Come lo era durante l’impero romano e anche dopo la sua dissoluzione, Roma rimane una città multiculturale con una ricca componente straniera.
Questo dato viene confermato dall’ultimo rapporto pubblicato quest’anno dall’Osservatorio sulle migrazioni a Roma e nel Lazio del Centro Studi e Ricerche IDOS, che evidenzia come la Capitale continui ad essere una grande porta d’accesso per i flussi migratori.
Roma è, in Italia, la città con il più alto numero di stranieri residenti e con il maggiore ricambio di persone, eppure paradossalmente anche il luogo da cui gli stranieri preferiscono partire per cercare altrove maggiore stabilità e migliori condizioni.
I dati degli ultimi vent’anni, dal censimento del 2001 fino all’ultimo del 2021, denotano non solo la crescita costante della presenza straniera residente ma anche il cambiamento della sua composizione per provenienza, genere, età, zone di residenza e tassi di natalità.
Roma e area metropolitana: numeri e provenienze
Se nel censimento del 2001 gli stranieri a Roma erano circa 180mila, dopo vent’anni il numero è quasi raddoppiato, raggiungendo nel 2025 quasi 355mila persone, più del doppio di quanti negli anni ottanta risiedessero in Italia.
La metà degli stranieri sono europei (49,3%), seguiti dagli asiatici (29,1 %), dagli africani (12,6 %) e dagli americani (8,9 %), per un totale di 187 nazionalità rappresentate.
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- La comunità più numerosa è quella romena, con oltre 74mila residenti, che nella sola area metropolitana concentra circa un settimo dei residenti presenti sul territorio italiano (29,5 %) ed è il risultato di un’immigrazione iniziata negli anni 90 e poi consolidatasi con l’annessione all’Unione Europea nel 2007.
- Al secondo posto, con 38mila residenti, la comunità filippina (7,7 %), caratterizzata da un’immigrazione principalmente femminile e di lungo corso.
- Segue il Bangladesh (7,6 %), in aumento negli ultimi anni con circa 33mila residenti.
- Cina (17mila)
- Ucraina (14mila), in aumento dopo lo scoppio del conflitto nel 2022.
- Latinoamericani, soprattutto peruviani ed ecuadoriani
- Asiatici (indiani, srilankesi, pakistani)
- Africani (egiziani, nigeriani, marocchini)
- Polacchi e moldavi.
Rispetto all’incidenza di cittadini stranieri, Roma si colloca al terzo posto, dopo Milano e Firenze.
Evoluzione di genere
Se all’inizio del secolo l’immigrazione presentava una prevalenza femminile dovuta principalmente all’impiego nel settore domestico e alla cura della persona, proveniente prevalentemente dall’Europa dell’Est, dalle Filippine e dal Sudamerica, dopo vent’anni si assiste ad un progressivo aumento della popolazione maschile e al quasi raggiungimento di un equilibrio di genere.
Le donne restano comunque la componente maggioritaria e rappresentando il 51,4% del totale: costituiscono il 60% degli stranieri provenienti dall’Europa centro-orientale e dall’America centro-meridionale, sono solo un terzo all’interno della comunità africana e numericamente hanno superato gli uomini nell’acquisizione della cittadinanza italiana.Evoluzione nella distribuzione per età
Anche la distribuzione per età ha subito un cambiamento negli ultimi vent’anni.
Se all’inizio del secolo la composizione straniera della popolazione era più giovane, nel 2021 il quadro appare sensibilmente trasformato per l’incremento crescente di adulti ed anziani, che vede la fascia d’età più numerosa quella compresa tra i 40 e i 49 anni ed un considerevole aumento anche delle fasce successive.
A livello nazionale, gli stranieri hanno in media 36,8 anni mentre le donne, che risultano più numerose nelle fasce più anziane, hanno un’età media di circa 40 anni, dato che testimonia una maggiore stabilità migratoria ed ingressi avvenuti in età più matura.
Una maggiore presenza maschile è invece osservabile nelle classi più giovani ed è da imputarsi alle specifiche caratteristiche dei flussi migratori più recenti.
Diminuisce invece il numero di minori.La distribuzione sul territorio
La Capitale d’Italia è una delle città più estese e popolose d’Europa: dal 2001 la popolazione straniera è quasi raddoppiata, raggiungendo nel 2021 complessivamente 378.882 residenti con un’incidenza sulla popolazione italiana dell’11%.
I municipi scelti per gli insediamenti sono soprattutto quelli periferici e semiperiferici, con una diminuzione della popolazione straniera in quelli storici e centrali probabilmente imputabile all’aumento dei costi abitativi e alla progressiva trasformazione delle abitazioni in B&B e strutture ricettive.
A Roma vive il 68% degli stranieri residenti censiti mentre il rimanente 32% si trova nei 120 comuni metropolitani, con prevalenza a Guidonia, Fiumicino, Pomezia, Anzio e Tivoli.Fare famiglia a Roma
I ricongiungimenti familiari e la formazione di nuove famiglie sono il risultato della stabilizzazione dei processi migratori ed il numero crescente di stranieri in Italia ne è la prova.
Tuttavia Roma, pur caratterizzata da continui ricambi di popolazione straniera e da flussi migratori in costante crescita, risente del calo demografico che interessa l’intero Paese.
Il quoziente di natalità subisce un arresto a patire dal 2015, scendendo al 6,9 per mille nel 2024, quasi il 46% in meno in un decennio.
Si è assistito ad un incremento delle famiglie unipersonali rispetto a quelle più numerose e ad una diminuzione del numero medio di figli sia per le donne straniere che per le italiane, in entrambi i casi al di sotto del livello di ricambio generazionale.
La percentuale di stranieri per i nuovi nati è di circa il 15% e gli studenti di origine straniera rappresentano l’11% della popolazione studentesca.
Questi dati sono riconducibili a diversi fattori, quali il progressivo invecchiamento della popolazione, la riduzione dei flussi in ingresso e l’incertezza economica e lavorativa che ha caratterizzato gli ultimi anni dopo la pandemia.
Da sottolineare come il quoziente di natalità nel comune di Roma risulti inferiore rispetto alla media nazionale, rivelando come la capitale presenti specificità tali da condizionare i comportamenti demografici della popolazione straniera: sebbene la Capitale continui ad essere una porta d’accesso per i flussi migratori, non sempre è capace di offrire le condizioni necessarie per insediarsi in maniera stabile e definitiva.Acquisizione della cittadinanza
I processi di integrazione portano con il tempo anche l’aumento delle richieste di cittadinanza, considerato uno dei fattori determinanti per l’integrazione in un Paese.
In Italia, ad un cittadino straniero non comunitario, sono necessari almeno 10 anni di ininterrotta residenza.
Nel 2021, coloro che hanno ottenuto la cittadinanza sono stati oltre un milione e mezzo: si tratta di circa 18 nuovi cittadini ogni 100 stranieri a Roma mentre in Italia il numero sale a 31, di cui la maggioranza donne. Il maggior numero di acquisizioni di cittadinanza si registra nel Nord del Paese, dove spesso gli immigrati si stabilizzano.Natascia Kelly Accatino
(24/08/2025)Leggi anche:
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