Referendum 2025 e modalità di voto per i fuorisede

L’8 e il 9 giugno si torna alle urne per votare sui cinque referendum abrogativi del 2025, promossi da sindacati e associazioni, che si svolgeranno in concomitanza con le elezioni amministrative in diverse Regioni e comuni. Il tema centrale di quattro dei cinque quesiti è il lavoro, a cui si è aggiunto il referendum sulla cittadinanza, depositato in Cassazione con 637 mila firme.

I quattro referendum sul lavoro

Il primo quesito chiede di abrogare la disciplina più recente sui licenziamenti, ripristinando la forma di tutela che era stata abolita con il Jobs Act; ciò permetterebbe a un lavoratore licenziato ingiustamente di essere reintegrato nel proprio posto di lavoro.

Il secondo quesito intende invece cancellare il limite massimo dell’indennizzo economico previsto per i lavoratori licenziati senza giusta causa nelle piccole imprese; se oggi un lavoratore o una lavoratrice può ottenere al massimo sei mensilità di risarcimento, in caso di abrogazione sarà il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.

Il terzo quesito riguarda i contratti a termine e l’obiettivo è quello di ridurre la precarietà e favorire l’occupazione stabile, ripristinando l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato.

Il quarto quesito propone di abrogare alcune norme che limitano la responsabilità delle aziende in materia di prevenzione degli infortuni, in modo da rafforzare le tutele per i lavoratori e garantire maggiore sicurezza sul lavoro.

Il referendum sulla cittadinanza e le modalità di voto per i fuorisede

L’ultimo quesito riguarda la cittadinanza per stranieri non appartenenti all’Unione europea. La proposta intende dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Questo referendum non va a modificare gli altri requisiti richiesti per ottenere la cittadinanza:

  • la conoscenza della lingua italiana,
  • il possesso di un reddito consistente
  • l’incensuratezza penale.

La modifica dell’articolo 9 della legge n. 91/1992 con cui si è innalzato il termine di soggiorno legale rappresenterebbe una conquista decisiva per i cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, studiano e lavorano.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso marzo il decreto Elezioni, che introduce la possibilità di voto per i fuori sede in occasione di questi referendum: il meccanismo, analogo a quello sperimentato nel 2024 per le elezioni europee, è stato esteso fino a comprendere non solo studenti e studentesse, ma anche lavoratori e lavoratrici e chi si trovi in cura in un comune di una provincia diversa da quella di residenza. I requisiti quindi per votare fuori sede sono:

  • essere domiciliati temporaneamente in un comune di una provincia diversa da quella di residenza;
  • essere lontani dal proprio comune di iscrizione elettorale per almeno tre mesi, compresi quelli in cui si svolgerà il referendum;
  • presentare domanda al Comune ove si è domiciliati entro i termini previsti.

I fuori sede possono fare domanda per votare nel Comune di temporaneo domicilio entro domenica 4 maggio. Andrà presentata un’apposita istanza al Comune ove si è domiciliati, scaricabile qui e da compilare e inviare insieme alla copia di un documento di riconoscimento valido, copia della tessera elettorale e copia di un documento che certifichi la condizione di elettore fuorisede. Al momento della presentazione della domanda, ci si può anche candidare come scrutatori o presidenti di seggio. I comuni di domicilio provvisorio, hanno poi tempo fino al 3 giugno per far arrivare ai fuorisede l’attestazione di ammissione al voto con il quale gli elettori potranno presentarsi ai seggi che saranno aperti domenica 8 giugno dalle 7.00 alle 23.00 e lunedì 9 giugno dalle 7.00 alle 15.00.

Alessandro Masseroni
(22 aprile 2025)

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