An ha uno sguardo smarrito, è arrivato in Italia da tre mesi e le parole che ascolta sono solo dei suoni. Mohamed è nel nostro paese da un anno, capisce e si fa capire, ma scrivere, studiare e rispondere è un’altra cosa. Dolores a casa parla filippino, a scuola italiano, per esprimersi non sa mai a quale lingua cedere. Ma la campanella del nuovo anno scolastico suona per tutti, anche per loro e per i volontari di Piuculture che ogni giorno lavorano nelle scuole del Municipio II perché la lingua non sia un ostacolo.
“La lingua è comunicazione. Se non la conosci, sei immerso in una bolla dove tutti si capiscono e tu non puoi interagire. Bisogna avere coscienza delle difficoltà dei ragazzini. La questione linguistica è anche una questione di empatia: basti pensare la sensazione di disagio che si prova quando si è in viaggio in un paese straniero. Quella sensazione diventa costante. Il lato umano è quello che ci interessa di più: ogni volontaria lavora con due o tre bambini per avere il tempo e il modo di rassicurarli e di dargli la giusta importanza”, spiega Vanda Giuliano, tra le fondatrici dell’associazione.
In Italia gli alunni stranieri sono circa 880mila, ma contano ancora poco. Come fanno notare gli stessi dirigenti, il sistema scolastico, a causa dei continui tagli, non riesce a supportare gli alunni che abbiano delle diversità, di qualsiasi genere. E spesso a colmare il vuoto istituzionale ci pensano le associazioni di volontariato con un sostegno che diventa necessario, sia per gli studenti che per gli insegnanti.
Negli anni i rapporti con le scuole si sono evoluti e consolidati. “Eravamo un gruppo di volontarie all’inizio – ricorda Vanda Giuliano – volenterose ma senza un background alle spalle, c’è stato un vero e proprio atto di fiducia da parte delle scuole. Ora stiamo migliorando questo nostro impegno rendendolo più strutturato e meno informale, sia a livello didattico che organizzativo”.
Quest’anno i volontari di Piuculture sono impegnati in 12 scuole diverse, con alcune ci sono rapporti di lunga data, altre si aggiungono anno per anno. L’ultima arrivata è la scuola media Falcone e Borsellino. Il numero degli studenti che necessitano di un supporto per l’apprendimento della lingua italiana è sempre in divenire: l’anno scolastico scorso si è concluso con 106 alunni, di questi il 45% di nazionalità filippina, la comunità straniera più numerosa nel Municipio II.
L’attività dell’associazione procede sempre meglio, e già si pensa al futuro: operare in nuove scuole, soprattutto nell’ex Municipio III, e coprire tutti i gradi dell’istruzione sono i due obiettivi principali.
“Abbiamo tante richieste. Abbiamo già ingranato bene la marcia”, dice una delle volontarie Daniela Sansonetti, “A Gennaio, poi, ci saranno degli incontri di formazione”. Anche in questo caso didattica e sensibilità avranno lo stesso peso.
“Abbiamo individuato la conoscenza della lingua come il punto chiave dell’immigrazione e dell’integrazione, e in questo la scuola ha un ruolo fondamentale, lo stesso che ha avuto per noi italiani, da Nord a Sud, dopo l’unificazione”, conclude Vanda Giuliano. Anche quest’anno Piuculture lavora perché nessuno sia straniero tra i banchi di scuola.
Rosy D’Elia
(25 novembre 2014)
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