Come in Cina, gli aquiloni volano sul Parco degli Acquedotti

Le immagini di un festival dedicato agli aquiloni e alla cultura cinese antica e moderna

Nel 2023 l’Unesco ha inserito la festa degli aquiloni di Weifang nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale, riconoscendola come parte integrante del patrimonio dell’umanità. Questa città della regione dello Shandong Centrale, in Cina, è conosciuta come la capitale mondiale degli aquiloni e dal 1983 ospita un festival interamente dedicato a questo manufatto dalle antichissime origini, dalle diverse funzioni e significati, nato in Cina oltre 2400 anni fa ma presente un po’ ovunque nel mondo.
Il Festival Internazionale degli aquiloni di Weifang da tre anni si svolge anche a Roma, permettendo a numerosissimi cittadini e turisti di ammirare il volo degli aquiloni, che quest’anno si è tenuto nella splendida cornice del Parco degli Acquedotti lo scorso 17 e 18 maggio. Patrocinato dall’Ambasciata Cinese in Italia, dalla Regione Lazio, dal Parco Regionale dell’Appia Antica, dalla International Kite Federation e dal VII Municipio in collaborazione con numerosi enti ed associazioni culturali, è stata un’occasione di festa, arte e tradizione all’insegna della condivisione e della scoperta.

Il Festival degli Aquiloni di Weifang a Roma

Agli aquiloni, protagonisti assoluti dell’evento, sono stati dedicati laboratori, mostre ed esibizioni, oltre ad altre attività volte alla promozione della cultura cinese tradizionale e contemporanea. Stand di calligrafia e di artigianato, sfilate in costume, cerimonia del tè, musica tradizionale, esibizioni circensi e teatrali, oltre alla possibilità di partecipare gratuitamente a lezioni dimostrative di Qui Gong, Kung Fu e Tai Chi sono state solo alcune delle iniziative pensate per coinvolgere un pubblico eterogeneo e curioso, che ha anche potuto degustare diversi tipi di specialità gastronomiche, immersi nella bellezza di uno degli angoli più suggestivi di Roma. Numerosi gli interventi di organizzatori ed ospiti, tra i quali Guo Lin, Consigliere dell’Ambasciata Cinese e Gabriele Mainetti, il talentuoso regista di “La città Proibita”, il suo ultimo film, ambientato nella realtà multietnica di Piazza Vittorio.
L’evento è stato inoltre l’occasione per celebrare il cinquantacinquesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina, legate già dai tempi più remoti, dove Roma era stata il capolinea occidentale dell’antica rotta commerciale della Via della Seta e che ora la Cina rinnova con la Belt and Road Initiative (BRI), o “Nuova Via della Seta”, volta a promuovere nuove rotte terrestri e marittime con lo scopo di collegare la Cina con l’Europa, l’Africa e l’America, per stimolare il commercio, gli investimenti e lo sviluppo economico di tutti i Paesi coinvolti.

La storia antica degli aquiloni

“Se lo scorso anno l’affluenza era stata di 600.000 persone, quest’anno è stata ancora maggiore”, spiega Gaia, presidente dell’Associazione Culturale Melodie di Seta ed organizzatrice dell’evento. Originaria di Weifang, dove sono nati gli aquiloni ed anche Confucio, Gaia ricorda l’importanza storica e simbolica degli aquiloni, strettamente legati alla cultura cinese già a partire dal V secolo a.C., quando durante la dinastia Shang venne inventato uno strumento chiamato moyuan, letteralmente falco di legno, che potendo raggiungere altitudini elevate permetteva di essere utilizzato a scopi militari per sorvegliare ampi territori.
Realizzati in bambù, carta, piume d’aquila, fili di seta, con ali e coda, gli aquiloni venivano anche utilizzati per inviare messaggi e come strumenti di divinazione, portatori di preghiere, di buoni auspici e di messaggi, evolvendosi nel tempo fino a diventare un’importante forma di arte e di intrattenimento popolare e di competizione sportiva. Uno strumento antichissimo che ha attraversato la storia dell’umanità e ha ispirato tante invenzioni della modernità, come l’aereo, il parafulmine, le telecomunicazioni, ma anche un oggetto transgenerazionale, capace di parlare a tutti e di dialogare con il bambino che c’è in ognuno, e per questo portatore di magia.

Aquiloni come simbolo di pace e di sostenibilità

“Non è solo un’oggetto e una forma di espressione artistica che fa parte del patrimonio immateriale dell’umanità, ma è anche e soprattutto un emblema della sostenibilità ambientale e della pace, capace celebrare la fratellanza tra i popoli”, sostiene Caterina Capelli, Direttrice artistica di Artevento, il festival internazionale che si svolge a Cervia dal 1981. “È il festival dell’aquilone più longevo del mondo ed ogni anno unisce all’incirca 50 Paesi in una grande kermesse di artisti provenienti da tutto il mondo, che creano aquiloni originali e dialogano con il vento. Ogni anno viene scelto un paese ospite d’onore che si esprime non solo attraverso l’aquilone ma anche con il teatro, la danza e la musica. Quest’anno abbiamo avuto la delegazione indonesiana da Bali e i Maori dalla Nuova Zelanda, un successo con oltre 800.000 spettatori, un vero record in 12 giorni di festival”.
Caterina ha preso il testimone dal padre, che per primo lo aveva ideato alla fine degli anni 70 e che aveva vinto, alla seconda edizione del Festival cinese di Weifang, il primo premio con un aquilone che aveva chiamato “Marco Polo”.
L’aquilone come simbolo di pace anche in un secondo evento previsto per il prossimo ottobre ed organizzato in collaborazione con la marcia della pace Perugia-Assisi.
Dal 3 al 5 ottobre si svolgerà il nostro One site one world, dedicato all’aquilone come oggetto di pace: una festa di tre giorni in spiaggia con artisti che arrivano da tutto il mondo ed una mostra dal titolo “Il giro del mondo in 80 aquiloni” allestita al magazzino del sale di Cervia, dove il pubblico potrà partecipare gratuitamente a visite guidate e a laboratori, per costruire gli aquiloni che porteremo alla Marcia della Pace del prossimo 12 ottobre”.

Natascia Accatino
Foto di Alessandro Guarino
(21 maggio 2025)

 

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