Da IntegrAzione la guida ai servizi per i migranti

“Opporsi alla società multietnica oggi è una follia fuori dalla storia. Come sociale abbiamo il dovere di creare gli strumenti utili per insegnare alle istituzioni, ed anche a noi stessi, ad aprirsi”, dichiara Luca Odevaine, presidente della fondazione IntegrAzione, promotrice del manuale “Cittadinanza. Guida ai servizi per una città plurale”, presentata il 7 dicembre nello Spazio Europa gestito dall’Ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento Europeo in via IV Novembre. “Dando delle informazioni semplici, chiare e dirette facciamo un esercizio di accompagnamento nel rispetto delle differenze. È una possibilità di riflessione anche per chi decide le politiche”, aggiunge Rossella Celmi dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni Italia. Governo che, forse ignaro della crisi parlamentare che arriverà a poche ore, risponde presente attraverso le parole di Angelo Carbone, vice capo di gabinetto del Ministero per la Cooperazione Internazionalee l’Integrazione: “la guida rientra nell’ottica di un insediamento tranquillo del dialogo”. “La cittadinanza non dovrebbe essere considerata un premio per chi si è integrato”, mette in guardia Augusto Venanzetti, coordinatore generale della Rete Scuolemigranti, “non c’è reale inclusione senza un pieno esercizio dei diritti”. Ad esempio “è impensabile che possano votare gli italiani all’estero e non i migranti residenti qui”.

La realizzazione della guida“Abbiamo iniziato a parlare del concetto di cittadinanza e appartenenza ad una comunità politica, chiedendoci come agevolare il processo partecipativo”, spiega Monica Pasquino, presidente dell’associazione di promozione sociale Scosse – Soluzioni COmunicative, Studi, Servizi Editoriali. “La prima risposta è stata farlo attraverso la condivisione di diritti e doveri, di spazi fisici ma soprattutto di regole e codici che noi diamo per scontati, dal consenso per le cure mediche alla segnaletica stradale. Le istituzioni non si preoccupano di tradurre i piccoli elementi e ciò genera esclusione”. Una delle sezioni principali è dedicata al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat otto residenti stranieri su dieci hanno un lavoro ma la media salariale è di 300 euro più bassa rispetto agli italiani e le differenze di mansione e retributive aumentano per genere, “la donna immigrata incarna tutte le caratteristiche di chi è svantaggiato, specie se giovane e madre”. Tra i dati utili forniti: dove poter effettuare pagamenti, come compilare moduli e documenti, a chi rivolgersi per la ricerca di un impiego. “Oltre alla cura per la grafica, c’è stata attenzione a rendere i contenuti facilmente comprensibili attraverso l’uso del tempo presente, di periodi corti e non complessi, evitando l’utilizzo dell’impersonale. Non è stato facile coniugare semplificazione e precisione di contenuti”.

Sandro Medici, presidente del Municipio X

Non solo vocabolari ambulanti Ma c’è una parte dei migranti che nemmeno sa leggere e non può certo adottare la guida come riferimento. La figura del mediatore diventa qui fondamentale, “ci riconosciamo nell’immagine mitologica del dio Giano, le cui due facce erano rivolte nelle direzioni di entrata ed uscita e che deteneva le chiavi per il passaggio, così come noi siamo un ponte figurato tra due culture”, metaforizza Fatma Kharraf, mediatrice culturale tunisina presso i Cara – Centri Accoglienza Richiedenti Asilo. La conoscenza linguistica è sì indispensabile, ma non è tutto, “altrimenti saremmo dei vocabolari ambulanti”. Bisogna andare oltre le traduzioni letterali, trasmettendo il sistema culturale, sociale, burocratico, dall’inserimento scolastico alle pratiche per gli enti. “Dobbiamo far considerare normali cose che a loro sembrano strane perché non gli appartengono. Ad esempio ad un uomo ho spiegato che allattare sull’autobus in Italia non è un segno di non rispettabilità, è un altro contesto e non si può vedere tutto con gli stessi occhi. Oppure in altri paesi le donne non possono andare a teatro, noi guidiamo a tutte le attività che possono essere svolte, rompendo le convinzioni su cose credute proibite”. Come suggerisce il titolo della guida, l’obiettivo è la creazione di una “città plurale che prepari il terreno all’integrazione dei nostri figli”.

Franco Corradini, assessore del comune di Reggio Emilia

Realtà locali La giunta del X Municipio ha introdotto la sperimentazione della “Civil Card”, documento di pre-cittadinanza che raccoglie il ritratto storico-anagrafico di chi è nato qui, “anticipa quello che sarebbe successo se la legge fosse stata diversa”, spiega Sandro Medici, presidente del Municipio. Finora ne sono state consegnate 19 ed altre 35 lo saranno a breve e “il solo fatto che sia stato fatto da una giunta di destra è un vanto”, ironizza. Un caso specifico fronteggiato da Medici è stato relativo al mancato tesseramento in una società di calcio di un ragazzino figlio di somali e dunque senza cittadinanza. “Tanto il desiderio di farlo crescere che è stato chiesto il nostro intervento istituzionale, la dichiarazione su carta intestata è l’unico modo per sbloccare determinate procedure, altrimenti irrisolvibili. L’integrazione va avanti e i segni a livello di amministrazioni locali sono forti”. Segno del cambiamento ben più visibile in determinate realtà di provincia come l’esperienza portata dall’assessore alla Coesione e Sicurezza Sociale del comune di Reggio Emilia Franco Corradini: “l’accoglienza ed il diritto sono un caposaldo”, dall’assistenza sanitaria alla partecipazione scolastica, “dove bisogna investire perché lì c’è la freschezza, il futuro”. La scelta di Reggio è stata di “stringere un patto con i cittadini per una maggiore responsabilità, dando la parola a tutti per renderli protagonisti”. Rientrano in quest’ottica non solo le convenzioni con associazioni, come per l’insegnamento dell’Italiano, ma anche un accordo con il governo del Marocco per il recupero di un parco degradato in una zona a prevalenza maghrebina. “Anche senza una politica centrale unitaria, l’Italia mette in pratica molte situazioni che portano benefici alla convivenza”.

Gabriele Santoro(10 dicembre 2012)