Dal 1° gennaio 2024 arriva l’assegno di inclusione, misura varata dal governo per sostituire il reddito di cittadinanza. Si tratta di una novità introdotta dal governo cin un decreto poi convertito in legge lo scorso luglio. Rispetto al Rdc, l’assegno di inclusione ha criteri di assegnazione diversi, sia per quanto riguarda le categorie di persone e famiglie che possono richiederlo, sia per la durata di erogazione del contributo.
Chi potrà fare richiesta del nuovo assegno di inclusione? A differenza del Rdc, il nuovo assegno di inclusione sarà riservato ai nuclei familiari in cui sono presenti:
– minorenni,
– persone di età superiore ai 60 anni,
– soggetti fragili o con disabilità oppure componenti del nucleo inseriti in programmi di assistenza dei servizi sociosanitari territoriali.
Come si legge nel testo del decreto, potranno farne domanda chiunque abbia cittadinanza italiana o di un altro paese dell’Unione europea, così come chi è famigliare di un cittadino italiano o dell’Ue con permesso di soggiorno; ma anche un cittadino extra-Ue ma risiedente in Italia da lungo periodo «al momento della presentazione della domanda, residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo».
Coloro che ne hanno diritto potranno fare domanda dell’assegno di inclusione tramite il portale dell’Inps e sarà erogato sull’apposita carta elettronica. A chi sarà erogato il contributo? Per quanto riguarda la condizione economica, avranno diritto all’assegno di inclusione coloro che hanno un Isee non superiore ai 9360 euro o un reddito familiare inferiore a 6000 euro annui, da moltiplicare in base al numero di componenti del nucleo familiare.
Nessun componente del nucleo familiare, inoltre, deve essere intestatario di un veicolo di cilindrata superiore ai 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc; così come non deve essere intestatario di un immobile prima casa di valore non superiore ai 150mila euro ai fini Imu, oppure di valore non superiore ai 30mila nel caso in cui non si tratti di prima casa.
Non potranno accedere al nuovo assegno di inclusione 2024 coloro che abbiano rassegnato dimissioni volontarie se non per giusta causa. L’assegno sarà comunque compatibile a Naspi e Discoll.
Per coloro che non rientrano nei criteri di assegnazione del nuovo assegno di inclusione, le nuove normative prevedono l’erogazione temporanea di un “Supporto per la formazione e il lavoro”. Si tratta di un contributo a cui potranno accedere tutti coloro che prima percepivano il reddito di cittadinanza, erogabile per un massimo di 12 mesi.
Carlo Comensoli
(28 agosto 2023)
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