Cristina Liuzzo è partita dall’Etiopia per chiudere un cerchio. Suo padre è figlio di immigrati calabresi, lei è nata ad Addis Abeba. Conosce molto bene l’italiano e due anni fa ha deciso di approfondire le sue origini italiane. “Sono mulatta. Ho sentito il richiamo dell’altra mia metà”. Ha partecipato al Med Film Festival 2014 nella giuria Più Culture. “Sono diventata giurata per caso. E sono stata molto contenta di farlo”.
Cristina in Etiopia ha frequentato la scuola italiana e ha lavorato per 10 anni nell’amministrazione di un’azienda. “Qui ho dovuto ricominciare da capo. Ma volevo fare di più e non trovavo l’opportunità per farlo. Nel mio paese è tutto lento, anche più dell’Italia”.
Da qualche mese lavora come cameriera in un bar a Campo dei Fiori. “Gli orari sono pesanti, ma è tutta esperienza. Conosci tanta gente e poi ti fai le ossa”. Ma alla domanda “che lavoro fai?” senza esitazioni dice: “l’interprete”, ed è la stessa risposta che dava anche da bambina. “Conosco il tigrino e l’amarico, due lingue molto richieste nelle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale con cui collaboro. Ho avuto già tante soddisfazioni da quest’esperienza. Diventi un ponte tra chi ha bisogno d’aiuto e chi lo può dare”. Per il prossimo anno, infatti, ha in programma di iscriversi alla facoltà di Lingue all’Università di Roma Tre.
“Ho sempre bisogno di stimoli intellettuali, amo stare in mezzo alla gente”. L’occasione di partecipare al Med Film Festival è arrivata al momento giusto: “In questi due anni, essendo appena arrivata, mi sono persa un po’ di cose, sono stata molto concentrata su me stessa. Non ho visto nemmeno La Grande Bellezza”.
“Nel mio paese non c’è una grande produzione cinematografica. Ma negli ultimi anni stanno avendo un buon successo telefilm e soap opera”. Al cinema preferisce storie vere, o almeno verosimili. Commedie eccessivamente romantiche, film splatter e d’azione non la convincono. E se le produzioni che preferisce sono quelle americane e inglesi, molto diffuse in Etiopia, il film che le è rimasto nel cuore è La Vita è Bella. “Benigni è uno dei migliori per me. Guardavo i suoi film anche da piccola, e mi piace tanto anche in quelli girati con Massimo Troisi”. Buon sangue (italiano) non mente.
Rosy D’Elia(10 luglio 2014)
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