L’Italia vieta le sim ai migranti, la Svezia offre più di 30mila euro agli stranieri che se ne vanno ed i Paesi Bassi chiedono l’opt-out dalle norme UE riguardo l’asilo, intanto la Germania intensifica i controlli ai confini, ecco i passi indietro dell’europa sull’accoglienza.
La stretta sulle sim
Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia e Francesco Michelotti parlamentare anche di FDI hanno proposto nelle scorse settimane l’emendamento, che interverrebbe sull’articolo 32 del ddl sicurezza, in cui si propone di proibire l’acquisto di una scheda sim a chiunque non sia ancora in possesso di un permesso di soggiorno.
Una proposta nata dal confronto con alcuni investigatori delle squadre mobili per far fronte alla difficoltà di condurre indagini attraverso intercettazioni su sim intestate a persone inesistenti o irrintracciabili. La punizione per i regolari che tenteranno di acquistare la sim per un amico in attesa del permesso di soggiorno sarà una condanna ed il divieto di stipulare contratti telefonici per un periodo che va da 6 mesi ad un anno. Se invece un negoziante deciderà di astenersi alla disposizione, non richiedendo tutti i documenti necessari richiesti per questa categoria di persone rischierà addirittura la chiusura temporanea dell’attività.
Problemi e ripercussioni
“Ci sono migliaia e migliaia di cittadini extracomunitari sul territorio italiano che se non hanno diritti possono diventare vittime della criminalità e pagano un prezzo altissimo”. racconta Gaetano Pedullà del M5 “Penso spesso al lavoratore pontino lasciato morente davanti casa dopo che lavorando aveva perso un braccio. un esempio di come senza dare una possibilità vera di integrazione aumentano le situazioni di sfruttamento.”
Per le chiamate telefoniche sono disponibili delle soluzioni: dalle e-sim al contrabbando, ai diversi social che permettono di effettuare chiamate senza la necessità del numero telefonico quindi, nel caso delle app, con una qualsiasi wifi pubblica si risolverebbe il problema delle comunicazioni. Una fetta di richiedenti asilo costretti alla “criminalità” sarà comunque in grado di usufruire del cellulare in maniera “illecita”.La disposizione riguardante le sim proposta per il ddl sicurezza andrebbe perciò solo a peggiorare in maniera drastica la vita di chi è appena entrato in Italia e si trova nella lunga attesa di una risposta per il permesso di soggiorno dalla lenta burocrazia italiana. Nelle istituzioni è tanto consolidata la lunghezza della prassi dovuta all’attribuzione del permesso di soggiorno che la legge autorizza lo straniero a lavorare con la ricevuta della domanda presentata
“fino ad eventuale comunicazione dell’Autorità di pubblica sicurezza, da notificare anche al datore di lavoro, con l’indicazione dell’esistenza dei motivi ostativi al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno”.Art. 5, comma 9 bis TUI
“I tempi di attesa per ottenere il permesso di soggiorno sono diversi e variano in base al luogo di emissione” spiega Cipriana, responsabile del settore legale dell’ Arci di Viterbo“ Vanno da un minimo di venti giorni, un mese per le richieste cartacee ed arrivando fino a più di due mesi per quelle elettroniche. Il motivo delle lunghe attese è principalmente la mole di richieste presentate ogni giorno” I dati ISTAT dicono che nel 2022 sono stati rilasciati in Italia 449.118 permessi di soggiorno, con un aumento del 85,9% rispetto all’anno precedente.
Dati che non si vedevano da oltre un decennio, aumentati negli ultimi anni anche a causa del conflitto Russo-Ucraino.Orientarsi nella procedura per ottenere il permesso di soggiorno è una vera impresa per chi arriva in questo paese senza sapere la lingua e senza avere punti di riferimento.
Se a questa situazione si aggiunge anche il divieto di poter chiamare i familiari o semplicemente un amico ecco che l’unica alternativa per queste persone rimane l’illegalità, sono costretti a commetere un reato per usufruire di un servizio primario come è quello delle comunicazioni telefoniche.
Tra l’altro se questa proposta di modifica dell’articolo 32 del ddl sicurezza dovesse entrare in vigore andrebbe contro l’articolo 15 della costituzione il quale recita: “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”.
Cosa sta accadendo in Europa
Anche all’estero la situazione per i richiedenti asilo non è migliore, l’Olanda ha presentato nei giorni scorsi la richiesta di opt-out per l’esenzione dalla politica di asilo Ue. “Gli elettori ci hanno dato un mandato chiaro. Dobbiamo ridurre subito l’afflusso, qui non c’è posto per chi abusa della nostra ospitalità”, ha dichiarato Marjolein Faber, ministra per l’asilo Olandese, affiancata dall’esponente di ultradestra Geert Wilders. La stessa Faber riconosce che “un opt-out è possibile solo nel quadro della riforma dei Trattati Ue”, scenario che secondo Bruxelles è impossibile attuare immediatamente. “Fino a quel momento l’Olanda continuerà ad applicare il Patto Ue sulla migrazione”, ha dichiarato la portavoce Ue. Contemporaneamente in Olanda aumenteranno anche i requisiti per i ricongiungimenti familiari che saranno concessi solo dopo due anni di permanenza e dimostrando di possedere un reddito stabile e sufficente. Verrà anche abrogata la legge sulla distribuzione dei migranti che prevede l’obbligo dei comuni di creare luoghi d’accoglienza. Vogliamo rendere i Paesi Bassi un luogo meno “attraente” per i richiedenti asilo, spiega Faber.
Intanto la Svezia da sempre considerata una superpotenza umanitaria, opta per l’aumento del premio in denaro nato nel 1984 per gli immigrati che decidono autonomamente di abbandonare il paese portandolo dalle attuali 40.000 corone svedesi fino ad un massimo di 350.000(circa 30.700 euro). Un aumento significativo, proposto del partito di ultra destra Democratici Svedesi (SD) che naturalmente ha spaccato in due il parlamento di Stoccolma. «Siamo nel mezzo di un cambiamento del paradigma nella nostra politica migratoria», spiega Johan Forssell, ministro per le migrazioni Svedese durante la conferenza stampa in cui ha annunciato la riforma pensata per il 2026.
Mentre la Germania ha “ordinato la reintroduzione temporanea del controllo alle frontiere terrestri con Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca per sei mesi, a partire dal 16 settembre 2024.” Sul sito del Ministero federale dell’Interno e della Comunità tedesco in un comunicato stampa del 9 settembre 2024 si legge “Le motivazioni per ordinare un controllo temporaneo delle frontiere sono la necessità di limitare ulteriormente l’immigrazione irregolare e di proteggere la sicurezza interna della Germania .” Il ministro federale degli Interni Nancy Faeser ha affermato: ” Stiamo adottando misure concrete per rafforzare la nostra sicurezza interna e stiamo adottando una linea dura contro l’immigrazione irregolare. Stiamo continuando a seguire questa strada, finché il nuovo sistema europeo comune di asilo e altre misure non garantiranno una forte protezione per le frontiere esterne dell’UE. Dobbiamo anche fare di più per controllare i nostri confini nazionali.”
Lorenzo Pugliese
(02/10/2024)