L’anno nuovo che non venne mai di Bogdan Mureșanu ad Orizzonti

Anul nou care n-a fost, L’anno nuovo che non venne mai, è il primo lungometraggio del regista romeno Bogdan Mureșanu in concorso nella sezione Orizzonti della 81° Mostra del Cinema di Venezia.
Il filo narrativo si dipana attraverso le storie di sei protagonisti, ognuna indipendente dalle altre, che in comune hanno il palcoscenico geografico quanto storico in cui vanno in scena: la Romania del 1989. Più precisamente le ventiquattro ore che precedono la giornata del 21 dicembre 1989, il giorno dello scoppio della Rivoluzione contro il regime dell’allora Presidente della Romania Nicolae Ceaușescu.

L’anno nuovo che non venne mai: un “adesso” che collega tutti

Sei protagonisti delle proprie vite, della propria quotidianità, di una giornata ordinaria come quelle che da anni si susseguono sotto il regime dittatoriale di Nicolae Ceaușescu. Sotto il controllo della Securitate, la polizia segreta, che con occhi che spiano ovunque nelle vite dei cittadini e mani che reprimono qualsiasi slancio di libertà, mantiene in piedi un regime ormai agli sgoccioli.
E sono proprio le ultime gocce del regime che il regista vuole raccontare, in attesa dell’istante di rottura, di svolta. “Sono sempre stato interessato al concetto dell’adesso, in particolare quando riguarda un adesso storico, un singolo momento nel tempo che collega tutti a una coscienza comune.” Con queste parole Mureșanu presenta la propria pellicola di esordio. In cui con coinvolgimento crescente introduce lo spettatore a storie di vita più o meno ordinaria: dall’operaio padre di famiglia, all’anziana prossima allo sfratto, dall’attrice televisiva all’adolescente in fuga. Ognuno nella propria personale vicenda prossimo a soccombere al regime. Diversi punti di ingresso all’istante in cui il cambiamento si è presentato sotto forma di libertà.
Il tutto riuscendo ad alleggerire momenti di grande tensione narrativa con spunti ironici che hanno l’effetto di avvicinare lo spettatore, senza però far venire meno l’intensità del racconto, la potenza della testimonianza storica.

L’anno nuovo che non venne mai: i protagonisti

E così l’anziana signora che piuttosto che abbandonare la propria casa di infanzia, per permettere la costruzione di nuove case popolari, arriva a maturare la decisione di suicidarsi accendendo il gas, sarà graziata dal taglio della fornitura imposto dal regime.
O il bambino che nella propria letterina di Natale, si troverà ad essere involontario delatore, chiedendo che Babbo Natale esaudisca il desiderio che tante volte ha sentito esprimere dal padre al sicuro delle mura domestiche: che lo zio Nicu muoia.
I filoni narrativi convergono nella Piazza del Palazzo del Comitato Centrale la mattina del 21 dicembre, e con i protagonisti del film altre decine di migliaia di manifestanti, spettatori e al contempo artefici dell’inizio della rivoluzione. Lo scoppio di alcuni petardi a fare da espediente narrativo e metafora per lo scoppio della rivoluzione.
Sulle note incalzanti del Bolero di Ravel assistiamo al parallelo e contrapposto cadere del regime e risollevarsi delle sorti dei protagonisti verso un insperato slancio di libertà.

Rocco Ricciardelli
(3 settembre 2024)

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