Lettera al Ministro Piantedosi da Zakaria cittadino italiano

Il.mo Ministro dell’Interno della Repubblica italiana Matteo Piantedosi,

ho letto con interesse le parole che ha scelto nell’ultima tragica circostanza che ha visto nuovamente il Mediterraneo diventare la tomba di sogni, speranze e disperazione per tante persone.
Il mio nome è Zakaria Mohamed Ali, sono nato a Mogadiscio e vivo a Roma, sono arrivato via mare il 13 agosto 2008, ho rischiato più volte prendendo una barca dalla Libia e so cosa significa mettere a rischio proprio la vita.
Sono qui in Italia da 15 anni, da circa due anni ho ottenuto la cittadinanza italiana, pago le tasse e lavoro. Non ho mai avuto un debito, non ho mai rubato 1 centesimo e ogni anno puntualmente pago le tasse, contribuendo nel mio piccolo alla crescita dell’Italia.

Sono stato educato alla responsabilità

Sono stato educato alla responsabilità anche io, sa? Per questo da giornalista in pericolo di vita ho dovuto lasciare il mio Paese, vittima di continui attacchi alla libertà da parte dei gruppi terroristici che ancora oggi devastano la Somalia, per non mettere a rischio la sopravvivenza della mia intera famiglia.
Sono stato educato alla responsabilità anche io, sa? Per questo il mio viaggio è durato 8 mesi, ho dormito rosicchiato dai topi e lavorato in contesti terribili pur di racimolare i soldi che mi servivano ad ogni tappa e che puntualmente venivano assorbiti dal canale di corruzione che ti accompagna dal deserto al mare, ininterrottamente.
Se poi la sua domanda è come sia possibile nel 2023 pagare 10.000 euro per un viaggio che spesso porta alla morte, concordo con lei.
Se la sua domanda è come possa una madre nel 2023 rischiare ancora la vita del proprio figlio in mare per non rischiarla sulla terra, senza la possibilità di un viaggio sicuro, sono dalla sua parte.
Illustrissimo Ministro Piantedosi, le mamme, i bambini e tutte le persone morte in mare qualche giorno fa, come quelli morti prima e come quelli che moriranno se Lei non prenderà provvedimenti seri, non hanno colpe.

Queste morti sono omicidi causati da politiche respingenti

Queste morti sono omicidi causati da politiche respingenti il cui unico risultato è causare queste tragedie. Perché la disperazione non si ferma a suon di respingimenti.
Ha mai provato a fermare le onde dell’oceano con le mani? Bè è quello che cercate di fare da destra a sinistra ininterrottamente, non comprendendo che la libertà di movimento deve essere un diritto garantito a tutti e che non crea nessuna invasione, nel momento in cui si fa fenomeno fisiologico dei Paesi europei tutti.
Porti questo tema sul tavolo dei suoi colleghi delle altre nazioni. Partite da questo, se volete davvero cambiare le cose.
Illustrissimo Ministro, io temo che non stia a lei cercare di immedesimarsi nelle scelte di chi rischia la vita in mare, perché non è nato in Paesi come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iran, la Siria, la Palestina, il Kurdistan, lo Yemen, il Pakistan, il Bangladesh, che sono solo alcuni dei Paesi in cui i cittadini vengono privati dei diritti minimi.
È doloroso, nessuno può giudicare o comprendere cosa significhi scegliere tra una morte certa nel tuo Paese e una morte probabile in mare.
Non chiedo una cosa grande, chiedo il rispetto e ricordare il valore dell’essere umano.
Voi vi richiamate ad una tradizione cattolica (credenti) che ci vuole tutti fratelli, e lei lascerebbe morire un fratello su una terra minata?
Non direbbe a quel fratello di provare a cercare la sicurezza per sé e per la sua famiglia? Non lo aiuterebbe?
Veniamo in Europa perché i nostri Paesi non sono sicuri e non abbiamo un’alternativa migliore per non rischiare la vita eppure non può immaginare quanto sia doloroso sradicarsi, quanto ci manca la nostra terra.
Tutti siamo ospiti in questo mondo e lasceremo tutto quanto prima o poi, oggi è toccato a persone innocenti, domani toccherà ad altri, toccherà a me, toccherà a voi, tutti quanti lasceremo l’Italia, l’Europa, la famiglia, la casa, le poltrone, i soldi, la campagna elettorale.
Ognuno cerca in questa breve permanenza di vivere al meglio, qualcuno partendo avvantaggiato nella parte giusta dell’emisfero, qualcuno no. Non ne faccia una colpa a pochi disperati, Illustrissimo Ministro.

“Inna lillahi wa inna ilayhi rajicuun”

Zakaria Mohamed Alì
(1 marzo 2023)

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