8×1000 valdese: le associazioni si raccontano

Il Moderatore Bernardini nel discorso di apertura
Il Moderatore Bernardini nel discorso di apertura per la presentazione della campagna 2014 dell’8×1000 valdese

“Noi siamo una Chiesa: a volte veniamo scambiati per un’associazione filantropica che distribuisce denaro. Ma i progetti che ci vengono proposti e che decidiamo di finanziare sono sempre valutati su una base di laicità. Se un’associazione è meritevole per il servizio che offre, non ci interessa quale sia il suo pensiero in materia di fede: è per questo che spesso abbiamo finanziato anche associazioni cattoliche”.

A spiegarlo con un sorriso e un pizzico di orgoglio è il moderatore Eugenio Bernardini, che con il suo discorso apre la giornata dell’11 aprile dedicata alle associazioni che nel 2013 hanno beneficiato dei fondi dell’8×1000 valdese. Quasi mille i progetti finanziati lo scorso anno, a fronte dei 283 del 2008: un numero triplicato grazie alle firme degli italiani che anno dopo anno hanno imparato a conoscere l’opera della chiesa valdese sul territorio e hanno deciso di darle fiducia.

Fiducia ben riposta, a giudicare dal metodo ineccepibile di rendicontazione delle spese: “la trasparenza è un’antica abitudine dei Valdesi” continua Bernardini. “Potete tracciare fino all’ultimo euro incassato: è tutto pubblicato sul nostro sito internet. Inoltre, ogni mese inviamo al MEF un rapporto dettagliato sulla gestione dei fondi”, rapporto che, naturalmente, le associazioni beneficiarie sono tenute periodicamente a consegnare a loro volta in modo dettagliato.

Non un euro viene destinato alle spese di culto è infatti da sempre il motto dell’8×1000 valdese: nasce da qui la decisione di dare voce in un incontro pubblico a chi quei fondi li ha reinvestiti sul territorio attraverso la propria opera. Ecco dunque che in sala, insieme al Moderatore e ad Enrico Bertollini dell’XI circuito della Chiesa valdese, ci sono anche rappresentanti di Medici contro la tortura, MEDU (Medici per i diritti umani), Asinitas, Prime Italia ed Armadilla, enti estremamente diversi tra loro ma accomunati – tutti – dall’azione verso una categoria sociale che quest’anno costituirà il principale filo conduttore della campagna 8×1000 valdese: i rifugiati.

8x1000 valdeseSi spazia così dal recupero psicologico delle vittime delle torture ai camper-ambulatorio che percorrono le periferie di Roma e Firenze per curare chi vive in situazioni di disagio. Dai corsi di scuola guida per migranti finalizzati all’inserimento nel mondo del lavoro a quelli per l’apprendimento linguistico e la ricostruzione identitaria. Si susseguono le testimonianze dei rappresentanti delle associazioni, veloci ma dettagliate negli esempi, fino a quando Marco Pasquini, rappresentante di Armadilla, non prende la parola per raccontare del suo lavoro a Damasco e a Beirut per portare assistenza diretta alle popolazioni colpite dalla guerra.

I fondi dell’8×1000 valdese, infatti, vengono distribuiti in egual misura in Italia e all’estero: ecco cosa rende possibile interventi sul posto, si tratti della costruzione di infrastrutture, di sostegno medico o di salvaguardia dell’ecosistema. Ogni progetto – purché valido – contribuisce alla missione valdese e diventa degno di essere finanziato. Ça va sans dire, non tutte le iniziative sono ugualmente meritevoli.

I progetti, valutati e coordinati dalla giovane Direttrice Susanna Pietra, devono infatti rispondere a determinati requisiti: agire in settori specifici (assistenziale, sanitario, aiuto allo sviluppo, emergenze umanitarie, formazione e cultura), essere indirizzati a categorie deboli (anziani, donne, migranti), e soprattutto essere etici, perché “il business della carità sta crescendo sempre di più, ed è stato necessario stilare una black list di associazioni non affidabili”. Manca un ultimo fattore, forse il più importante: la fattibilità del progetto, poiché “ci sono enti che hanno grande volontà ma poca efficienza”. In fondo, ricorda Bernardini, “in un’epoca di crisi chi spreca o lavora male nei fatti ruba risorse”. Una lezione – di questi tempi – da non sottovalutare.

Veronica Adriani

(16 aprile 2014)

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