Astalli: Rapporto sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati

A Roma è stato presentato il Rapporto annuale 2024 del Centro Astalli sulle condizioni di richiedenti asilo e rifugiati che, durante il 2023, si sono rivolti al Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza. Il quadro che emerge dal rapporto è poco confortante e su oltre 22mila presenze nel solo territorio di Roma, si denota un forte aumento delle vulnerabilità fisiche, sanitarie e psicologiche a seguito di viaggi sempre più lunghi e difficili, in mano ai trafficanti, in assenza di vie alternative legali di ingresso.

Nel corso della presentazione del Rapporto sono state ascoltate le storie di Maurice, rifugiato dalla Nigeria e di Daria, dalla  Biellorussia. Entrambi sono riusciti a ricostruire le loro vite in Italia e a sentirsi di nuovo liberi, ma al contempo desiderano di tornare nel loro Paese. Il Rapporto descrive il Centro Astalli come una realtà che, grazie agli oltre 700 volontari, risponde ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca protezione.

Durante la presentazione sono intervenuti: il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, Enrico Trevisi, vescovo di Trieste e Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali.

Centro Astalli: le parole di Gualtieri

Tra i primi ad essere chiamati ad intervenire in occasione della presentazione del Rapporto del Centro Astalli, è stato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza del servizio di prima e seconda accoglienza nel territorio: “I migranti forzati, oggi, si trovano a dover attraversare rotte sempre più pericolose, anche per effetto di politiche sbagliate che si perseguono con determinazione. I migranti forzati sono arrivati alla cifra record di 110 milioni, anche per l’assenza di canali di ingresso legali e sicuri che costringono i migranti ad affidarsi ai trafficanti”.

Il ringraziamento di Gualtieri va anche al Centro Astalli per le attività “di accoglienza, protezione, promozione a tutti quanti fuggono dai loro territori in crisi e approdano nel nostro Paese dopo esperienze drammatiche, come torture e violenze, che lasciano cicatrici profonde”. In vista del Giubileo, il Comune di Roma “sta rafforzando il suo impegno per un’accoglienza sempre più personalizzata ai migranti, con progetti di inclusione urbana, come lo Sportello Unico di Accoglienza di Migranti, e percorsi più strutturati per favorire la formazione, i tirocini lavorativi e l’inserimento in autonomia”.

Centro Astalli, Ripamonti: “Fenomeno complesso e articolato”

Il presidente del Centro Astalli, Camillo Ripamonti ha ricordato: “I flussi migratori dei nostri giorni sono espressione di un fenomeno complesso e articolato, la cui comprensione esige l’analisi attenta di tutti gli aspetti che caratterizzano le diverse tappe dell’esperienza migratoria, dalla partenza all’arrivo, incluso un eventuale ritorno.”  Di fatto, il Patto sulla migrazione e l’asilo, approvato da pochi giorni dal Parlamento europeo: “Sancisce un arretramento rispetto al diritto di asilo, perché non è attraverso l’esternalizzazione, i respingimenti, la mancanza di una vera politica di soccorso in mare e le procedure accelerate alla frontiera che si affronta il fenomeno migratorio”.

Centro Astalli: le parole di Trevisi

E’ questa la “rotta” da seguire per affrontare la questione dei “transitanti”, ossia dei migranti che scelgono la rotta balcanica per approdare nel nostro Paese e poi trasferirsi in Paesi limitrofi, dove hanno magari parenti o conoscenze” ha affermato mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste. Il capoluogo friulano ospiterà dal 3 al 7 luglio la 50ma edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia. Trieste “è la città dove convivono popolazioni latine, slave e germaniche, oggi  è diventata il punto d’approdo di una rotta percorsa da tanti giovani e giovani famiglie con bambini. Il punto di ritrovo è piazza Libertà, dove c’è la stazione e dove si ritrovano tanti migranti e tanti aspettano il treno per ripartire verso altri Paesi, come la Germania o la Francia”.

Il vescovo denuncia come la piazza si trovi ad essere un un luogo fatiscente: “Quando c’è la bora scura diventa tutto fango, e sopra le volte ci sono le tende. E’ una piccola favela a fianco del centro. I migranti hanno diritto ad essere accolti dal nostro sistema di protezione, ma non essendo sbarcati dalle navi non c’è nessun automatismo che porta a trasferirli in altre città”, conclude.

Giulia Fuselli
(19 aprile 2024)

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