MedFilmFestival, Igor Sava: la mia arte alla base dell’integrazione

Igor Sava

“I miei quadri riescono a comunicare al mondo in un secondo, ma il concetto che esprimono è stato elaborato per mesi”. Il pittore moldavo Igor Sava, membro della giuria Piuculture del MedFilmFestival2012, ha trovato un linguaggio complesso, espressivo e universale per vincere la sua timidezza e il carattere introverso. “Tramite l’arte si riesce a dire molto di più di quanto possono parlare le parole. Cerco sempre di raccontare una storia nei miei dipinti. Nel cinema mi devono colpire gli elementi narrativi, una storia profonda e ben costruita”.

Nonostante le difficoltà e le barriere ha seguito i suoi desideri: voleva diventare un’artista. Igor Sava si è imposto negli anni con la sua arte e ha dimostrato che un pittore tenace non può lasciare il talento a disperdersi o a morire per colpa dei lavori umili, duri per la sopravvivenza. “Mi ha aiutato molto il fatto che volevo o tutto o niente. Mi sono liberato dei complessi d’inferiorità che un immigrato può avere a causa della sua provenienza e degli studi superiori eseguiti all’estero. Non ho dovuto dimostrare a nessuno quanto valgo, solo a me stesso”.

E’ arrivato in Italia per trovare sua madre nel 1999, dopo essersi laureato all’Università dell’ovest, a Timisoara in Romania, dove si è specializzato nel design grafico e industriale. Lo stesso anno ha coinciso con la morte di suo padre e questo tragico evento l’ha costretto a rimanere a lavorare qui per aiutare i quattro fratelli più piccoli a finire gli studi e l’università. In Romania era membro dell’associazione “Galleria Buzunar”, dove esponeva e vendeva i dipinti. A Roma, invece, ha cambiato diversi lavori non qualificati, senza rinunciare a dipingere. Di giorno si prendeva cura delle piante delle persone benestanti, la sera e nel week-end era sollecitato a fare dei ritratti di famiglia per pochi soldi.

Ispirato a  Ettore Roesler Franz, maestro di tecnica e acquarello, Sava ha iniziato a dipingere le strade di Roma che poi proponeva alle diverse gallerie. “Dipingevo le vie della città con i colori vivaci della Moldova, che ho ancora oggi in mente. L’acquarello era l’unica tecnica che non mi dava l’idea della mia perfezione, che non si lasciava dominare. Era una continua sfida, come un cavallo selvaggio che ti scappa di mano”. Un giorno ha avuto una rivelazione che è stata decisiva nella sua vita: ha capito che se non si impegnava e imponeva con la sua arte, non sarebbe riuscito  ad uscire da questo circolo vizioso della sopravvivenza, dove lavori per vivere, mangiare e pagare l’affitto. Ed i sogni si allontanano piano piano dando spazio alle priorità di prima necessità”. Si è ribellato ed è uscito in strada a relazionarsi con i turisti per vendere le sue opere senza intermediari. “E’ importante conoscere il mondo, aprirti e comunicare. Così ho incontrato un prete che mi ha commissionato delle immagini con chiese e monasteri e la grafica per i libri religiosi”. Una volta conquistata la fiducia e dimostrata la bravura, gli è stato chiesto di dipingere le pagine di un calendario con i dodici monasteri più famosi di tutta l’Europa, con la fortunata opportunità di viaggiare e scoprire nuove realtà.

Lo stile e i colori. Appassionato della natura, dei giochi di luci e ombra, delle atmosfere complementari, Igor Sava si è costruito un suo stile: “Inizialmente usavo colori vivi, allegri, ma  negli anni la mia pittura è diventata quasi monocroma”. Preferisce il formato allungato su verticale e orizzontale dei paesaggi cittadini. Vecchie case, stradine strette, soffitte antiche, questi sono gli elementi ai quali dà vita e li rappresenta con dei colori della stessa gamma con un punto di colore acceso. Si considera un esteta e un romantico e studia il rapporto tra i colori caldi e freddi: “Mi piace dipingere il riflesso nell’acqua di un ombrello rosso, una vespa gialla nella stradina grigia, uso i dettagli che trasmettono il calore”. Tra gli elementi metafisici presenti nei suoi lavori troviamo spesso la testa del toro oppure la bicicletta che sogna di volare. Una figura frequente nelle sue creazioni è la donna: “Simbolo di fertilità, dell’origine, la vocazione materna come espressione di vita. Dipingo la sua immagine nella mia immaginazione”.

Le mostre e le attività artistiche. Igor Sava espone spesso: all’inizio dell’anno è stato protagonista della mostra “L’Italia nella visione degli artisti dell’est” al Centro di scienza e cultura russa. Nell’ambito dell’evento Moa Casa alla Fiera di Roma, dove Moldova si è esibita con i migliori esponenti, Sava ha partecipato con la sua mostra di acquarelli. E’ tornato di recente da Riga, dove è stato ospite d’onore ad un simposio internazionale di fotografia sul tema “Il nudo” e dove ha tenuto una conferenza-master class per insegnare i segreti del nudo disegnando con il vino. Per questo si è portato una bottiglia di vino italiano. Una tecnica imparata sempre nei raduni nei paesi baltici, dove da uno scherzo “acquarello-vinarello” è nata la sfida di ridare  immagini con il liquore. “In Italia si usa poco, ma è una tecnica conosciuta”.

Raisa Ambros(4 ottobre 2012)