Al MaXXI l’arte è riflessione e contatto tra culture

Love difference, cittadellarte.it
La periferia, nei suoi contesti di emarginazione ed isolamento sociale. Una discarica di componenti elettronici in Ghana. Due mostre fotografiche con tanto di installazioni ed un corso di aggiornamento per insegnanti di italiano per stranieri. Tre appuntamenti recenti al Maxxi che parlano di attualità ed incontro, frontiera e contraddizioni.

Una vocazione interculturale. “Le nostre attività sono relativamente recenti – spiega Stefania Vannini, responsabile del dipartimento educazione del Maxxi – a maggio di quest’anno saranno due anni. Abbiamo svolto un lavoro ad ampio raggio, per raggiungere pubblici diversi. Ho cercato di avvicinare le comunità di migranti di zona ma per un singolo, benché parte di un’organizzazione museale importante come questa, non è facile entrare in comunicazione. Perciò ci siamo rivolti a diverse realtà associative impegnate nel sociale e radicate sul territorio per sviluppare delle collaborazioni”.

Il mare separa o unisce? “In parallelo con l’esposizione di Michelangelo Pistoletto, abbiamo presentato una mostra dedicata a Cittadellarte, un laboratorio interdisciplinare per l’arte e la produzione culturale fondato da Pistoletto a Biella nel 1998. Abbiamo potuto fare uso di un’opera evocativa come Love difference, un tavolo in superfici specchiate a forma di Mediterraneo con 23 sedie ad indicare i paesi che vi si affacciano. In questo modo lo spazio espositivo si è trasformato in un forum di partecipazione e scambio interculturale. Con l’occasione abbiamo calendarizzato, fra gli altri, due appuntamenti con la comunità di Sant’Egidio che ha portato al museo dei migranti dei loro corsi di Italiano. Il tavolo ha anche ospitato vari incontri di presentazione di progetti per Asinitas. E’ stata un’occasione di reciproca conoscenza e per scandagliare la realtà associativa del territorio”.

Indian Highway

Flaminio ed Esquilino. Due quartieri, due musei, il Maxxi ed il museo nazionale d’arte orientale G.Tucci. Al centro della collaborazione un paese, l’India ed i rapidi processi di trasformazione che ne stanno cambiando, nel bene e nel male, la fisionomia. “Indian Highway è stato un percorso di analisi dello sviluppo del paese. Abbiamo esposto 60 opere 4 installazioni pensate per il MAXXI per far emergere realtà, dubbi e paure di trenta artisti indiani legate all’industrializzazione selvaggia che ha interessato il loro paese in tempi recenti. Dall’aumento della povertà, alla necessità della conservazione ambientale. La collaborazione con il museo di arte orientale ha portato a dei weekend di visite guidate, il sabato al museo Tucci poi al Maxxi. Perciò in previsione di Indian Highways abbiamo ospitato 10 appartenenti alla comunità indiana, 10 persone del quartiere flaminio e 10 del quartiere esquilino. Il 29 gennaio, in occasione della chiusura della mostra, c’è stata nella piazza del Maxxi una festa di danza indiana, con coreografie in stile Bollywood ma anche tradizionali, data la natura educativa didattica della progetto”.

Prossimi eventi in calendario. Domani sera alle 19.30 l’artista colombiana Doris Salcedo presenterà un’installazione metafora delle vittime delle stragi avvenute, a partire dagli anni novanta, nel suo paese natale. “Dopo Pasqua, il 14 aprile, l’artista finlandese Kaarina Kaikkonen organizzerà un laboratorio per famiglie. Esibirà inoltre un’installazione nella piazza del Maxxi. In passato aveva disposto sulla scalinata della cattedrale di Helsinki un’opera molto suggestiva formata da giacche da uomo con le maniche piegate che sembravano delle persone in preghiera. Per quest’occasione esibirà dei vestiti da bambino, esclusivamente la parte superiore. Quella che, come dice l’artista, è stata a contatto col cuore dei piccoli Per far questo stiamo organizzando una raccolta di vestiti usati che, al termine della performance, saranno dati in beneficenza”.

Davide Bonaffini(13 Marzo 2012)