“Abito a Roma da otto anni e ormai festeggio entrambi i Natali: quello italiano il venticinque dicembre e quello ucraino il sette gennaio” sorride Luda Lyudmyla studentessa e lavoratrice.
Acque sante e canti natalizi. In Ucraina si segue il calendario giuliano, la nascita di Gesù Cristo cade la notte del sei gennaio e le feste si prolungano fino al diciannove, giornata in cui si porta a casa l’acqua benedetta durante la messa del mattino. “Si dice che in questo giorno, chiamato Vodocrestya, le acque di tutti i fiumi, mari e laghi siano sante” racconta Nina Suslova, badante arrivata nell’agosto del 2000 che con l’associazione Donne ucraine lavoratrici in Italia ha organizzato il concerto Natale Ucraino a Roma che si terrà domenica 22 gennaio 2012 al teatro dell’istituto Sant’Anna in viale Marconi 700. Evento che si propone d’essere momento d’incontro per ucraini, italiani e non solo. Si alterneranno in concerto cori che eseguiranno i canti natalizi del Koliada, tipici della tradizione ucraina, e musicisti della Spagna e della Romania. Saranno esposti lavori di ricamo e presentati libri di autrici ucraine. “Io, ho curato le attività che quella sera coinvolgeranno i bambini” spiega Nina che, come molte donne ucraine badanti qui in Italia, ha alle spalle un percorso professionale di alto livello e che nel suo paese d’origine conduceva una vita dinamica grazie ai suoi diversi lavori legati alle attività culturali per ragazzi.
Il grano, i travestimenti e la paglia. “Studiavo da un anno in Germania quando sono venuta a Roma per far visita a mia madre. Sarei dovuta rimanere una settimana, invece sono rimasta. Mi sentivo sola. Con la presenza di mia madre, pur non abitando insieme, tutto è pur facile” racconta Luda oggi ventisettenne. “Ogni anno desidero tornare in Ucraina per il natale ma non è mai accaduto, così festeggio a casa insieme a mia madre. Per le cena siamo solo io e lei, poi nella nostra chiesa di riferimento per la messa del 7 gennaio ci ritroviamo con tutta la comunità”. La notte del sei gennaio tradizione vuole che sia dodici il numero delle portate, che sotto la tovaglia sia messa della paglia in ricordo della culla del bambin Gesù e che si mangi la kutia prima di cena, subito dopo la preghiera. Con la kutia, zuppa dolce fatta con grano, papavero, noci e acqua calda, si rompe il digiuno dei quaranta giorni che precedono il Natale. “in quel periodo evitiamo i cibi grassi, la carne, le uova e il latte” spiega Nina. La preparazione è scandita da date ben precise, quella del 13 gennaio è caratterizzata dal vestirsi in maschera: adulti e bambini si travestono da animali, alcuni anche da demonio, e vanno in giro per il paese cantando canzoni e facendo scherzi. Il 14 gennaio, festa di San Basilio o “Capodanno vecchio”, i ragazzini gettano grano sugli usci delle case, augurio di abbondanza. “Anche durante la fiera che si tiene dal 7 al 9 nella mia città, Bučač, nell’ ovest dell’Ucraina la gente si traveste, canta davanti alle case e i bambini in Chiesa gettano il grano. Sono giorni divertenti” racconta Luda. “I regali, da noi non si ricevono a Natale bensì per la festa di San Nicola. Durante la notte del 18 dicembre è il Santo stesso che li lascia sotto il letto dei bambini”.
M. Daniela Basile
(19 gennaio 2012)
info. Natale Ucraino a Roma. Concerto Natalizio domenica 22 gennaio ore 15.00 teatro dell’Istituto Sant’Anna viale Marconi 700 (Metro B-Marconi) ingresso Libero prenotazione obbligatoria al 389 6865382 – 339 7584432 Oltre al concerto saranno allestiti ed organizzati un mercatino, una lotteria, dei giochi e degli spettacoli per bambini