Una classe multietnica, tanta voglia di condividere ed imparare e la giusta dose di entusiasmo: sono questi gli ingredienti necessari per formare una formidabile squadra all’insegna dell’integrazione. La mattina del 31 maggio, i due laboratori di italiano per adulti e bambini stranieri realizzati all’Istituto Comprensivo Palombini, in via Giovanni Palombini 39, si sono riuniti per svolgere insieme una lezione interattiva. L’obiettivo? Creare insieme un ricettario con i piatti tipici provenienti da tutto il mondo.
Il cibo come punto cardine per la conoscenza delle altre culture
“Cercavo qualcosa che non appesantisse i ragazzi, ma che desse proprio l’idea di multiculturalità. Così abbiamo pensato di prendere il cibo come punto cardine, in modo che i ragazzi potessero confrontarsi e conoscere le altre culture” spiega Francesca Matrigiani, referente del Progetto Intercultura dell’Istituto Palombini. La risposta è stata più che positiva, tanto che l’iniziativa si è subito integrata con il Corso di Italiano L2 per donne straniere tenuto dalla Cooperativa Sociale Apriti Sesamo.
Con l’aiuto delle insegnanti Francesca Bufacchi, Rosita Massaroni, e Marianna Imperi, la classe, tutta al femminile, ha svolto un vero e proprio lavoro di squadra. Mentre le signore svelavano i segreti per la buona riuscita dei piatti che avevano scelto, le più piccole, con le orecchie sempre ben aperte, si sono cimentate nella scrittura del procedimento di preparazione, dimostrando orgogliose i progressi con la lingua italiana.
Il Kabis, un dolce tipico del Sudan
“Kabis” è il nome della ricetta che Sara* ha voluto far conoscere alle sue compagne. Sono dei biscotti al latte tipici del Sudan, il suo paese di provenienza, e si possono trovare soprattutto negli abbondanti buffet per la celebrazione della fine del Ramadan, ma“sono buoni anche per la colazione!” aggiunge.
Sara è una casalinga e durante la giornata si occupa della casa e dei suoi quattro figli, tutti studenti dell’Istituto Palombini. La più grande, 11 anni, l’ha raggiunta all’ultima ora della lezione ed ha aiutato il suo team a completare il lavoro.
“Vivo qua da dieci anni e di questo paese mi piace tutto” ha detto, “Soprattutto mi piacciono le donne anziane che quando scendo al bar giocano sempre con i miei bambini. Insieme si divertono tanto”. È l’amore per questo paese e le persone buone che la circondano che l’hanno spinta a partecipare a questo corso.
Come spesso accade sono le donne casalinghe ad avere più difficoltà ad imparare la lingua. Mentre i mariti e i figli riescono ad apprendere l’italiano grazie alla scuola e ai rapporti sociali instaurati sul lavoro, le mogli a casa si ritrovano in disparte, con poche possibilità di praticare la lingua.
I Laboratori d’Italiano L2 del progetto “Area Agio” promosso e finanziato dal Municipio IV e realizzati in A.T.I. dalle Cooperative Sociali Apriti Sesamo, Nuova SAIR ed Eureka Primo, intervengono proprio su questo aspetto. Sara stessa riesce a vedere i risultati del suo impegno: “Al corso mi sono trovata benissimo” ha raccontato “prima non riuscivo a capire molto bene l’italiano. Poi, poco a poco, sono migliorata sia nel parlare che nello scrivere, e quando finirà questo laboratorio vorrei iscrivermi ad un altro per imparare a leggere”.
Insieme per favorire l’integrazione delle donne
“Il laboratorio di lingua non è l’unica iniziativa promossa dal progetto”, racconta Valentina Casavola, referente della Cooperativa Sociale Apriti Sesamo, “l’obiettivo infatti è quello di favorire una serie di attività volte all’integrazione e alla creazione di una rete tra le madri straniere e le italiane”.
In calendario sono già previste una serie di giornate dedicate interamente alle donne straniere, che spazieranno da incontri sulla prevenzione nella salute a una lezione che si svolgerà al mercato.
Un’esperienza da ripetere
Alle 11 la lezione è terminata, e le ricette stanno per essere svelate. Mentre le signore leggono la loro ricetta, le bambine si divertono a mimare la preparazione, come se al posto di quei banchi messi a ferro di cavallo ci fosse una cucina tutta per loro. “A me è piaciuto lavorare con le mamme”, “Mi sono divertita tanto a far finta di cucinare” hanno raccontato due alunne prima di salutare le compagne. Ma se c’è una cosa in cui grandi e piccole si sono trovate d’accordo è che sicuramente sarà un’esperienza da ripetere al più presto.
Francesca Mahmoud Alam
(4 giugno 2018)
* nome di fantasia
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