La manifestazione contro il ddl sicurezza ha sfilato per le vie di Roma nel pomeriggio di sabato 14 dicembre. Un lungo corteo è partito dal piazzale del Verano per giungere a piazza del Popolo. Cinquantamila i partecipanti secondo gli organizzatori, settemila per le forze dell’ordine, oltre 200 le associazioni e le forze aderenti, inclusi tutti i partiti dell’opposizione con ANPI, Collettivo di Fabbrica GKN, ARCI, FIOM, FLC, FLAI, numerosi centri sociali provenienti da diverse regioni, Greenpeace, per citarne solo alcune, tanti anche gli studenti. Tanti gli striscioni e gli slogan contro l’attuale governo e le sue disposizioni, il più emblematico di tutti, quello alla testa del corteo, una grande caricatura raffigurante un bacio tra Giorgia Meloni e Benito Mussolini.
“Il ddl sicurezza non è che ci preoccupa, il ddl sicurezza è una tappa in una società che già ci preoccupa. Ritengo che questa sia una società ademocratica, privata di democrazia” sostiene Dario Salvetti del collettivo di fabbrica ex GKN di Campi Bisenzio, dove 400 operai sono stati lasciati a casa oltre tre anni fa dalla ex proprietà della fabbrica. I lavoratori non si sono arresi e hanno organizzato un’assemblea permanente.
Partecipanti giunti da ogni parte d’Italia per far sentire la propria voce contro la disposizione del Governo “Sappiamo che con questo ddl potremmo essere tutti criminali, siamo qui proprio per impedirlo” dice Virginio, un signore di mezz’età giunto dal nord con sua moglie, “Siamo molto preocupati sia per questo ddl ma soprattutto per tutto quello che c’è intorno”.
Ddl sicurezza: attacco alla democrazia
Si protesta contro un disegno di legge che nell’art.15 inserisce la custodia in carcere per le donne incinte o con neonati che hanno meno di un anno, o che intende rendere impossibile la vita ai migranti, non solo nei CPR ma anche durante i loro viaggi in mare, infatti con la giustificazione della lotta al contrabbando di tabacchi, autorizzerebbe la guardia di finanza ad intervenire con azioni militari contro i barconi e chi tenta di salvare migranti in mare, o criminalizzare, con l’art.18, l’utilizzo della cannabis light. “Siamo solo ad un altro stadio dell’orrore, di un provvedimento, il ddl sicurezza che da ogni punto di vista peggiora la condizione delle libertà dei diritti di questo in questo paese.” dice Nicola Fratoianni .
Se il ddl sicurezza, verrà approvato al Senato senza modifiche, verranno proibite forme legittime di dissenso, infatti viene sottolineato come anche la resistenza passiva agli ordini impartiti dalle autorità venga punita con la reclusione.
Si darebbe così il via ad un’intolleranza dell’espressione del parere contrario dei cittadini nei confronti di qualsiasi disposizione presa da qualsiasi governo.
Sarebbe l’inizio della cosidetta Democratura, ovvero: Il Regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale.
Ddl sicurezza:soluzioni alternative
“Questo Governo si occupa molto della sicurezza, solo che è strabico, non vede quali siano i problemi veri di questo paese” dichiara Fratoianni durante il suo intervento, “Se volete sicurezza date una casa a chi è senza un tetto, garantite un salario dignitoso ai lavoratori poveri, cancellate la precarietà ad una generazione intera, occupatevi dei corpi delle donne vittime della cultura patriarcale che fate finta di non vedere.
Se volete sicurezza organizzate voi il salvataggio, la ricerca ed il soccorso dei corpi dei migranti che affogano nel Mediterraneo centrale, invece di criminalizzare chi lo fa al posto vostro. Se volete sicurezza andatevene a casa, neanche capaci di dirvi antifascisti” continua l’onorevole mentre la folla applaude.
“La risposta alla violenza passa per il supporto alla popolazione, e non per la criminalizzazione del dissenso, spiega Stefano Ioffredo, segretario provinciale della sezione Napoletana di sinistra italiana “Non si risponde alla violenza solamente con la polizia o con maggiori repressioni. Alla violenza si risponde col lavoro, con la scuola, con la sanità, con lo stato sociale. questa è la prima arma contro la violenza, altrimenti si ricade nell’instaurazione di un regime di polizia che poco incide nelle questioni culturali ed educative, soprattutto in una città come quella di Napoli dove c’è un altissimo tasso di povertà educativa, di dispersione scolastica, disoccupazione sia giovanile che matura. Alla violenza non si risponde solo con la polizia e con la repressione ma anche con i diritti.
Questo ddl, criminalizzando il dissenso, va a toccare i diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione.”
Dalla manifestazione, nata da un corteo autoconvocato dai movimenti attraverso assemblee tenute in giro per l’Italia, viene lanciato un ulteriore appuntamento per fermare il ddl sicurezza: tre giorni di assemblea dal 10 gennaio a Roma.
Testo e foto di Lorenzo Pugliese
(15 dicembre 2024)
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