Dalle Filippine a Roma: il talent show dei papà

IMGP0292
Da sinistra: Randy Velasco, Danilo Bansagale e Majid Olpindo Buenavente in un momento delle prove

Che la comunità filippina di Roma avesse una vera passione per i talent show si era capito fin dai tempi di Batang Idol e Ginang Pilipinas, i due spettacoli andati in scena con la regia di Benjamin Vasquez Barcellano Jr. I due eventi, che hanno visto la partecipazione di un gran numero di bambini prima e di miss poi, devono aver incredibilmente incuriosito  anche il cosiddetto sesso forte, che a distanza di qualche mese ha deciso di mettere da parte la timidezza e calcare finalmente le scene di Ginoong Pilipinas 2014, show “al maschile” prodotto dall’Alona Cochon Entertainment Group, in cooperazione con Ginang Pilipinas – Italia Group e il Friendship Group di Roma, che arriva direttamente dalle Filippine ed avrà luogo il prossimo 4 maggio al Teatro Vigano di Roma. Non più miss ma mister, non più donne ma uomini, non più mamme ma papà; in numero ridotto, a onor del vero, perché – parola del regista Benjamin, lo stesso degli altri due spettacoli – “lo sai, le donne sono più coraggiose…”.

Benjamin Vasquez segue le prove dalla postazione di regia
Benjamin Vasquez segue le prove dalla postazione di regia

La chiamata alle prove del 27 aprile precede di un’ora il ciak di inizio: è lì che posso intercettare quattro dei sei candidati alla competizione e capire cosa spinge dei papà a salire sul palco di quello che fino allo scorso novembre era considerato un concorso di bellezza a tutti gli effetti. Gli uomini, rispetto alle donne, mettono maggiormente l’accento sul talento: ridimensionato il vezzo tutto femminile della sfilata di moda – presente anche quest’anno ed incubo degli imbarazzatissimi partecipanti – a farla da padrone sarà invece il lato più artistico: danza, canto, recitazione. C’è chi presenterà brani da Aladdin, chi ballerà sulle note di Michael Jackson, chi darà alla musica una funzione addirittura educativa, presentando un brano che inneggia all’unità della popolazione filippina contro la follia della guerra civile.

Majid, Randy, Danilo e Blas hanno quattro caratteri talmente differenti che ci si chiede come possano partecipare davvero tutti alla stessa competizione. Lavorano in Italia per supportare la famiglia nelle Filippine e godono dell’appoggio incondizionato delle loro compagne, orgogliose di saperli su quel palco. “Mia moglie mi accompagna sempre alle prove”, racconta Majid, che è arrivato in Italia quindici anni fa grazie alla legge sul ricongiungimento familiare, e lavora qui come pasticcere. Ma – mette le mani avanti – “non uno di quei pasticceri che fa torte bellissime…io faccio torte normali!” Talmente timido da considerare una vittoria anche la sola partecipazione all’evento, è felice di aver avuto l’occasione di conoscere tante persone: per lui, che trascorre le sue giornate tra la casa e la pasticceria, poter rappresentare sul palco la sua comunità – quella de La Storta, dove vive – è una straordinaria opportunità.

La locandina di Ginoong Pilipinas 2014
La locandina di Ginoong Pilipinas 2014

Lo stesso vale per  Randy, papà di due ragazzi che ora vivono nelle Filippine dopo un periodo di permanenza in Italia. Lui è qui dal 2010, ma il desiderio di tornare a casa è tanto. In verità, quello di rientrare in patria è un desiderio piuttosto comune. Quasi nessuno parla di cittadinanza, non solo perché è oggettivamente complesso ottenerla – “bisogna vedere come cambierà la legge nei prossimi anni”, dice Majid – ma perché la volontà di ricongiungersi alla famiglia lontana è forte.

Lo pensa anche Danilo, che è arrivato in Italia ripromettendosi di restare qui solo cinque anni, “ma” racconta “ormai ne sono passati già nove…”. Nelle Filippine ha una moglie insegnante e quattro figlie che sostiene economicamente grazie allo stipendio italiano, in attesa della pensione. Ha cinquantaquattro anni, un carattere vulcanico e mille passioni: professore di scienze politiche, coreografo e insegnante di danza, chitarra e pianoforte nelle Filippine, a Roma lavora invece come giardiniere. E sul palco, inutile dirlo, sembra esserci nato: “oltre a voler dimostrare che la mia età non conta, è ovvio, sono qui per vincere”. I candidati più giovani lo temono, ma assistendo alle prove si capisce perfettamente che il timore è solo artistico. Stringere nuove amicizie – ancora una volta – è più importante di qualsiasi velleità di vittoria.

Danilo Bansagale e Blas Villegas Trinidad Jr. in un momento delle prove
Danilo Bansagale e Blas Villegas Trinidad Jr. in un momento delle prove

C’è chi considera la sua partecipazione all’evento come una sfida, chi come un momento per evadere dalla quotidianità, e chi infine la vede come una vera e propria missione. Blas non usa mezzi termini: è sul palco di Ginoong Pilipinas per diffondere la parola di Dio. Fortemente sostenuto da sua moglie, si presenta come “un mistico” che in gioventù aveva pensato di prendere i voti e che nella competizione rappresenterà la ACAP (Associazione Cristiana Aiuto Pratico) di Roma. Sul palco canterà una canzone, Isang Lahi, il cui titolo tradotto in inglese – spiega – suona più o meno come One race o One blood: “nelle Filippine è in corso una guerra tra musulmani e cattolici”, racconta Blas. “Questa canzone parla dell’assurdità della guerra e dell’importanza di restare uniti: i bambini possono inseguire gli stessi sogni e vedere la vita nello stesso modo, a prescindere dalla loro fede religiosa”.

Un po’ come i candidati di Ginoong Pilipinas, insomma: uomini sì diversi tra loro, ma cittadini e soprattutto amici che domenica prossima condivideranno gli stessi sogni ed esperienze su un palco della capitale.

Veronica Adriani

(29 aprile 2014)

Leggi anche…

Filippine A tutto tondo con il film di Andrea Bosca

Fibre filippine Fashion Show: la moda sostenibile che viene da lontano

La festa nazionale delle Filippine a Roma: il racconto fotografico