Per una sanità umana: Forum salute donne italiane e migranti

Dott.ssa Maura Cossutta

“Il diritto alla salute è la prima forma d’integrazione. La comunità straniera, anche quella più chiusa scopre tramite le strutture ospedaliere il rapporto con la il paese ospitante, esce dalla solitudine, dall’isolamento. Molto spesso per la donna che conosce solo il bangla o il cinese, o un dialetto locale, che non comunica con nessuno, quando viene all’ospedale e parla con la mediatrice culturale, ha la possibilità di esprimersi nella sua lingua, sui suoi bisogni con qualcuno che non è della famiglia, è un momento di emancipazione enorme”, spiega Maura Cossutta, il delegato culturalmente competente della direzione generale per l’ospedale San Camillo Forlanini, che ha fondato il Forum Salute donne italiane e straniere. Il Forum è luogo di partecipazione e di incontro tra gli operatori dei servizi amministrativi e sanitari, gli utenti e la rete delle associazioni, in particolare delle donne italiane e migranti. L’idea di un Forum sulla salute è cresciuta nel tempo, dalle riflessioni e dal lavoro svolto in questi anni da operatori, dall’incontro con la realtà concreta della vita di tante donne, dei loro figli, delle loro famiglie. Le comunità coinvolte per questioni di salute sono più ricettive, è un argomento che le sensibilizza: le donne straniere fanno più figli rispetto alle italiane, e l’incontro con il ginecologo e il pediatra è frequente. A maggior ragione se sanno che dentro quella struttura trovano un supporto.

Il forum sulla salute è uno strumento molto utile per le comunità straniere. „Abbiamo addottato questo progetto europeo per determinare dei cambiamenti nell’organizzazione generale dell’ospedale, per accogliere in modo migliore, modificare processi di cura e assistenza per le persone straniere: partendo dagli stranieri si migliora il sistema per tutta la populazione”. Un sabato ogni 2 mesi s’incontrano donne che fanno parte delle associazioni filippine, moldave, romene, ucraine, marocchine, cinesi. C’è un’ordine del giorno e si discute, si parla, si racconta di tutte le problematiche delle comunità riguardo la salute. La partecipazione di queste donne è discontinua. „Il nostro obiettivo è di fare proposte sui percorsi dell’accoglienza: l’informazione multilingua sul servizio sanitario, come prenotare, le liste di attesa”. Un altro percorso è quello della nascita: nelle comunità straniere le donne sono ricoverate più spesso a causa della gravidanza e del parto. Non viene trascurato il percorso oncologico: l’attenzione è posta sulla prevenzione dei tumori della sfera genitale e della mammella.

Più calore dai medici e dagli operatori ospedalieri, questo si aspettano gli stranieri in fase di malattia e cura. Da varie interviste fatte ai migranti su quali sono le loro esperienze in occasione di gravidanza e parto, le criticità che hanno riscontrato nel prenottare l’ecografia, le differenze culturali rispetto al paese d’origine è emerso che „le donne cinesi dicono che in Italia l’approccio alla malattia è freddo, la medicina cinese è diversa, loro vorrebbero molto più contatto e calore umano, ma noi abbiamo poco personale. Ogni donna andrebbe accompagnata personalmente”. Un trauma per le donne straniere è quando sono costrette all’aborto terapeutico a causa di malformazioni del feto e non portano a termine la gravidanza, per mancanza di posti letto spesso vengono ricoverate nel reparto dove altre donne partoriscono. „Dopo il quinto mese il parto deve essere naturale, il loro trauma è doppio, in più sono senza l’aiuto della famiglia, contrariamente a come erano abituate nel loro paese. Mentre per esempio le mamme africane nei primi 15 giorni dopo la nascita sono sostenute in tutto dalla comunità, loro stanno a riposo, invece qui si trovano sole e isolate”.

La donna in gravidanza non paga nelle strutture pubbliche per tutte le analisi, ecografie, visite ginecologiche. „Abbiamo proposto al direttore generale che tutte le analisi debbano essere garantite all’interno della struttura, ma questo oggi non è possibile. Una situazione  particolarmente difficile per le donne straniere, che non sono in grado di pagarsi le analisi nelle strutture private. Abbiamo una postazione fissa di mediatrici culturali che informano e comunicano con la donna straniera anche sulla prevenzione e contraccezione”.

Lo sportello H 24 per denunciare la violenza al Pronto Soccorso dell’ospedale. Questa iniziativa è nata dopo le esigenze rilevate al forum. Le donne straniere non sono disposte a parlare, a denunciare la violenza, però l’infermiere quando visita la donna può intuire dei sintomi non espressi: „se si presenta per una botta in testa, un ginocchio rotto e dice che è caduta, se viene più volte ricoverata al pronto soccorso, se ha un atteggiamento di grande paura, immediatamente viene attivata l’operatrice dello sportello che prende la donna e la porta in una stanza da sola, dove la donna può piangere, disperarsi, stare in silenzio e piano piano incomincia il piano di fuori uscita dalla violenza”.Spesso la donna viene accompagnata dal marito o dal compagno violento, il quale si presenta come amorevole e preoccupato per lei. „In attesa di trovare un’altra sistemazione, c’è la possibilità di tenere ricoverata durante la notte la persona quando verifichiamo una situazione critica: se la donna tornasse a casa, il marito la potrebbe ammazzare. Noi le seguiamo dal punto di vista legale e psicologicamente”.

Raisa Ambros(11 aprile 2013)

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