti politici ed ex ministri, quali «gli ex ministri dell’Interno italiani, Marco Minniti e Matteo Salvini, l’attuale e l’ex primo ministro di Malta, Robert Abela e Joseph Muscat, l’ex Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, l’ex direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, nonché membri dei Centri di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano e maltese e funzionari di Eunavfor Med e del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae)». L’integrazione alla denuncia propone, ancora una volta, di valutare il carattere delle operazioni svolte in mare, che lungi dal potersi considerare operazioni di soccorso, risulterebbero inquadrabili come «crimini contro l’umanità sotto forma di grave privazione della libertà personale». In particolare, si chiede di analizzare 12 casi di intercettazione in mare e successiva reclusione nei campi di prigionia libici dal 2018 al 2021. Ciò considerato, risulta allora allarmante, stando a quanto dichiarato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia, che ben 20.842 persone sono state intercettate e rimpatriate in Libia fino al 26 novembre 2022. 514 migranti sono morti e altri 865 scomparsi al largo delle coste libiche lungo la rotta del Mediterraneo centrale.
Sbarchi: stime da gennaio 2022
Dal primo gennaio fino al 28 ottobre 2022, il numero totale dei migranti tocca le 94.341 unità. 31.398 migranti in più in relazione ai medesimi mesi del 2021 e 61.778 in più rispetto allo stesso periodo del 2020. La cifra è considerevole ma, se gli stessi dati vengono paragonati con gli arrivi annuali del 2014-2017, che si aggiravano intorno ai 120.000 – 180.000, allora essa risulta certamente contenuta.
In incremento anche il numero dei minori stranieri non accompagnati: 11. 952 i minori del 2022, mentre 10.053 quelli del 2021 e 4.697 quelli del 2020.
Cleofe Nisi
(1 dicembre 2022)
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